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Sanità | 13 agosto 2022, 07:00

Aiutiamo i nostri anziani a vivere in salute e più serenamente

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Aiutiamo i nostri anziani a vivere in salute e più serenamente

Nello scorso articolo ho parlato di come sia possibile rallentare l’invecchiamento precoce così da invecchiare più serenamente, in modo naturale e fisiologico, liberi dall’incubo delle patologie cronico degenerative di cui soffrono milioni di persone. Purtroppo, nel mondo occidentale “morire di vecchiaia”, di morte naturale è sempre più raro.

Infatti, quasi tutti gli anziani sono schiavi di lunghe liste di farmaci da assumere ogni giorno, costretti a visite snervanti da un ambulatorio medico ad un laboratorio di analisi, limitati nelle azioni e nelle funzioni mentali e con diversi scompensi psicoemotivi.

Io sono convinta che sia possibile condurre una terza età attiva, senza gravi malattie e inutili sofferenze, con un buon equilibrio psicofisico. La prima cosa da fare, superata una certa età, è garantirsi una buona digestione e migliorare l’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale. E questo perchè la produzione di acidi gastrici e di enzimi digestivi tende a diminuire con il passare degli anni. Non a caso, la maggior parte degli anziani fatica a digerire e mostra tutti i sintomi di alterazioni gastrointestinali.

La scarsità di acidi ed enzimi digestivi comporta anche uno scarso assorbimento dei nutrienti contenuti negli alimenti, ecco perché potrebbe essere un buon consiglio per gli anziani facilitare la propria digestione, assumendo integratori di enzimi digestivi contenenti una piccola dose di betaina cloridrato che, oltre a stimolare l'acido cloridrico nello stomaco e, quindi migliorare la digestione, è una sostanza che riduce il livello di omocisteina, la proteina nemica del cuore.

Come ho detto, se non si digerisce bene, subentra anche il malassorbimento e la persona può andare in deficit di bioattivi come lo zinco, la cui carenza può ridurre proprio la quantità di acido cloridrico nello stomaco, fondamentale per la prima parte della digestione. Lo zinco è un minerale presente in vari alimenti: nel pesce e nella carne, nei cereali (germe di grano e avena), nei legumi, nella frutta secca e nei semi (zucca, sesamo e girasole).

Alte percentuali le troviamo anche nel latte di capra, nei funghi, nel cacao amaro e nel tuorlo d'uovo. Non è un caso che molti anziani siano carenti non solo di vitamina D e di calcio, ma anche di bioattivi importanti come la vitamina B12, l'acido folico e tutto il gruppo B.

Di solito, hanno bassi livelli anche di vitamina C, A, E, K, di selenio e cromo. Tutti nutrienti di cui si può andare in deficit, se non funziona bene la digestione e il meccanismo dell'assorbimento a livello intestinale. Un altro scompenso che maggiormente affligge le persone anziane sono i dolori mio-osteoarticolari. Si perde facilmente la coordinazione del movimento e ci si ritrova nell’impossibilità di svolgere anche l’attività fisica più semplice come la camminata o la ginnastica dolce. A volte i dolori non colpiscono le articolazioni, ma i muscoli. In questo caso si parla di fibromialgia.

Oggi si è più propensi a credere che questa condizione patologica derivi più da un problema del metabolismo energetico delle cellule muscolari piuttosto che da un semplice stato infiammatorio. Molti anziani soffrono di polimialgia, caratterizzata da rigidità, nelle prime ore del mattino, che interessa soprattutto le spalle e le anche.

In questo caso, si è portati ad associare il disturbo a una sorta di intossicazione dell'organismo, causata da organi emuntori bloccati che non riescono ad eliminare le tossine esogene ed endogene che rimangono intrappolate nei tessuti muscolari e articolari. In poche parole, fegato, intestino, reni e sistema linfatico non riescono ad eliminare le scorie prodotte dalla digestione dei pasti e dal metabolismo energetico.

Questa condizione può compromettere la funzionalità non solo articolare, ma anche di diversi apparati, può causare un eccessivo indebolimento del sistema immunitario con un aumento della frequenza delle infezioni, delle allergie e delle infiammazioni e può favorire la genesi delle patologie neurodegenerative come il Parkinson e l'Alzheimer, sempre più diffuse. Nello scorso articolo abbiamo visto quanto i radicali liberi, se in eccesso e non inattivati dai sistemi antiossidanti, producano alterazioni della funzionalità cellulare, impedendone la pronta riparazione, con una conseguente accelerazione dell'invecchiamento, con tutte le gravi conseguenze neurologiche che conosciamo.

