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Cronaca | 28 gennaio 2023, 07:14

Il porto di Arma di Taggia resterà chiuso ancora a lungo, disagi per pescatori e diportisti. Fichera "Primo passo l'analisi del fondale"

Nel corso del vertice di ieri in Comune, il terzo da quando è scoppiata l'emergenza, sono state definite le modalità d'intervento e quindi la tempistica necessaria. Il primo passo sarà l'analisi del fondale.

Il porto di Arma di Taggia rimarrà chiuso ancora a lungo. Un problema che interessa soprattutto i due pescatori professionisti, oltre ai circa 60 diportisti che hanno una barca ormeggiata. 

Vertice in comune

Nel corso del vertice di ieri in Comune, il terzo da quando è scoppiata l'emergenza, sono state definite le modalità d'intervento e quindi la tempistica necessaria. Il primo passo sarà l'analisi del fondale. Grazie ai sub verrà determinato quanto e che tipo di materiale è accumulato là sotto. La variazione delle quote baltimetriche, causata dai detriti spinti all'interno della Darsena dalla mareggiata del 18 gennaio (LINK) ha fatto scattare l''ordinanza della Capitaneria di Porto che vieta la navigazione nel porticciolo.

Attraverso le analisi sul materiale si potrà capire come smaltirlo. Questa è la principale incognita che grava sull'intera operazione perchè inciderà in maniera significativa sul costo complessivo. Nel migliore dei casi potrebbe trattarsi di fango e detriti di origine naturale che potrebbero essere reinseriti in mare. Se così non fosse l'intervento subirà un aumento significativo dettato proprio dai costi di smaltimento. 

Al vaglio una deroga per i pescatori professionisti

"Questa è una emergenza e stiamo facendo tutto il possibile per accelerare i tempi - spiega l'assessore Manuel Fichera - Quindi, agiremo per somma urgenza. Le prime analisi del fondo ci permetteranno di capire che tipo di lavoro sarà e se sarà più o meno oneroso per le casse dell'ente, già messe a dura prova. Da parte nostra c'è massima sensibilità e vicinanza per tutti ma soprattutto per i pescatori che si trovano fermi senza la possibilità di lavorare. In questa fase stiamo cercando di capire con la Capitaneria di Porto se ci siano gli estremi per potergli concedere una deroga alla navigazione e quindi per tornare a pescare e lavorare. Ad oggi il porto resta chiuso e ci vorrà del tempo per metterlo in sicurezza". 

35 barche verranno trasferite in altri porti

La seconda fase d'intervento prevede il dragaggio del fondale e l'esame della catenaria che regola il sistema di ormeggio, da tempo sommersa. Una volta liberata saranno appurate le condizioni e quindi se e dove sarà necessario sostituirla. "Bisogna necessariamente liberare il fondo della darsena dal materiale accumulato, si tratta di un intervento complesso per il quale abbiamo già individuato una ditta specializzata. Scavare il fondale comporterà lo spostamento di 35 imbarcazioni (poco più del 50%) in altri porti a noi vicini e a nostre spese. Questo permetterà di uscire da questa condizione di impasse. Tutti i soggetti e gli enti che siedono a questo tavolo di lavoro, stanno agendo in modo sinergico consci della necessità di restituire quanto prima la darsena alla comunità. È difficile parlare con certezza di tempistiche, indicativamente da quando inizieranno i lavori e salvo imprevisti potrebbero volerci almeno quaranta giorni" - conclude Fichera.

Spostare subito le barche regolarmente utilizzate

Un tempo che sommato alle operazioni preliminari sul fondale sposta la possibile riapertura del porticciolo in tarda primavera. "È stato un incontro positivo. - ha detto Roberto Parodi, presidente del Circolo Nautico di Arma, l'ente che gestisce l'approdo per conto del Comune - Da parte nostra abbiamo visto che finalmente c’è la volontà di fare i lavori. Noi abbiamo collaborato fin da subito e abbiamo fornito i nominativi e i recapiti dei proprietari delle imbarcazioni che saranno interessate dallo spostamento in altri porti". 

"A memoria, in tanti anni non abbiamo mai visto un intervento di questo tipo. - aggiunge - Attendiamo di conoscere anche le risultanze delle analisi sul fondale per capire se possano scattare eventuali deroghe. È una situazione complessa e non tutti potrebbero capire. C'è la possibilità che qualcuno mugugni ma siamo in emergenza". 

"Credo che una soluzione nell'immediato per limitare i disagi e contenere il malumore possa essere quella di provvedere ad un primo spostamento delle barche che vengono regolarmente utilizzate. Questo permetterebbe di liberare in tempi brevi una buona parte della Darsena con uno sforzo contenuto" - conclude Parodi.

Stefano Michero

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