Sanità - 02 dicembre 2025, 07:21

Giornata Mondiale contro l’AIDS, a Sanremo 14 nuovi casi in un anno. Cenderello: “Lo stigma è ancora fortissimo”

Il direttore delle Malattie Infettive del Borea lancia l’allarme: “Seguiamo più di 400 pazienti e i giovani oggi sono meno informati. Fare il test almeno una volta nella vita è fondamentale”

Nel 2025 il fenomeno HIV resta una realtà concreta anche nel nostro territorio. Lo conferma il dottor Giovanni Cenderello, direttore dell’Unità di Malattie Infettive dell’ospedale di Sanremo, uno dei principali centri di riferimento per la Liguria. Con lui abbiamo fatto il punto in occasione della Giornata Mondiale contro l’AIDS. Secondo il quadro aggiornato, la provincia registra 14 nuove diagnosi solo nell’ultimo anno. Sanremo, spiega il direttore, resta una delle strutture più importanti della regione: “Seguiamo più di 400 pazienti in terapia antiretrovirale. Siamo il terzo centro ligure dopo San Martino e Galliera. Arrivano da tutta la provincia e anche da fuori: circa il 10% proviene dalla provincia di Savona”.

La prevenzione sul territorio. Alla domanda su quali siano le azioni in campo oggi, Cenderello risponde senza esitazioni: “Siamo una delle aziende più attive in assoluto. Lavoriamo in sinergia tra Malattie Infettive, Dipartimento di Prevenzione e ASL 1. Facciamo attività sul territorio durante tutto l’anno: test rapidi, informazione e distribuzione di profilattici. Siamo presenti alle feste di paese, in occasione del Pride, nei luoghi di aggregazione e anche sulle spiagge”. Non solo eventi, ma un lavoro costante e strutturato: “L’obiettivo è far capire che fare il test non deve essere un tabù”.

Giovani meno informati di ieri. Eppure, nonostante i progressi delle cure e l’attività sul territorio, resta un problema serio: lo stigma. “È ancora fortissimo in questo Paese – spiega Cenderello – ed è uno dei motivi per cui un medico delle Malattie Infettive lavora stabilmente nelle scuole, per parlare con ragazzi, famiglie e insegnanti”. C’è poi un cambiamento culturale da non sottovalutare: “I giovani sono meno informati rispetto alle generazioni precedenti. Un tempo c’erano testimonial involontari come Freddie Mercury o Rock Hudson. Oggi, fortunatamente, l’HIV si cura con una pastiglia al giorno e dopo sei mesi di carica virale negativa non c’è più contagiosità. Chi si cura può avere una vita sessuale e relazionale assolutamente normale”. I rapporti digitali non cambiano il rischio. L’utilizzo di app di incontri e la cosiddetta sessualità digitale hanno modificato il quadro? “No – risponde il direttore –. L’importante sarebbe usare quegli stessi canali anche per fare prevenzione”.

Il messaggio più importante. E il messaggio da lanciare in questa Giornata Mondiale è semplice e diretto: “Fare il test almeno una volta nella vita. E più spesso se si cambiano partner o se ci si espone a situazioni di rischio. Non esistono più categorie a rischio: è una malattia sessualmente trasmissibile come tutte le altre”. La conclusione è chiara: diagnosi precoce, cure moderne, informazione e stop allo stigma. La battaglia contro l’HIV passa soprattutto da qui.