Festival di Sanremo - 17 febbraio 2010, 19:40

Festival: Arisa, “Tutto può finire ma l’amore no!”

“Tutto può finire ma l’amore no!”. Ha esordito cosi Arisa in sala stampa al Palafiori di Sanremo, riprendendo il titolo della canzone, per l’appunto “Ma l’amore no”, con cui è in gara nella kermesse matuziana, La vincitrice dell’anno scorso della categoria nuove proposte, si è poi lanciata in un appello d’amore: “Occorre più amore per tutti. La canzone vuole essere anti individualistica. Il brano – aggiunge l’autrice di sincerità – è una metafora, oggi abbiamo bisogno di non guardare troppo lontano. Il mio è un invito a vedere la vita con più ottimismo”.

 

Dal punto di vista stilistico il brano si presenta con un retrogusto jazz. “Con questo arrangiamento – afferma la cantante siciliana – volevamo dare al testo un’identità retrò ed una musicalità che si rifà al jazz bianco, considerato più colto”.

 

Per la critica questa canzone potrebbe essere tacciata di tormentone, con il chiaro intento di voler fare centro: “Una persona – ha risposto Arisa – deve essere coerente e c’è una coerenza relativa alla mia cultura musicale, io credo di fare la musica che mi piace. Il mio background è swing, un po’ retrò e jazz. Cerco di soddisfare la mia attitudine della “canzonetta”. Anche Gaber faceva qualcosa di simile. Si dice che oggi siamo tutti strateghi. Non so nemmeno quando esce il mio disco. Figuriamoci se sono stratega.

 

Per quanto riguarda la sua collaborazione con le sorelle Marinetti la cantante ha spiegato com’è maturata questa idea. “Cercavo un trio allegro e brioso. I miei discografici mi hanno proposto questo gruppo lombardo.

 

Infine una battuta su quanti l’hanno accusata di aver giocato con il suo personaggio l’anno scorso. “Quest’anno – ha tenuto a precisare Arisa – sono un pò più spigliata. Non si può mai essere come ieri. Evidentemente qualcuno ha frainteso”.

 

Renato Agalliu