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Infermiere e salute | 09 febbraio 2011, 11:37

Salute&Benessere: un'intervista per parlare della salute dei nostri denti

Botta e risposta sull'igiene orale insieme al dott.Alessio Bosco, un odontoiatra di Sanremo

Salute&Benessere: un'intervista per parlare della salute dei nostri denti

Oggi siamo nello studio sanremese del Dott. Alessio Bosco, noto Odontoiatra matuziano, perfezionato in chirurgia impiantare e parodontale, Presidente AIO , sezione di Imperia, per affrontare un tema importante che riguarda la salute dei nostri denti.

Gentile Dottor Bosco, cosa ci può dire in merito alla parondotite, patologia sin troppo sottovalutata fino a poco tempo fa?

E’ un argomento molto importante e sono ben lieto di approfondirlo con voi.

La minaccia principale dei nostri denti, cioè la ragione per cui le persone anziane fino alla nostra generazione passata perdevano i denti non è tanto la carie, ma una malattia tanto più insidiosa e silente..... la parodontite cronica dell'adulto. E' una malattia lenta ed insidiosa, che compromette non il dente, ma il suo tessuto di sostegno, cioè la gengiva, l' osso e il legamento parodontale, la struttura che “lega” il dente all'osso circostante.

Quindi, se ne desume, che la perdita dei denti non è poi un processo così naturale come i capelli bianchi o le rughe ma una vera patologia?

Grazie di questa importante precisazione!! Mi permette di introdurre una riflessione: E' una malattia, oltretutto infettiva, cioè causata da batteri. Un 'infezione quindi ma talmente comune, da essere ancora oggi accettata socialmente, come “fisiologica”. Invece è una patologia, contro la quale bisogna combattere tempestivamente e oltretutto, è una malattia direi “facile” da curare, se presa in tempo, e facilissima da prevenire, se si mettono in atto determinate azioni.

Quindi noi possiamo prevenirla e curarla? Visto che sono batteri, esistono antibiotici specifici?


Si, si può curare, ma non con l' uso di farmaci, almeno non solo. Vede, esistono malattie da batteri specifici, ad esempio la polmonite o la meningite. Ma è una cosa ben diversa. Per spiegare con semplicità..... nei polmoni o nelle meningi... i batteri non ci sono mai. Sono compartimenti pressoché sterili. In essi la presenza di batteri scatena la malattia. In bocca, un po' come sulla pelle, i batteri ci sono sempre. E ce ne sono di tantissime varietà. Generalmente convivono con noi in modo pacifico. La malattia inizia e si sostiene quando questi batteri, alcune specie particolarmente, si accumulano in grandi quantità. L' accumulo e la stagnazione di “placca” batterica genera la modificazione del micro ambiente locale, favorendo lo sviluppo e la concentrazione delle specie più aggressive che con le loro tossine attivano il processo infiammatorio. A sua volta l' infiammazione, che nasce come difesa del nostro corpo, provoca il riassorbimento dell' osso insultato e il progressivo allontanamento della gengiva dal dente. La conseguenza di anni di infiammazione, è la mobilità, quindi la perdita del dente interessato.

E come possiamo quindi proteggerci dai batteri se... li abbiamo già in bocca??

Il punto fermo sul quale nessuno ormai ha più dubbi è: la placca batterica è la CAUSA della malattia parodontale.

...ma è una malattia multifattoriale. Cioè l' effetto dei batteri nella nostra bocca è modulato da diversi fattori. Questo vuol dire che uno stesso numero e qualità di batteri nella mia bocca può fare un effetto, nella sua un 'altro. I fattori legati alla persona sono la “suscettibilità”, di origine genetica, il diabete e il fumo. Possiamo approssimare che ognuno di questi fattori personali contribuisce con un terzo ad “aiutare” i batteri nella loro azione dannosa. Oltre a questo ci sono i fattori locali, proprio legati alla forma dei denti e all' anatomia delle gengive, che in determinati casi possono offrire “tana” e protezione alla nostra placca. Possono essere denti mal posti, restauri non rifiniti o tasche parodontali!

Tasche? Ovvero?

