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| 20 novembre 2022, 07:42

Sanremo al centro delle tensioni internazionali alla vigilia della seconda guerra mondiale: il racconto dello storico Pierluigi Casalino

Tuffo nel passato nella città dei fiori del 1934

Sanremo al centro delle tensioni internazionali alla vigilia della seconda guerra mondiale: il racconto dello storico Pierluigi Casalino

Lo storico Pierluigi Casalino ricorda il ruolo della città di Sanremo nel 1934, periodo in cui fu al centro delle tensioni internazionali alla vigilia della seconda guerra mondiale.

"Il 1934 aveva già visto Sanremo protagonista di eventi di grande richiamo soprattutto sportivi, ma anche di ordine politico. Personalità di mezzo mondo erano passate, infatti, dalla Città dei Fiori e tra esse persino i reali del Siam, oggi Thailandia. Con un dispaccio urgente del 18 ottobre 1934 il prefetto di Imperia, a seguito di precedente analoga comunicazione del Ministero dell'Interno, comunicava al podestà di Sanremo e allo stesso Ministero che il ministro degli esteri ungherese Kanja era giunto finalmente a Sanremo, proveniente da Ventimiglia, per restarvi una o due settimane per cure mediche e riposo. Il dispaccio rendeva noto, inoltre, che l'illustre ospite avrebbe soggiornato presso l'albergo Miramare e che nella circostanza sarebbe stata disposta riservata vigilanza al fine di garantire alla personalità tranquillità e sicurezza. Kanja peraltro, il giorno seguente, si sarebbe diretto alla volta di Roma per incontrare S.M. il Re ed altre autorità, per poi fare ritorno a Sanremo e proseguire nel suo soggiorno. Una successiva comunicazione ministeriale avvertiva tuttavia il prefetto che sulla scorta di notizie confidenziali raccolte dalle Legazioni italiane in Ungheria studenti ed ufficiali nazionalisti jugoslavi avrebbero preparato un attentato terroristico contro l'esponente ungherese durante la sua permanenza in Italia per manifestare a favore della minoranza serba in quel Paese. Poiché non era escluso un tentativo di colpire Kanja anche a Sanremo, la Prefettura di Imperia aveva innalzato nella zona il livello di guardia intorno al ministro ungherese e al suo seguito" - ricorda lo storico Pierluigi Casalino.

"In quel momento, a dire il vero, l'influenza tedesca stava prendendo il sopravvento nell'Ungheria di Horthy, e l'Italia fascista, per quanto Horthy fosse un alleato, temeva di non avere più sufficienti garanzie contro le rivendicazioni slave nei Balcani. Le misure poste in atto anche a Sanremo per proteggere l'uomo politico ungherese ed evitare spiacevoli incidenti furono notevoli. L'allarme nei confronti della minaccia slava non fu però il solo in quel periodo che vedeva scivolare lentamente il Vecchio Continente verso la seconda guerra mondiale. A Sanremo spie sovietiche seguivano e controllavano i fedeli russi emigrati dopo la rivoluzione e che frequentavano la chiesa ortodossa russa della città. Altri agenti stranieri si muovevano in Riviera proprio per la particolarità del luogo e per le sue frequentazioni diplomatiche e di personaggi di diversa estrazione. Sanremo, infatti, con il proliferare di presenze straniere, di intrecci e di rivendicazioni internazionali non sempre lineari si trovò presto, in quegli anni, al centro di relazioni non estranee all'imminente immane conflitto. L'euforia derivante dalle illusioni di Monaco duro' ben poco. Di tali cupe prospettive ebbe preoccupata consapevolezza lo stesso Santo don Orione che a Sanremo trascorse gli ultimi anni della sua vita e qui si spense il 12 marzo 1940. Il Santo alla notizia dell'invasione della Polonia il 1 settembre 1939, fece avvolgere l'altare della piccola cappella dove era solito celebrare la messa con la bandiera polacca, dicendo che quel Paese viveva in quel tragico momento la Passione di Cristo" - narra Pierluigi Casalino.

Redazione

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