- 08 gennaio 2012, 18:27

Sanremo: una proposta per uscire dalla crisi economica

Come abbiamo fabbricato l’oro a Sanremo. Prove pienamente riuscite con la macchina dell’Ingegnere polacco. Il giornalista Giacomo Gandolfi e l’Avv. Giovanni Ameglio testimoni del prodigio. Le foto del Cav. Moreschi documentano l’evento

La pepita d'oro ricavata dalla sabbia del torrente san Romolo da Dunikowski

La pepita d'oro ricavata dalla sabbia del torrente san Romolo da Dunikowski

Alcuni mesi or sono abbiamo riferito di un curioso esperimento, la cui data  risale al lontano 1934, quando a Sanremo si cominciò a sperimentare il controverso progetto di un ingegnere polacco, emigrato dalla sua terra e capitato dalle nostre parti con l’intera famiglia. Il professionista affermava di aver messo a punto un metodo di estrazione dell’oro da particolari sabbie che, a suo dire, erano molto simili a quelle che si trovano in molte zone della nostra città.

      

                l'ingegner Dunikowsky nel laboratorio di Sanremo

Ritorniamo sul curioso, straordinario avvenimento, che ebbe ripercussioni anche sulla stampa internazionale, per due motivi:
-    il primo è quello del ritrovamento di un articolo di Giacomo Gandolfi, allora nume tutelare della stampa locale, il quale, con la testimonianza di un illustre principe del foro di Sanremo, l’avv. Giovanni Ameglio, compì direttamente, in prima persona tutte le fasi dell’operazione. Inoltre diede al mondo la notizia dell’impresa con le parole del testo integrale che alleghiamo. Allora l’economia di Sanremo andava a gonfie vele; alberghi pieni, casinò, negozi e locali affollati, ampia eco positiva  nei giornali non solo locali, ma anche stranieri;
-    Il secondo motivo è invece strettamente connesso all’attualità: alberghi in difficoltà, commercio in affanno, echi giornalistici nazionali ridotti ad un paio di manifestazioni, quelli locali zeppi di cronaca nera o quasi; Casinò con le roulette arrugginite e slot alimentate da un circuito chiuso che coinvolge direttamente i cittadini, una volta espressamente impediti dalla legge di frequentare la casa da gioco.

     l'ingegner Dunikowsky nel laboratorio di Sanremo

 

L’esperimento dell’Ing. Dunikowsky, all’epoca in cui fece sgorgare l’oro dalla terra della Madonna della Costa era giudicato poco economico perchè la quantità di metallo prezioso ricavato non ricompensava adeguatamente i costi. Ma oggi, con la crisi economica ed il prezzo dell’oro alle stelle, riprendere la caccia alle pepite locali forse potrebbe essere una valida alternativa alla mancanza di idee  e per vincere l’inerzia che grava sull’intero mondo politico e imprenditoriale della città, dove l’unica attività in costante crescita è quella del “compro oro”. Questi negozi accolgono ogni giorno non solo i frequentatori della casa da gioco, ma quanti faticano ad arrivare alla fine del mese.

La proposta di Dunykowsky è ancora di grande attualità ed in grado di far ripartire la corsa all’oro di San Romolo.


L'Eco della Riviera» del 30 Settembre 1934.

Come abbiamo fabbricato  l’oro Sanremo

Prove pienamente riuscite con la macchina dell’Ingegner .

Giacomo Gandolfi e l’Avv. Giovanni Ameglio testimoni del prodigio.