Si le tasche. Sono l' effetto della retrazione ossea. L' osso si ritira ma la gengiva resta dov'è. L' effetto è che il sottile solco che abbiamo in circonferenza attorno a dove i denti emergono dal rosa delle gengive, può approfondirsi. Quando la profondità raggiunge i 5 – 6 millimetri la tasca, effetto della malattia, diventa una causa che la sostiene. I batteri sono sempre più protetti e sempre più concentrati e il tutto avviene con maggiore velocità.

Parliamo della cosiddetta “piorrea”?

Piorrea è un termine superato che indicava uscita di pus dalle gengive. E' lo stadio terminale di una malattia decennale: vediamo il pus solo in presenza di tasche profondissime! Ovviamente si cura solo con l' estrazione, quindi non è quello il momento di far diagnosi! Prevenire è decisamente meglio che curare!

Gli elementi che abbiamo dopo la sua chiacchierata hanno chiarito molti dubbi e termini fino ad oggi misconosciuti, in sostanza cosa possiamo consigliare ai nostri lettori, per proteggersi da questa malattia?

Come in tutte le malattie serve la diagnosi, poi la prevenzione o la cura, a seconda dello stato in cui ci si trova.

Ovviamente la diagnosi di malattia parodontale deve farvela il vostro dentista. Gli effetti degli stadi avanzati li può vedere anche il radiologo (perdita dell' osso) o anche il vicino di casa (perdita dei denti). Scherzi a parte la cosa che ci interessa è la diagnosi precoce, che in modo molto approssimato.. potreste farvi anche da soli.

Prendete il vostro spazzolino da denti, oppure, meglio, uno nuovo, con setole medie. Cercate di inserire, picchiettando, le setole tra dente e gengiva, insistendo con tutta la forza che la setola vi permette, nelle zone meno facili da raggiungere. Importante: forzate bene le setole dentro alla gengiva! E fatelo dalla parte del palato, dal versante dei molari inferiori che guardano la lingua, e alla base dei vostri incisivi inferiori, tenendovi il labbro con l' altra mano.

Fatelo senza dentifricio, poi osservate cosa succede. Esce sangue dalle gengive? Se sì, avete almeno la gengivite, che è lo stadio iniziale di tutto quanto detto fin ora. Si stima che in Italia il 60% degli adulti abbiano parodontite da lieve a grave, e il 10% siano in uno stato tale da dover perdere i denti interessati.

Ecco.. mi ha fatto venire voglia di provare subito! Ma è davvero così grave avere le gengive che sanguinano se spazzolate? Sinceramente.. pensavo fosse normale!

Grave.... no! Ma è un segno caratteristico. Non vuol dire che la situazione sia avanzata, ma certamente una gengiva che sanguina se spazzolata , pur con forza, NON è sana. Se si vede sangue, decisamente meglio chiedere al proprio dentista di approfondire la cosa. Il Bleeding On Probing (BOP, sanguinamento al sondaggio) è addirittura un indice internazionale per la valutazione e il monitoraggio della salute parodontale. La versione che vi ho suggerito è decisamente casalinga, ma ha il suo significato di allarme. La gengiva sana NON sanguina nemmeno se strigliata, un po' come non sanguinano le vostre mani quando le spazzolate.

Cosa dobbiamo fare se scopriamo di avere malattia parodontale? Possiamo salvare i nostri denti?

È una malattia cronica, lenta. Per far perdere denti impiega generalmente 20 – 30 anni. Insorge generalmente in età adulta, ed ecco spiegato il perché della perdita dei denti che inizia verso i 50 - 60 anni!

Noi dobbiamo difenderci. La parte genetica non si può modificare, ma tutto il resto sì. Come ho detto all' inizio anche la persona più suscettibile, in assenza di batteri, non contrae la malattia. E questa è una buona notizia! E' una malattia molto facile da prevenire. La brutta notizia è che, salvo particolarissimi casi, è impossibile far ricrescere l' osso perso. A maggior ragione quindi: prevenzione.

Ridurre i fattori di rischio: Fumo: non fumare o fumare ben meno di 10 sigarette al giorno.

Controllare il diabete e le malattie metaboliche con uno stile di vita adeguato. Far controllare dal dentista la bocca per farsi controllare e affinché corregga le zone troppo difficili da pulire a casa, come i denti mal posti o altri impedimenti, come il tartaro.

