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Al Direttore | 29 maggio 2022, 08:34

Quando la Liguria perse la val Roja, la ricostruzione di Pierluigi Casalino

Per il colpo di mano francese che alla fine della guerra ha finito per penalizzare, aldilà del dovuto, i destini idrici del Bel Paese e, soprattutto, della Liguria

Quando la Liguria perse la val Roja, la ricostruzione di Pierluigi Casalino

Nei difficili tempi che viviamo, oltre alle epidemie e i conflitti, ci allarma anche lo spettro della siccità. Nel Ponente ligure, ma in tutta l'Italia Nordoccidentale, questo problema oggi si presenta ancor più preoccupante per il colpo di mano francese che alla fine della guerra ha finito per penalizzare, aldilà del dovuto, i destini idrici del Bel Paese e, soprattutto, della Liguria. E ciò nonostante la contrarietà degli americani e l'opposizione dei partigiani italiani, che, nelle zone di confine, furono tuttavia disarmati e scacciati dai francesi che, si rifacevano ad una interpretazione arbitraria degli accordi di Plombière tra Cavour e Napoleone III del 1858. I transalpini, sotto la guida prepotente di De Gaulle,  pretendevano di occupare, infatti, estese aree territoriali in Val d'Aosta, in Piemonte e in Liguria. Mentre i partigiani liberavano la val Roia, truppe coloniali algerine e senegalesi occupavano Briga, Tenda e giungevano fino a Imperia, spostando un primo provvisorio confine tra Bordighera e Vallecrosia in attesa di ritocchi più profondi. Il pretesto era che la gente si esprimeva in tali zone con parlate francesi, circostanza questa palesemente, linguisticamente e storicamente, errata. In tale contesto si consumò, inoltre, grazie a plebisciti farsa, l'ingiustizia di scippare comuni e parti di comuni del Piemonte e del Ponente ligure (Olivetta San Michele) e quindi dell'Italia, facendo decadere illegalmente le amministrazioni italiane in carica. Decisioni che non furono fortunatamente del tutto approvate dagli Alleati e nemmeno totalmente ratificate in occasione della conferenza di Caserta prima e di quella di pace di Parigi, poi, che portò peraltro ai trattati del 1947,che,  dolorosamente, tolse all'Italia e alla Liguria terre da secoli  italiane e liguri per cultura, lingua e tradizioni. Il tutto come rivalsa nei confronti della sciagurata guerra scatenata da Mussolini contro  la Francia nel 1940.In quel generale clima di sopraffazione, condannato persino da molte personalità francesi, maturò pure il furto delle risorse idriche della val Roia. Nel 1946 l'amministrazione del Nord Italia passo' dagli Alleati al governo italiano, che non fece in tempo a modificare i fatti compiuti e subì, se pur con parziali rettifiche, la volontà francese di impadronirsi di suoli patri italici aldilà del consentito dagli stessi Angloamericani. L'energia elettrica della Val Roia doveva essere concessa dai francesi alle regioni del Nord Ovest italiano fino al 31 dicembre 1961, ma ciò non avvenne. Così come avrebbe dovuto essere firmato un trattato di pace italo-francese, senza la cessione di territori. L'insistenza francese fu arginata solo in parte dagli Americani, con il risultato che la sorte di genti di stirpe italiana fu cambiata d'imperio per decisione politica e antistorica assunta alle loro spalle.

Casalino Pierluigi

Redazione

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