Le foto del Cav. Moreschi documentano l’evento


Nel presente articolo, come ho promesso, spiegherò ai lettori" in qual modo l'inventore polacco svolge il suo lavoro e descriverò uno degli esperimenti pienamente riuscito, cui non soltanto ho assistito, ma del quale sono stato, in parte esecutore.
Prima, però, mi sia consentito esporre la teoria scientifica che spiega la scoperta di Dunicowski, precisando che ho assistito a diversi esperimenti svoltisi in modo da escludere ogni possibilità di inganno, seguendo le fasi della trasformazione della terra ricavata da rocce o trovata in polvere, esaminando ogni  volta col microscopio la materia sottoposta ai raggi “Z” e quella rimastane esente. Comparando attentamente due pacchetti di terra, cioè quella “irradiata” e quella priva di raggi, dopo aver subìto il trattamento dell'inventore, ho osservato che la prima invece di esser composta di grani ordinari di minerali distinti, questi si erano agglomerati e contenevano, qua e là, piccoli' chicchi d'oro non apparsi prima
dell'operazione.
In altri esperimenti, poscia, potei constatare che i raggi “Z” moltiplicano la quantità d'oro « nato » nei minerali auriferi, in proporzioni che dipendono dalla percentuale d'oro latente che racchiudono.
Meravigliato e confuso perché profano della, delicatissima materia, ho chiesto al Dunikowski, se le sue ricerche scientifiche, e le comunicazioni fatte a diverse Accademie hanno condotto a qualche definitiva conclusione.

                        particolare della macchian per produrre oro


"Certo, mi rispose, La conclusione è stata che gli atomi dei diversi cormi non si differenziano fra loro che per il numero di elettroni che gravitano intorno ad essi e la loro velocità di gravitazione. Inoltre, nel, 1932 a Torino si è ammessa la possibilità della tramutazione dei metalli, modificando  il numero e la velocità degli elettroni.
Per esempio, i metalli preziosi come l'oro . ed il platino  sono composti di atomi con un numero elettroni superiore agli altri e con una velocità "giratoria" imito più intensa.
Così la vita delle piante, dei Minerali e quella animale è dovuta ad un movimento circolare attorno alle cellule di tutti 'gli elementi che le circondano ed è più intensa se questo movimento è più veloce. Ora i miei raggi “Z” attivano questo movimento al punto da rianimare la vita nelle radici  disseccate e d'attivare la ripresa della vegetazione.
- Ma l'oro è nella natura? Perché?
- Perché vi è -stato creato.
- Ma in che modo?
È il -segreto della natura. Tuttavia ritengo che l'influenza dei raggi calorifici della terra è stata, una delle principali cause determinanti della formazione degli atomi aurei. Ed ho la certezza che il mio Protone è il corpo radiante che ha assorbito ed immagazzinato, in "enormi quantità" le forze radianti del calore dal centro della terra ed il suo potere, radiando  grazie ad un centro speciale e ad una azione di correnti elettriche convenientemente disposte, è capace di compiere nei minerali auriferi il lavoro che era stato interrotto o rallentato dalla natura stessa.
Ecco il segreto della mia. scoperta.
Il Radio ridà la salute ai tessuti malati per mezzo della sua azione radiante, che accelera il movimento degli elementi sani attorno a quelli malati, i quali sono vittoriosamente respinti eliminati dall'organismo. Il Protone super corpo radiante, ha invece la virtù, se convenientemente adoperato, di dare un'attività rinascente ai tessuti malati come pure d'apportare alle farine nutritive ed agli altri alimenti una potenza protonoattiva molto più efficace nel dominio della medicina.
—  Ed il vostro Protone può esaurirsi?
—  Un milligrammo ha una durata di radiazione illimitata e, per fortuna ne possiedo una riserva infinita, nonostante tutte le ricerche e tutti i tranelli dei miei nemici per impossessarsene e per distruggere quello contenuto nei miei apparecchi sequestrati in Francia, che, .però, non riuscirono a scovare perchè amalgamato con altri elementi.

           l'ingegner Dunikowsky nel laboratorio di Sanremo



Oro dalla terra della Madonna della Costa !


