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Attualità | 12 giugno 2022, 07:11

Referendum sulla giustizia: orari, come si vota e cosa c'è da sapere sui cinque quesiti

I 5 referendum hanno lo scopo di abrogare alcune norme: legge Severino, limitazioni delle misure cautelari, separazione delle carriere tra giudici e pm, valutazione dei magistrati ed elezione dei membri togati del Csm

Referendum sulla giustizia: orari, come si vota e cosa c'è da sapere sui cinque quesiti

Oggi gli elettori italiani sono chiamati a votare per i cinque referendum sulla giustizia, che corrispondono ad altrettante schede elettorali di colore diverso. I cinque referendum riguardano l'ordinamento giudiziario italiano e hanno lo scopo di abrogare alcune norme: abolizione della legge Severino, limitazioni delle misure cautelari, separazione delle carriere tra giudici e pm, valutazione dei magistrati, elezione dei membri togati del Csm. Si potrà votare dalle 7 alle 23. 

Se si vota 'sì', si sceglie di abrogare queste norme, mentre votando per il 'no' si mantiene lo status attuale. Trattandosi di referendum abrogativi, è necessario che venga superato il quorum, quindi che si rechi alle urne la metà più uno degli aventi diritto al voto. Un obiettivo difficile, ma che potrebbe essere facilitato dal fatto che, nello stesso giorno, si vota in quasi mille comuni italiani per le elezioni amministrative. In provincia di Imperia sono solo quattro i comuni interessati dal rinnovo del consiglio comunale e del sindaco. 

La scheda elettorale per votare il primo quesito referendario è di colore rosso. Il titolo del quesito è "Abrogazione del testo unico delle disposizioni in materia di incandidabilità e divieto di ricoprire cariche elettive e di Governo conseguenti a sentenze definitive di condanna per delitti non colposi". Si tratta, in sintesi, di abrogare la legge Severino. 

La scheda elettorale per votare il secondo quesito referendario è arancione. Il titolo del quesito è "Limitazione delle misure cautelari: abrogazione dell'ultimo inciso dell'art.274, comma 1, lettera c), codice di procedura penale, in materia di misure cautelari e, segnatamente, di esigenze cautelari, nel processo penale". L'obiettivo è quello di limitare i casi in cui possono essere inflitte misure cautelari, e in particolare la carcerazione preventiva o i domiciliari. Se si vota 'Sì', viene abrogata l'ipotesi di pericolo di reiterazione dello stesso reato.

La scheda elettorale per votare il terzo quesito referendario è di colore giallo. E' quello con il testo più lungo e riguarda la separazione delle funzioni dei magistrati, e nello specifico l' "abrogazione delle norme in materia di ordinamento giudiziario che consentono il passaggio dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa nella carriera dei magistrati". In sintesi, si richiede di abrogare la norma che consente ai giudici di svolgere le funzioni di pubblico ministero e viceversa. Se vince il 'Sì', ci sarà l'applicazione di due carriere distinte e incomunicabili.

La scheda elettorale per votare il quarto quesito referendario è grigia. Questo quesito riguarda la "partecipazione dei membri laici a tutte le deliberazioni del Consiglio direttivo della Corte di Cassazione e dei consigli giudiziari. Abrogazione di norme in materia di composizione del Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei consigli giudiziari e delle competenze dei membri laici che ne fanno parte". Questo quesito referendario introdurrebbe il voto degli avvocati e dei professori universitari nei consigli giudiziari per le valutazioni di professionalità dei magistrati. Se vince il 'Sì', anche i membri laici sarebbero quindi inclusi nelle valutazioni.

La scheda elettorale per votare il quinto ed ultimo quesito referendario è di colore verde. Quest'ultimo riguarda l' "abrogazione di norme in materia di elezioni dei componenti togati del consiglio superiore della magistratura". Il quesito quindi concerne le norme che regolano l'elezione nel Csm. Se vince il 'Sì' ogni magistrato potrà presentare la propria candidatura senza necessariamente trovare il sostegno di altri magistrati.

Per essere ammessi a votare, bisogna andare al seggio muniti di uno di questi documenti: la carta d’identità o un altro documento di identificazione provvisto di fotografia rilasciato dalla pubblica amministrazione; la tessera di riconoscimento rilasciata dall’Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia, purché corredata di fotografia e convalidata da un Comando militare; oppure la tessera di riconoscimento rilasciata di un ordine professionale: anche in quest’ultimo caso è necessario che ci sia la foto. 

Se si dimentica il documento è sufficiente che l’elettore sia riconosciuto da uno dei membri del seggio che ne attesti l’identità o da un altro elettore, noto al seggio e provvisto di documento di riconoscimento. Infine, c’è un altro modo: è possibile dimostrare la propria identità anche con la ricevuta della richiesta di rilascio della carta d’identità elettronica, in quanto munita della fotografia del titolare e dei relativi dati anagrafici.

Oltre al documento di riconoscimento, è necessario avere con sé la tessera elettorale, che prova la regolare iscrizione nelle liste elettorali del comune di residenza. Consente di esercitare il diritto di voto in occasione di ogni elezione o referendum fino a un massimo di 18 consultazioni, corrispondenti agli spazi dove viene apposto il bollo della sezione elettorale. Se questi ultimi sono esauriti, bisogna chiedere all’ufficio elettorale del proprio comune una nuova tessera.

Redazione

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