Al Direttore - 13 febbraio 2022, 09:36

Origini geografiche e storiche della Liguria di Ponente. Il racconto di Pierluigi Casalino

A chi dia un'occhiata complessiva e priva di preconcetti ad una carta fisica della Liguria occidentale, che si dilunga da Genova a Marsiglia, e al suo retroterra alpino, un'osservazione sorge a prima vista spontanea: il Massiccio dell'Enciastraia, alle sorgenti del Varo, rappresenta come il perno sul quale il crinale delle Alpi, avvicinandosi dal San Bernardo mare, interrompe decisamente la sua direzione verticale da nord a sud, per incurvarsi verso levante e dividersi in una serie di displuviali minori tendenti a mezzogiorno. Una di queste, delimitando a ponente il bacino dell'Esterello, è quella che più direttamente prolunga sino al mare la linea delle Alpi occidentali, perché separa i corsi d'acqua volgenti in direzione ovest, verso il Rodano, da quelli che, a partire dal Varo, assumono direzione da nord a sud e sud-est. Un'altra, egualmente marcata, separa il bacino del Varo da quello della Roia e termina sul monte Agello e sulla Turbia.

Una terza, infine, scendendo a levante del colle di Tenda, dal Saccarello su Sanremo, divide le acque della Roia da quelle dell'Argentina, dell'Impero e degli altri minori corsi d'acqua che sembrano quasi sottesi dal vasto bacino dell'Arroscia, convergente su Albenga. È a levante di questa città, a Finale e a capo Noli, che con un vasto massiccio montano la catena principale delle Alpi si avvicina definitivamente alla costa e si abbassa sino a raggiungere il suo termine. Al di là, sul colle di Cadibona, è la più marcata depressione di tutto il crinale, ed iniziano gli Appennini. Dei tre grandi bacini fluviali, il maggiore, il più unitario ed il più appariscente è quello del Varo, che con le sue numerose ramificazioni, forma un vero e proprio territorio a sé stante, limitato a levante e a ponente da due alte barriere montuose. Minore, ma egualmente ben definito nella sua unità geografica, quello della Roia, che comprende anche a levante la valle della Nervia, a lungo la costa giunge a ponente sino a Monaco. Finalmente il terzo, quello che fa capo alla corso dell'Arroscia e ad Albenga, è molto più vasto e irregolare, a causa della sempre maggiore vicinanza del crinale della costa e del suo frastagliarsi in parecchie propaggini, di cui maggiore fa gravitare verso di esso anche tutta l'alta val Tanaro, divisa dal Cuneese dalle montagne. Entro questi limiti naturali, dall'Esterello a capo Noli al disopra di ogni altra più contingente partizione etnica od organizzazione storica o soltanto amministrativa e politica, artificiale e comunque innaturale, è compresa la Liguria occidentale, risultante dai suoi tre spazi vitali e geograficamente tradizionali: quello dell'Arroscia, quello della Roia, quello del Varo. Essa racchiude quel complesso di valli liguri che stanno a sud dello spartiacque alpino, dando luogo ad una serie di bacini fluviali di notevole sviluppo.

Esiste, insomma, oltre a quello orientale ed occidentale, un versante meridionale delle Alpi, la cui naturale legge geopolitica è indicata dagli scambi con l'opposto versante padano e delle vie di comunicazione con il Piemonte. È questa legge che dall'Antichità ad oggi ha segnato le vicende storico amministrative, territoriali, etniche e nazionali della nostra regione ligure. A tale immutabile situazione geografica si adeguarono, sin dalle età più remote, gli stanziamenti etnici che costituirono la prima popolazione ligure nella zona e l'organizzazione che ad essa fu data magistralmente da Roma, che ne recepì e tradusse nella sua mirabile istituzione civile le più autentiche ragioni geografiche e storico-ambientali. Non a caso il più antico documento cartografico della Liguria, la tavola peutingeriana, è esplicito nel delinearne l'unità secondo i concetti sopra esposti, oltre a significare la specificità della Liguria di Occidente. In questa carta si nota, infatti, chiaramente che per gli antichi la catena principale delle Alpi scendeva sul mare a ponente di Antibo e del bacino del Varo, e che la regione tra il Varo e il crinale alpino e il fluvius Lucus a ponente di Vada Sabatia è raffigurata come un unico complesso pertinente alla Liguria.

È questa infatti la zona che i Romani denominarono dei Ligures Alpini, in opposizione a quelli a levante di Savona, e ai Ligures transalpini a ponente dell'Esterrello. Confini, quelli degli antichi liguri alpini, che segnano ad occidente  l'Italia di sempre anche per due grandi italiani come Dante e Petrarca, che a ragion veduta così si esprimevano. Si tornerà sull'argomento in altra occasione per ricordare ancora quanto di quel lontano passato è ancora vivo in noi.

Pierluigi Casalino

Redazione