Ciò esposto lasciamo là parola ai fatti.
Un pomeriggio della scorsa settimana l'egregio avv. Giovanni Ameglio, che per abito professionale è refrattario a credere ciecamente a quello che gli raccontano quei clienti che pretendono sempre esser dalla parte della ragione, accondiscese ad accompagnarmi in una spedizione automobilistica alla ricerca di terra aurifera. Era con noi l'ing. Dunikowski, ma la nostra passeggiata è stata di breve durata.
Poco distante dalla Madonna della. Costa, all'inizio della carrozzabile di Sanromolo, l'avv. Ameglio fermò la sua 514 dinnanzi ad un terreno abbandonato, situato a «fronte della strada sotto la proprietà del sig. Quirino  Calvino, terreno pliocenico, formato da strati di sabbia e di argilla e
ci arrampicammo su avendo gran cura di scartare certi..... ingombri punto profumati, che il nostro popolino pretende che equivalgano ad... oro.
Giunto dinnanzi a quella specie di "cava", Dunikowski estrasse un coltello, Un cucchiaio ed un sacchetto di carta.
Ecco, ci disse, la parte bianca non è suscettibile ad alcun esperimento, invece, vedete questi filoni rossicci, quasi del colore della ruggine?  
Ebbene, prendete di questa terra, vi sarà del metallo, forse dell'oro perché, 'si, sappia una volta per sempre io non fabbrico l'oro ma per mezzo dei miei raggi “Z” estraggo tutto- dico tutto- l'oro, platino, argento ed altri metalli che si trovano nella terra o nella roccia polverizzata; con questa differenza, che mentre nelle miniere del Transwaal da, ogni tonnellata di terra sì estrae grammo d'oro, io sono in grado di ricavarne trenta, quaranta ma anche cinquanta volte -di più.
Intanto, ridendo, ci accingevamo alla strana bisogna di raschiare la terra raccogliendola nel sacchetto di carta mentre i passanti, soffermandosi incuriositi, si chiedevano che razza di sopralluogo giudiziario andava facendo l'ottimo avv. Ameglio assieme al rappresentante della stampa.
Dobbiamo, premettere che tutto questo lavoro da sterratori, come  in tutte le altre operazioni successive l'ing. Dunikowski non mai intervenuto in nessuna manipolazione e, deliberatamente, non ha voluto toccare né la terra, né gli utensili.
Raccolta la terra ci siamo recati in corso degli Inglesi, nel modesto alloggio dell’inventore ove ci attendevamo di entrare in un magico laboratorio pieno di macchine, fornelli, storte, alambicchi ecc.
Disillusione!
L’ing. Dunikowski ci introdusse in una piccola cucina e su un tavolo trovammo un microscopio dal quale, mediante un attacco all’energia elettrica, vengono irradiati i famosi raggi “Z”.
Questo apparecchio, però, confezionato in modo rozzo, ci fece 1’impressione di un giocattolo da bambini lasciandoci dubbiosi assai.
- Indovino la vostra sorpresa- osservò Dunikowski- ma ho dovuto rimediare con rudimentali mezzi di fortuna. Tutte le macchine, che sono costate oltre mezzo milione, si trovano in Francia sotto sequestro e non dispero di ritornarne in possésso dopo che avrò ottenuto la revisione del mio processo. Comunque ho potuto salvare il Protone e poiché l'esperimento che ci accingiamo a fare, in modestissime proporzioni e con, mezzi così poveri e ristretti, riuscirà certamente, vi renderete conto dell'importanza mondiate della mia scoperta, sia dal lato scientifico che da quello economico.
Nel piccolo vano v'erano ancora una cucina a gas, una 'bottiglia di acido muriatico, una di solforico, un flacone'di mercurio puro, una lente, delle minuscole pinze, un pezzetto di pelle di camoscio, due piccole cuvettes ed alcune casseruole di ferro smaltato. Tutto quanto occorre per  estrarre i metalli contenuti nella terra, se 've ne sono.
Ed ora cominciamo.
Sempre eseguendo gli ordini di Dunikowski, abbiamo diviso là terra raccolta -nei pressi della Madonna della Costa in due parti che avvolgemmo in due pezzi di carta bianca.
- Perché questi due pacchetti?
- Perché uno lo sottoporremo ai raggi e dopo nella terra troveremo del .metallo ; l'altro, cui faremo seguire gli stessi procedimenti senza, però, sottoporlo ai raggi ”Z”, non darà nessun risultato.
E continuammo versando in una casseruola la terra influenzata dai raggi emanati dal rozzo apparecchio e nell'altra quella immune.
