Al Direttore - 15 settembre 2018, 08:48

Il nostro lettore Pierluigi Casalino analizza il rapporto tra canzoni e parole partendo da “Dio come ti amo”

“A Sanremo il rapporto canzoni-linguaggio è diventato quello di di una seduzione ad occhi aperti, ma aperti ad un integrazione di senso da parte degli ascoltatori. Anche per questo, dunque, Sanremo è Sanremo”

Il nostro lettore Pierluigi Casalino analizza il rapporto tra canzoni e parole partendo da “Dio come ti amo”

Riceviamo e pubblichiamo l'analisi del nostro lettore Pierluigi Casalino sul rapporto tra canzoni e parole partendo da “Dio come ti amo” di Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti.

Casette colorate, cielo blu, uliveti e vigneti affacciati su un mare baciato dal sole.
Ecco la sintesi della Liguria più classica. Ma c'è un altro emblema di questa terra ed è quello che immortala la coppia Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti che festeggiano la vittoria al Festival di Sanremo del 1966 con "Dio come ti amo".
Per la Cinquetti è la seconda vittoria dopo quella del 1964, per Modugno la quarta dopo quella del 1958, 1959 e 1962. In altri termini uno scenario in cui le parole e la musica che gira intorno all'evento della Città dei Fiori. Peccato che, per quanto importanti siano per noi le canzoni, se pur poco studiate, di tutto ciò si parli poco e questo poco sia ancor meno studiato.
Un tema che a Sanremo (e in Italia) spesso è stato affrontato con accesi dibattiti: le canzoni, in sé, sono ancora considerate come oggetti culturalmente subalterni (nonostante il segno memorabile che hanno lasciato). Le canzoni, infatti, sembrano incarnare un ruolo  meno nobile, meno eletto, come se, a causa della parte preponderante che vi svolge la musica, la varietà delle sue possibilità espressive fosse costituzionalmente più ristretta.
D'altronde, frequentemente le canzoni meno riuscite dal punto di vista estetico, sono state e sono quelle che hanno maggior successo e incidono più in profondità sul costume nazionale e non. A Sanremo questo è avvenuto e avviene in una certa misura più che altrove. I parolieri antichi, prima della metà del Novecento, non si preoccupavano di tali argomento e infarcivano le canzoni di "cuore e di amore". oggi licenze simili sono possibile i in testi giocosi. A Sanremo, invece e soprattutto, è diventato possibile adoperare la canzone per dire cose autentiche e non solo retoriche.
A Sanremo il rapporto canzoni-linguaggio è diventato quello di di una seduzione ad occhi aperti, ma aperti ad un integrazione di senso da parte degli ascoltatori. Anche per questo, dunque, Sanremo è Sanremo.

Redazione

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