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Attualità | 15 novembre 2025, 19:08

“Tutta colpa dei Fratelli Lumière”: al Teatro Ariston Ritz il convegno che riscopre la vocazione cinematografica di Sanremo

La Redazione del Liceo Cassini racconta un viaggio tra pellicole, cortometraggi e testimonianze che legano la città al cinema d’autore e alla sua storia culturale

Cosa lega Sanremo al cinema? Non solo il glamour del Festival della Canzone, ma una storia profonda, fatta di immagini, pellicole, cineclub e personaggi che hanno saputo raccontare il territorio con uno sguardo poetico e innovativo. È quanto emerso dal convegno “Tutta colpa dei Fratelli Lumière”, tenutosi sabato mattina al Teatro Ariston Ritz, a cui hanno partecipato i componenti della Redazione giornalistica del Liceo Cassini di Sanremo.

Ecco il loro resoconto:

Al teatro Ariston Ritz si è svolto stamattina a partire dalle ore 10.00 il convegno “Tutta colpa dei Fratelli Lumiere", che ha raccontato la storia del cinema a Sanremo. L'incontro si inserisce all'interno della rassegna “Alfredo e Libereso amici per Natura: intrecci di vita", attiva dal 14 novembre al 14 dicembre 2025. Relatori del convegno, presentato dal dottor Walter Vacchino, sono stati Daniela Cassini, Romano Lupi, Marco Innocenti, Umberto Germinale, Roberto Pecchinino e Mariangela Micheletto (in collegamento).
Il dottor Vacchino ricorda la grandezza e l'internazionalità della Sanremo del primo cinquantennio del '900, più attrattiva per gli ospiti stranieri e italiani della stessa Montecarlo. L'intento degli incontri e del convegno è quindi non solo ricordare la fama di Sanremo, ma attraverso la memoria, come quella di Alfredo Moreschi e delle sue splendide immagini e film, rilanciare l’immagine della città ligure come realtà culturalmente vivace e propositiva. Inizia così la storia del cinema a Sanremo, attraverso l'intervento di Marco Innocenti.

Dopo l'introduzione, il convegno prosegue ripercorrendo le tappe del Cinema a Sanremo attraverso le produzioni di cortometraggi in 8mm di registi sanremesi o che a Sanremo hanno vissuto. Interessantissima quindi la proiezione del cortometraggio di Alfredo Moreschi dal titolo Incantesimo di Mezzogiorno. La pellicola si apre con una splendida panoramica della spiaggia dei bagni Italia negli Anni ‘60 e prosegue con immagini animate di pupazzi (alcuni omini e un leone di panno creati della moglie di Alfredo Moreschi) che, lasciati sulla spiaggia da un bambino e attraverso la fantasie e la tecnica del regista, vivono una straordinaria avventura in un deserto tutto da esplorare.

La dottoressa Michelotti illustra poi la carriera di Alfredo Moreschi e le attività del Cineclub Sanremo, vent'anni di film non professionale. Si sofferma poi su alcuni capolavori di Moreschi come ”Pupazzi da rilegare”, “L'avventura dell'altro io”, “Apricale”, ”Antico frantoio”, “L'ultimo giuoco", “Il calabrese”, ”Anna e il divo”, “La separata” e “Gli Ugolanti”, film indipendenti, conservati nell’Archivio Nazionale del Cinema Impresa. 

Dalla breve riflessione degli argomenti trattati e delle ottime valutazioni critiche ad essi rivolte, risalta come Moreschi abbia sperimentato molti generi e affrontato varie tematiche, dal costume alla musica, con estrema pulizia narrativa, che spesso oltrepassa i dati di costume e diventa biasimo alle istituzioni. L'arte dei film in 8mm ha attratto anche intellettuali e registi straordinari come Calvino e Nanni Moretti, che hanno condiviso passione e esperienze con Moreschi. Il discorso si sofferma poi su Nino Zucchelli, che dopo alcune contestazioni ricevute a Bergamo, arriva a Sanremo, accolto dalla famiglia Vacchino e inizia la collaborazione con Moreschi nella produzione di film d'autore.

L’intervento del professor Romano Lupi ricorda come Moreschi abbia saputo unire più di ogni altro fotografia e cinema. ”Sanremo - sottolinea Lupi - è stata una delle capitali della Bella Epoque” e vanta quindi una lunga vocazione e disponibilità all'incontro fra personalità del cinema, che hanno girato pellicole e reso la città palcoscenico privilegiato di produzioni cinematografiche. Ciò ha creato quell' humus culturale, che ha permesso la nascita di numerosi cineclub, cineforum e gruppi cinefili, occasioni di incontro fra generazioni diversi. Moreschi fotografo, regista, cineasta è l'emblema della vivacità di Sanremo e ha creato quel fil rouge che lega indissolubilmente Sanremo al cinema. Ma Moreschi è da ricordare anche come scrittore e grafico, autore di numerose copertine, conservate insieme a tantissimo materiale nel ricchissimo Archivio Moreschi.

In una città che ama il cinema non poteva mancare un Cineclub e Roberto Pecchinino illustra la storia di quello che nacque a Sanremo nel 1953, dove si riunivano registi dilettanti tutti i giorni alle 17.00 nel dehor delle storico bar Venezuela di via Matteotti e fra questi ricorda Mario Cossu, Romeo Salesi e tanti altri, fra cui Pippo Barzizza, che nel 1964 vinse il Concorso Nazionale della federazione nazionale dei Cineclub a Montecatini alle quale il sodalizio sanremese era iscritto. Viene quindi proiettato un estratto del film prodotto con la collaborazione di Moreschi che racconta la Conferenza di Pace di Sanremo del 1920 al Castello Devachan e offre notizie sulla edificazione della villa e della sua celeberrima scalinata. L'incontro si conclude con la proiezione di un video, realizzato anche per le scuole, in cui Alfredo racconta direttamente dal suo studio, simile ad un vero e proprio set cinematografico, la storia della fotografia e del Cinema a Sanremo. Si scopre così che nel 1910 a Sanremo erano già attive due case di produzione cinematografiche, di cui una creata dalla famiglia Bava, che annovera tra gli eredi il famoso registra di film horror Mario Bava. Testimone d'eccellenza e amico di Moreschi è Piero Farina, che ha offerto al pubblico un racconto della sua collaborazione con Alfredo. “Sanremo è stata e deve tornare ad essere luogo di interesse culturale, promotore di innovazione e confronto internazionale, avvolto nel tepore che solo il suo clima può offrire”.

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