“Partendo da uno studio secondo il quale per circa 2/3 dell'anno le condizioni di navigabilità sono assicurate nel nostro mare – spiega da protagonista della nuova puntata de “L'intervista” - si può pensare all'utilizzo di traghetti soprattutto con scopi turistici, consentendo di sbarcare in molte località senza infilarsi nel traffico autostradale. Da interlocuzioni avute tramite Confindustria, ci sarebbe anche un potenziale interesse da parte del Principato di Monaco e di Nizza. Perché, quindi, non progettare un vero e proprio servizio di taxi del mare?”. Amerio sostiene, poi, l'idea progettuale dell'arteria stradale Albenga-Carcare-Predosa: “Perché manca un vero collegamento diretto tra il Ponente e il Nord Ovest. L'Autofiori è stata realizzata, a suo tempo, con una moderna concezione, ma adesso deve sopportare elevatissimi livelli di traffico. L'idea in questione potrebbe alleggerire questa pressione di auto e camion di circa il 22%, stando alla valutazione effettuata”.
Quanto alla nautica da diporto, che incide non poco sul Pil nazionale, la manager sanremese che è anche presidente della Confindustria di settore per il segmento dei superyacht (oltre i 24 metri), sottolinea la necessità d'incrementare il numero degli addetti (oggi circa 160 mila in forma diretta): “Stiamo lavorando sugli Istituti tecnici superiori affinché siano comprese le possibilità occupazionali nel nostro ambito. Gli allievi del Nautico di Imperia, ad esempio, una volta diplomati finiscono prevalentemente nel mondo croceristico e commerciale, mentre la nautica da diporto ne avrebbe molto bisogno. Non ci aiuta il fatto che vi siano poche imbarcazioni con bandiera italiana (appena il 6,5% dei superyacht – ndr). Se fossero di più ci sarebbero più equipaggi composti da italiani e, di riflesso, maggiori possibilità di assunzioni con la garanzia di buoni stipendi, perché si tratta di alte specializzazioni. Ricordo che sono un centinaio le professioni del mare”.
Ma qual è il cliente tipo dei cantieri nautici, compresi quelli del Gruppo Permare? “Grandi famiglie italiane che hanno la passione per il mare – risponde – Le barche sono anche destinate a un uso commerciale: per il 60% rientrano nell'attività di brokeraggio, che ci consente di essere visti da una platea più grande tra i fruitori del mare. Vengono affittate a settimane e diventano, di fatto, alberghi a cinque stelle galleggianti, dove rilassarsi, vivere momenti di convivialità ma anche fare business”.
Infine, Amerio si sofferma sulle potenzialità portuali dell'Imperiese rispetto alla crescita della domanda di posti barca e al focus sui progetti in itinere (a partire dalla profonda rivisitazione di porto vecchio a Sanremo), parla della sua esperienza a capo degli industriali imperiesi prossima al capolinea, del ruolo e delle sfide che attendono la stessa Confindustria, le cui adesioni sono in aumento (ora intorno a 360), dell'espansione di Permare in Toscana con la realizzazione di un proprio sito produttivo. Ed elargisce consigli alle donne che vogliono farsi largo in settori a predominanza maschile, per puntare a carriere dirigenziali.