Storie, racconti, memorie, video, musica, canti e preghiere. Nella chiesa parrocchiale di San Rocco a Vallecrosia, ieri sera, don Nandino Capovilla, autore del libro "Sotto il cielo di Gaza", scritto insieme a Betta Tusset, ha parlato della tragedia smisurata che sta sconvolgendo il territorio palestinese occupato.
Da anni impegnato nel dialogo e nella costruzione di ponti tra i popoli, don Capovilla ha vissuto numerose esperienze di missione in Israele e Palestina, partecipando a pellegrinaggi di giustizia e solidarietà e raccogliendo le voci di chi, nel dolore del conflitto, continua a credere nella possibilità di un futuro diverso. "Rivestendo i panni di 'raccoglitori di storie' ci siamo messi in ascolto dell’OCHA, voce delle Nazioni Unite, attraverso le conversazioni con un funzionario, fonte pura, non inquinata da pregiudizi o da ideologie e testimone di un lungo anno di ingiustizie e sofferenze ma anche di un’occupazione che attraversa generazioni di palestinesi. Le conversazioni si sono trasformate poi in storie, memorie e puntualizzazioni giuridiche accompagnate dalle preghiere di Michel Sabbah, patriarca emerito di Gerusalemme" - dice don Nandino Capovilla illustrando un libro nato dalle conversazioni con un funzionario dell'Onu e accompagnato dalle preghiere dell'emerito patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah - "Sotto il cielo di Gaza e della Palestina intera sopravvivono persone annientate da uno scempio che ha urgenza di essere narrato, pena la disgregazione del comune senso di umanità. Ignorare il massacro in corso sia perché si volge lo sguardo altrove sia perché si vive l’ignoranza della questione palestinese, facendola iniziare dal 7 ottobre del 2023, è colpa inescusabile e avrà conseguenze distruttive anche per il nostro presente e futuro. Per contrastare la 'dissolvenza dei volti' delle vittime, come diceva don Tonino Bello, per evitare la cancellazione della loro storia e la discesa nella fossa comune dell’oblio, dove le persone sono conteggiate nel numero dei 'danni collaterali' ma non raccontate nell’unicità della loro esistenza e dignità umana, il libro ci può aiutare a pregare, a riflettere, ad apprendere e a scucire la nostra bocca per dire la verità, pietra angolare di ogni pace. Con il libro, vi sono anche due poster delle mappe di Gaza e West Bank elaborate dall’OCHA".
Un incontro per riflettere insieme su quello che sta succedendo a Gaza e riaccendere la speranza. "Due milioni di persone vivono nella striscia di Gaza. Quello che sta succedendo è la più grande ingiustizia della storia. Siamo angosciati per le notizie e immagini che quotidianamente vediamo perché ci chiediamo: come abbiamo fatto a non capire che si stava preparando questo genocidio? Nonostante tutto c'è ancora spazio per la speranza, l'amore e la fraternità" - sottolinea don Nandino Capovilla, parroco a Margherita e già coordinatore nazionale di Pax Christi, che ha presentato il libro come testimone missionario - "Bisogna fare una resistenza non violenta, tutti devono fare il bene secondo i diritti umani. Non dobbiamo lasciare che l'odio alberghi in noi, non dobbiamo farci contagiare dal male ma dobbiamo diffondere speranza in noi e negli altri. Dobbiamo essere testimoni di pace e chiedere aiuto al Signore per portare la speranza nel mondo. Abbiamo bisogno di pace".
Un'occasione per presentare il libro 'Sotto il cielo di Gaza'. "E' un’opera che unisce dati, narrazioni e preghiere per comprendere meglio la tragedia del popolo palestinese e, al tempo stesso, alimentare una speranza attiva, radicata nella fede e nella responsabilità. E' un modo per informare, documentare e testimoniare. Forme di resistenza non violenta per opporsi a un apparato disinformativo sentendo da chi ha vissuto che cosa ha visto" - sottolinea Nanni Perotto che ha posto domande all'ospite - "Don Capovilla, oggi impossibilitato a tornare in Terra Santa perché dichiarato 'persona non gradita' dal governo israeliano, continua la sua missione attraverso l’informazione, la preghiera e l’azione non violenta: un modo per 'coltivare la speranza contro la logica dell’impotenza', come ama ripetere".
Un incontro emozionante che ha coinvolto e interessato i numerosi presenti che alla fine della serata hanno fatto firmare il libro da don Nandino Capovilla. "Ringraziamo don Nandino Capovilla per essere venuto" - dichiara don Rito Alvarez, parroco di San Rocco - "E' stata un’occasione preziosa per pregare, riflettere e rinnovare l’impegno personale e comunitario per la pace in Palestina e nel mondo".
L'evento rientrava nel ciclo di incontri "Facciamo luce!" proposto dalla parrocchia di San Rocco. Il prossimo appuntamento sarà il 27 novembre al teatro parrocchiale con "Il Mediterraneo, una mare di speranza". Per l'occasione si potrà ascoltare l'esperienza della dottoressa Giulia Berberi.


































