L’artrosi del ginocchio è una malattia molto comune nella popolazione occidentale e colpisce con maggior frequenza le donne e chi ha più di cinquant’anni. Si tratta di una malattia dovuta al consumo della cartilagine articolare che, persa la sua funzione “cuscinetto”, è causa di sfregamento tra le componenti ossee che nel tempo vanno a consumarsi causando dolore e limitazione funzionale.
C’è una buona notizia! Non è detto che la malattia colpisca tutti i comparti articolari (mediale, laterale, femoro-rotuleo), ma può essere circoscritta ad un solo compartimento. Mentre un tempo si usava sostituire in ogni caso tutta l’articolazione con un impianto artificiale, oggi si utilizza sempre di più la cosiddetta protesi monocompartimentale, che si impianta dove è davvero necessario risparmiando i tessuti ancora sani.
I vantaggi di questa tecnica chirurgica sono numerosi: tagli cutanei ridotti, minori perdite ematiche, minor dolore post-operatorio, stessa durata nel tempo della protesi totale,riabilitazione e ritorno alle attività quotidiane più rapidi. Per impiantare una protesi monocompartimentale le tempistiche della diagnosi sono fondamentali: individuare la malattia prima che si diffonda in tutta l’articolazione è infatti la condizione necessaria per l’utilizzo di questa tecnica mininvasiva.
Ai primi segnali di dolore e di limitazione funzionale è dunque consigliabile rivolgersi quanto prima al proprio ortopedico di fiducia che, una volta effettuata la diagnosi, saprà consigliare i trattamenti più efficaci prediligendo, ove indicato, l’impianto di una protesi monocompartimentale.
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