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Politica | 23 settembre 2022, 18:03

Elezioni 2022, Nappi (Italia Sovrana e Popolare): "Una croce sul nostro simbolo per evitarne una ben più pesante sulle spalle in futuro"

Il candidato al Parlamento ricorda i punti cardine della campagna elettorale della coalizione: "Ripristino della sanità territoriale, tutela delle attività imprenditoriali, istruzione e riduzione dei costi dell'energia"

Elezioni 2022, Nappi (Italia Sovrana e Popolare): "Una croce sul nostro simbolo per evitarne una ben più pesante sulle spalle in futuro"

«Abbiamo la possibilità di riprendere in mano il nostro futuro, non sprechiamo questa occasione. Andiamo a votare. Domenica mettiamo una croce in favore del ripristino della sanità territoriale, in favore della politica che tutela le attività imprenditoriali italiane, in favore della riduzione dei prezzi di luce, gas, carburante, in favore di una istruzione che torni a svolgere un ruolo fondamentale per la crescita dei giovani. Il rischio è quello di portare un croce ben più pesante nei prossimi cinque anni, veder chiudere aziende e negozi, vedere licenziamenti di massa e compromesso il futuro di famiglie e giovani».

Francesco Nappi, ristoratore di Loano candidato alla Camera per la coalizione Italia Sovrana e  Popolare e presidente del Movimenti Italia Unita, è stato fra i protagonisti della manifestazione di fine campagna elettorale avvenuta ieri a Roma, in cui si sono raccolti i leader ed i protagonisti della coalizione guidata da Marco Rizzo e Francesco Toscano.

«L'appuntamento di Roma è stata l'occasione per ribadire i punti del nostro programma – sottolinea il candidato savonese della coalizione Italia Sovrana e Popolare – Per il territorio ligure è importante il ripristino della sanità territoriale, nel ponente è imprescindibile che l'ospedale di Albenga e della Val Bormida siano utilizzati come tali e non come dormitori, la riapertura dei nosocomi imperiesi e il ripristino dei Pronto Soccorso di Albenga, Val Bormida e nell'imperiese».

Nel programma sono previste inoltre attività a sostegno dell'imprenditoria. «In Liguria la nostra industria è il turismo, all'interno del quale ci sono attività che rischiano la chiusura a causa di norme e direttive europee. Ebbene vogliamo tutelare queste aziende rendendo inefficace la direttiva Bolkestein. Visto che noi ne abbiamo parlato, ora ci sono partiti di sistema che provano a lanciare proposte in favore dei Bagni Marini. Cosa se ne fanno i gestori delle spiagge di concessioni che durano sei anni? Le aziende hanno bisogno di programmare a lungo termine, con una concessione che dura sei anni non puoi pensare ad investire per il futuro. Quelle dei partiti che hanno governato fino ad ora sono sparate, chiacchiere senza programmazione. Hanno parlato anche di opzioni e prelazioni in fase di gara, per le concessioni, nel 2024. Questi partiti non hanno fatto nulla in 16 anni ed ora vogliono aiutare queste aziende. Pensano che qualcuno creda alle loro promesse elettorali?».

Un grosso problema per la Liguria sono le infrastrutture, le vie di circolazione. «Abbiamo una rete viaria scadente, con la manutenzione ai minimi termini, ed autostrade che non sono in grado di supportare il trasporto merci su mezzi pesanti ma capaci di chiedere pedaggi da capogiro. Gli autotrasportatori sono così in difficoltà. Anche a causa di concorrenza sleale proveniente da aziende di Stati europei con una fiscalità decisamente più leggera rispetto a quella italiana, aziende che operano con regolarità sul nostro territorio. Per questa categoria è necessaria una riforma globale, da rivedere le imposte agli operatori del settore, ridurre i pedaggi autostradali, ridurre il prezzo del carburante».

Molti problemi che al momento preoccupano aziende e famiglie sono legate alla guerra fra Ucraina e Russia. Le sanzioni verso lo stato russo cos'hanno portato all'Italia? «Direi solo problemi – sottolinea il candidato al parlamento Francesco Nappi – Come possiamo aiutare popoli in difficoltà quando hanno grossi problemi proprio le nostre famiglie e le nostre aziende? Le sanzioni ed il blocco delle forniture di gas hanno di fatto bloccato ad esempio il settore siderurgico. A Genova sono circa 5000 le famiglie che direttamente o indirettamente avranno un componente che, nella migliore delle ipotesi, verrà messo in cassa integrazione. A causa dell'aumento del gas, assieme all'aumento del prezzo di carburanti ed energia elettrica, molte aziende stanno valutando il licenziamento del personale e la chiusura dell'attività lavorativa mentre le famiglie non sanno come pagare le bollette, in alcuni casi quadruplicate. Queste sanzioni, più che mettere in difficoltà la Russia stanno ammazzando aziende e famiglie italiane. Se, alle prossime elezioni, gli elettori ci accoderanno la preferenza, siamo pronti fin da subito ad intervenire per ridurre prezzi di energia, gas, carburanti. In alternativa ci sarà una croce più grossa da portare sulle spalle».

I.P.E.

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