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Al Direttore | 07 agosto 2022, 09:41

La lotta di influenze tra Genova e Pisa nelle Riviere e nella Francia meridionale tra il XII e il XIII secolo

Il racconto di Pierluigi Casalino

La lotta di influenze tra Genova e Pisa nelle Riviere e nella Francia meridionale tra il XII e il XIII secolo

Fino al 1175 Genova e Pisa si combatterono aspramente sul mare e in terraferma, dalla Toscana alla Provenza e dalle due Riviere alla Sardegna e alla Corsica. Fu una guerra incerta e con alterne vicende, che vide Genovesi e Pisani vincere e perdere, pur trovandosi uniti nella politica filoimperiale, anche se in più o meno sincera alleanza con Federico Barbarossa. Sia gli uni che gli altri mantennero, tuttavia, una posizione di vigile neutralità nel conflitto tra l'imperatore e la Lega Lombarda dei liberi Comuni. Essi avevano già ottenuto con i diplomi del 1162 quella piena autonomia a cui altri Comuni aspiravano, mentre speravano di ottenere cospicui privilegi in Sicilia. Fu una guerra stanca, come detto, combattuta nei diversi scacchieri, soprattutto in Provenza, in quella regione francese, la quale costituiva uno dei granai dei Genovesi, che i Pisani avevano interesse fosse chiuso alle loro importazioni. Ma fu anche una strana guerra, perché, mentre si combatteva, si parlava di pace e si facevano tentativi di accordi diretti o indiretti attraverso espedienti diplomatici. Nella Francia meridionale l'espansione commerciale di Genova si era sviluppata negli affari delle Contee e dei Comuni della Provenza e della Linguadoca.

La Superba aveva legato a sé diverse città, quali Narbona, Hyères, Fos, Antibo (Antibes) e Marsiglia. Anche Pisa aveva esteso la propria influenza in quelle regioni, dove nel 1141 era intervenuta, insieme a Genova, per sedare la ribellione di Montpellier e rimettere al potere Guglielmo VI. Analogo comune intervento le due repubbliche effettuarono a favore del conte di Tolosa, che, nel 1143 firmò insieme ai rappresentanti di Saint Gilles una pace piuttosto onerosa. In entrambi i casi Genova e Pisa godettero di non poche facilitazioni. Questa comune condotta era comunque sottoposta alla legge del più forte e Genova, pur di  raggiungere la supremazia commerciale, non esitava di compiere arbitri. Quando, infatti, Ermengarda di Narbona strinse nel 1164 un accordo con Pisa, Genova pose un duro veto a tale operazione. A quel punto divampò un conflitto alle foci del Rodano, dove alcune galee pisane entrarono dopo il saccheggio di Albenga. Il blocco genovese nella zona fu rotto dai Pisani, ma questi per diversi motivi furono costretti ad indietreggiare: in seguito a ciò Genova stipulò una convenzione con il conte di Provenza che impediva l'ingresso pisano nel Rodano. Ormai da Narbona a Nizza, a Grassa (Grasse) le due repubbliche erano in guerra aperta. Una ribellione a Nizza fu stroncata dai Genovesi nel 1166. Nella successiva contesa che vedeva il Conte di Tolosa appoggiato da Pisa e Alfonso di Aragona appoggiato da Genova per l'incarico di Conte di Provenza, Genova vide la meglio. Nel 1167 a seguito di tale sviluppo Nizza e Tolosa furono interdette a Pisa. Le vicende successive ebbero come protagonista l'abile diplomazia della Dominante che una serie di trattati aveva legato a sé le città delle due Riviere (Savona nel 1153, Noli, Ventimiglia, Porto Maurizio e Sanremo nel 1166 e nel 1167).

Gli accordi con gli altri Comuni nella Francia meridionale affidarono a Genova il più vasto e assoluto monopolio sui mari e sulle coste francesi. Genova firmò una pace con Pisa dopo questi successi. Fu solo una tregua che non tardò a spezzarsi. Ma nel frattempo la collaborazione delle due repubbliche portò a non pochi risultati ad esse favorevoli in altre aree del Mediterraneo. Qualche problema Genova lo ebbe nella prosecuzione territoriale sulla costa che non fu certo una passeggiata. Ne fu un esempio la difficile sottomissione di Ventimiglia, che avvenne solo nel 1222 grazie proprio all'alleanza con Pisa. Gli altri centri invece si  associarono a Genova, pur godendo di ampia autonomia commerciale,  sempre però a tutela del monopolio della Dominante. Laigueglia, Diano, Oneglia, Porto Maurizio e Sanremo, ancorché soggette alla signoria dei Clavesana,  si affidarono saldamente alla guida di Genova.

Pierluigi Casalino 

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