Poscia collocammo i due recipienti sulla fiamma del gas e lasciammo “cuocere” per una buona mezz'ora mentre Dunikowski ci intratteneva con una chiara dissertazione sugli atomi, elettroni, sulla loro velocità e su tutti gli elementi scientifici che lo condussero alla sensazionale scoperta, narrandoci pure la lunga e dolorosa storia del suo calvario, i sacrifici fatti, le sofferenze, gli affronti, i soprusi e le ingiustizie patite che saranno oggetto di un prossimo articolo.
Dopo che la terra ebbe raggiunto, a giudizio di Dunikowski, la necessaria cottura ponemmo la casseruola contenente il materiale, sottoposto , ai raggi sotto il rubinetto dell'acqua e, fatta'una sommaria lavatura, vi versammo dell'acido muriatico e poscia ancora acqua per espellere dal
recipiente tutta la terra inutile.
Quindi vi vuotammo il mercurio dal flacone che, come si sa, ha la virtù di raccogliere i metalli. Sempre versando acqua eliminammo altra terra, esponemmo il mercurio nella pelle di camoscio che avvolgemmo legandola con uno spago come le mamme usano fare quando confezionano le bugattine o tettarelle pei lattanti, e premendo bene con le dita, facemmo uscire dai-pori della pelle  tutto il mercurio.
Slegammo la pelle, l'aprimmo e grande fu la nostra meraviglia trovandovi un grosso grano irriconoscibile.
- È forse oro?
- Non so- ci rispose Dunikowski, ma certamente vi è del metallo. Tra poco vi saremo precisati. Ora bisogna spogliare questo grano dalle scorie che lo fasciano e di quel poco mercurio che vi è rimasto aderente. Per far ciò occorre deporre il grano su un pezzo di carbone dolce e soffiarvi con una pompetta di gomma, una fiammella di gas ad alta tensione.
E l’avv. Ameglio senza batter ciglio, muto per lo stupore, seguì con diligenza le istruzioni.
Il grosso grano divenne incandescente diminuendo tuttavia di proporzione e, presolo con le pinzette, lo immerse per breve istante nella piccola couvette di porcellana contenente . un pochino di acido solforico.
Miracolo ! Il chicco, divenuto piccolo, ci apparve oro purissimo con qualche leggera tacca di palladium, metallo bianco quasi simile al platino ma meno prezioso!!
Rimanemmo come inebetiti, la prova era riuscita splendidamente e Dunikowski, guardandoci con i suoi occhi chiari e profondi che hanno già versato tante lacrime nel silenzio e nell’isolamento. Sorridendo ci disse: Da questa minuscola prova, con terra raccolta così, caso, potete dedurre il risultato che si otterrebbe lavorando la tèrra delle miniere aurifere con i grandiosi macchiari che ho ideato e fatto costruire.
Ma non  abbiamo ancora terminato.
Ed- altera ripetemmo l’identica operazione colla stessa terrà non sottoposta all’influenza dei raggi ed il risulti» fu negativo.
E così, come San Tomaso, sospettosi, diffidenti, abbiamo dovuto finalmente credere ed ora siamo in gradi di dire agli increduli che possiamo mostrare l’oro che, in poco più di mezz’ora, abbiamo estratto con mezzi semplicissimi grazie alla potenza di captazione dei raggi “Z”.
Ma dirò di più. Dopo la pubblicazione del mio ultimo scritto due noti e valorosi scienziati residenti a San Remo chiesero a Dunikowski se potevano, controllare le mie asserzioni e vennero accontentati. Questa volta, si fece la prova con terra raccolta ai Balzi -Rosi, presso Grimaldi, e:se ne ricavò un grano d’oro.
Ho pure chiesto ai due scienziati il loro parere e mi risposero che di fronte ai fatti ogni ragionamento deve tacere. Solo ritengono che, per aver la dimostrazione eloquente dell’utilità della scoperta bisognerebbe fare gli -esperimenti in grande, stile e con il -macchinario adeguato.
In un prossimo numero parlerò di questa”etrange aventure” della quale è stato protagonista l’ing. Dunikowski in Francia ed intorno alla quale i giornalisti di tutto il mondo, lavorando di fantasia, si sono sbizzarriti a versare fiumi d'inchiostro senza mai .prospettare l'invenzione sotto la sua' vera luce.
Giacomo  Gandolfi

 

        Giacomo Gandolfi prima di iniziare l'esperimento 

 

Claudio Porchia

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