E ora la parte più importante: i batteri !! Bisogna imparare una tecnica efficace per rimuovere ogni giorno la propria placca.

Poche persone lo sanno fare bene, se nessuno glielo ha mai insegnato. Negli studi dentistici esistono figure professionali specifiche, gli Igienisti, o sono gli stessi dentisti che si interessano a fare delle vere e proprie lezioni personalizzate di pulizia della propria bocca. Poi, a casa, due minuti, una volta al giorno, saranno sufficienti per una pulizia completa.

Come ha già capito, una spazzolata furiosa e veloce, magari solo dei 6 denti davanti, non è esattamente quello che viene insegnato. Si tratterà di capire come è fatta la propria bocca, ed imparare con spazzolino, scovolini e filo interdentale, a rimuovere la placca batterica, con particolare attenzione a farlo nei posti più difficili: tra i denti, dalla parte linguale. L' obiettivo è la rimozione , il rinnovo della placca nel solco attorno ai denti.

La buona notizia è che: funziona benissimo. Ma bisogna farlo tutti i giorni, e serve un addestramento specifico. Sennò i nostri nonni avrebbero avuto tutti i denti fino a 90 anni! E più “vogliamo” continuare a fumare, nonostante i nostri parenti abbiano sofferto di “piorrea”(famigliarità), più dobbiamo diventare PERFETTI pulitori. E sappiamo che così vinceremo ugualmente la battaglia.

E se la malattia ha già lavorato per anni.. che consigli possiamo dare alle persone? Possiamo sostituire i denti malati con impianti?

Beh l'approccio della società italiana di parodontologia (www.sidp.it) è molto conservativo a riguardo. I denti “persi” si sostituiscono con grande efficacia con gli impianti, ma i denti “malati”... vanno curati. Questa affermazione è sostenuta da tanta letteratura scientifica, che dimostra che la probabilità di durata in bocca di un dente, anche solo con la metà dell'osso residuo, dopo 15 - 20 anni, è maggiore della probabilità di durata di un impianto. Oltretutto in una bocca con malattia parodontale attiva mettere un impianto è considerato sbagliato (bisogna prima controllare la malattia). Quindi prima di pensare alla sostituzione, pensiamo a curare i denti affetti. Esistono tecniche chirurgiche atte a aiutare la gestione casalinga dei propri denti, con l' eliminazione delle tasche ed il ripristino dell' anatomia alterata. In certe situazioni è anche possibile ritornare indietro nel tempo facendo ricrescere osso e legamento. Tale approccio, la rigenerazione ossea guidata, ha però indicazioni molto strette e necessita pazienti estremamente selezionati, nel senso di non o poco fumatori e veramente esperti nella gestione della propria placca a casa.

Insomma, se ho capito bene la malattia delle gengive si combatte più a casa che in studio!

Esattamente! Ma, mi creda, a volte per far cambiare il modo di fare manutenzione quotidiana, per insegnare ad “amare” i propri dentini curandoli come faremmo con un gioiello di famiglia, serve davvero un impegno notevole! Niente è più difficile di far cambiare le abitudini quotidiane!

Per approfondire gli argomenti trattati, suggerisco i seguenti link:

www.sidp.it E’ il sito della Società Italiana di Parodontologia, che raccoglie i colleghi appassionati della materia e, tra i soci attivi e fondatori, alcuni dei clinici e ricercatori più importanti del mondo in questo campo.

http://www.sidp.it/app/prvt/VediFile.d/File-93/OPUSCOLODIAGNOSI.pdf Un opuscolo divulgativo sull' argomento.

Ringraziamo Il Dottor Alessio Bosco, che con grande chiarezza ha affrontato un problema che non va assolutamente sottovalutato..anzi….e voi, cari lettori siete in regola con le vostre gengive, e di conseguenza con i vostri denti? Non aspettate sia troppo tardi….

Come sempre, se volete delucidazioni o altro, scrivete a: (all’attenzione di Roberto Pioppo) info@sanremonews.it o seguite il nostro gruppo di approfondimento su Facebook dove ci si può iscrivere e colloquiare tranquillamente quelli che leggono salute e benessere su Sanremonews


Roberto Pioppo

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