Infatti, demenza senile e morbo di Alzheimer sembrano essere sempre più una diretta conseguenza dell'infiammazione e dello stress eccessivo cui sono sottoposti i sistemi di disintossicazione dell'organismo. Il meccanismo centrale della degenerazione delle cellule cerebrali sono l'infiammazione e l'ossidazione, ecco perché è fondamentale che l'alimentazione degli anziani sia ricca di potenti vitamine antiossidanti come la E e C, nonché di acidi grassi Omega 3, EPA e DHA.

Importanti anche le integrazioni di acido folico e delle vitamine B12 e B6. Tutte vitamine in grado di ridurre l'omocisteina, la proteina che, se in eccesso, aumenta il rischio cardiovascolare. Uno degli ormoni che diminuisce durante una degenerazione cerebrale è l'acetilcolina, la molecola della memoria. Ecco perché, potrebbe essere un valido aiuto integrare nei loro pasti i suoi precursori come la fosfatilcolina, fosfatilserina e il DMAE, tutti nutrienti che possono aiutare a migliorare le funzioni cognitive, perché favoriscono la formazione di nuove cellule cerebrali e la sintesi della stessa acetilcolina.

Allora, un'ottima strategia, efficace per la prevenzione e la regressione dei primi stadi del declino fisico e cognitivo dei nostri anziani, è caratterizzata da un approccio complessivo che comprenda un miglioramento del loro stile di vita: cibo buono e fresco, attività fisica adeguata, interessi e hobby, insieme a una integrazione mirata di nutrienti utili per migliorare la loro digestione, contrastare la disbiosi e la permeabilità intestinale e potenziare i loro sistemi antiossidanti epatici. E’ fondamentale anche evitare che assumano una quantità eccessiva di farmaci.

I farmaci, lo sappiamo, trattano i sintomi, ma non le cause. Molte volte possono irritare lo stomaco e l'intestino e rendere le pareti più permeabili, ostacolando la digestione e favorendo la disbiosi, come fanno gli antinfiammatori non steroidei (FANS) e gli antibiotici. Ricordatevi che anche i farmaci rilasciano scorie andando a sovraccaricare ulteriormente le vie della disintossicazione e, se assunti in eccesso, possono danneggiare il fegato e i reni con un conseguente peggioramento dei sintomi e una maggiore esposizione dell'organismo alle infezioni e alle alterazioni patologiche. Bisogna quindi evitare che l’anziano possa cadere nel circolo vizioso che lo costringe a fare uso di troppi farmaci, quotidianamente.

Più volte ho sottolineato quanto sia fondamentale concentrarsi sulla causa e non sul sintomo, garantendo al nostro organismo la giusta quantità di nutrienti importantissimi per sostenere tutte le sue funzioni metaboliche e cognitive. E questo concetto base della Nutrigenomica è importante soprattutto per la persona che, superata una certa età, inizia a perdere funzionalità ed efficienza organica, metabolica e cognitiva.

L’invecchiamento consiste proprio nella perdita di funzioni e di capacità rigenerative e riparative del nostro organismo. La cosa importante è che avvenga in modo graduale e fisiologico. Ecco perché, soprattutto gli anziani devono garantirsi una “nutrizione ottimale”, ricca di bioattivi importanti come gli antiossidanti, i probiotici e i prebiotici, gli enzimi digestivi, i grassi essenziali, ma anche acido butirrico, glucosammina, gruppo B, glutatione, coenzima Q 10, vitamine e Sali minerali. Purtroppo, l’infelice combinazione di cattiva alimentazione, alcol, fumo e abuso di farmaci, uniti alla sedentarietà e alla emarginazione dalla vita sociale e, a volte, familiare apre la strada più velocemente alla degenerazione cronica e condanna i nostri anziani a una vecchiaia piena di stenti e privazioni.

È fondamentale che la persona si faccia seguire da uno specialista che sia in grado di programmare, non solo un piano alimentare specifico, ma anche una integrazione mirata di vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi essenziali, volti proprio a ridurre il carico tossico che grava sull'organismo di una certa età e a ripristinare il potenziale disintossicante. E’ importante lavorare sul delicato equilibrio della flora batterica intestinale (Microbiota).

Bisogna curare la permeabilità dell'intestino e identificare le vie epatiche interessate dal sovraccarico tossico. E’ di vitale importanza avere una cura particolare per il fegato perché proprio la minore capacità di disintossicazione epatica, unità a un cattivo stato nutrizionale e all'esposizione a ossidanti e a altri tossici conduce al collasso generale che si chiama morte.

Sono convinta che l'uomo, che gode di piena salute, possegga riserve sufficienti per vivere fino alla fine dei suoi giorni senza subire una perdita debilitante delle funzioni fisiche e cognitive, per spegnersi, alla fine, in modo rapido e indolore, in modo naturale.

Quindi, aiutiamo i nostri anziani a vivere in salute e più serenamente!

Redazione

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