Maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e minacce. Con queste accuse è finito a processo un 44enne originario di Torino, M.M., dinanzi al Tribunale collegiale di Imperia, Indellicati presidente.
L’uomo, difeso dall’avvocato Diego Taggiasco, avrebbe maltrattato la moglie alle presenza delle due figlie minori e quotidianamente l'avrebbe offesa dicendole anche “devi pulire la casa perché sei una negra”. Le offese sarebbero state rivolte anche a una delle due bimbe.
Secondo l’accusa, rappresentata dal pm Francesca Buganè Pedretti, l’uomo avrebbe minacciato di morte la moglie dicendole “ti ammazzo, ti butto dal balcone, prova a chiamare la polizia e ti faccio fuori; non hai i documenti e ti faccio buttare fuori casa e non vedrai più le bambine".
La giovane donna poi, sarebbe stata costretta a inginocchiarsi e mentre il marito le puntava un coltella alla testa l'uomo avrebbe scattato una foto che sarebbe stata inviata ad un’amica. I fatti contestati sarebbero stati perpetrati a Sanremo dal luglio del 2019 all'ottobre 2020.
In questo arco di tempo l’imputato più volte avrebbe colpito la moglie con calci, pugni, schiaffi. Per la Procura poi l’uomo abusava “abitualmente di cocaina che sovente le imponeva di acquistare per suo conto, minacciandola di morte, non contribuendo al sostentamento economico della famiglia e sperperando le sue risorse”. Alla vittima inoltre, veniva impedito di uscire liberamente da casa e di intrattenere stabili relazioni sociali e il 44enne aveva instaurato “all’interno del nucleo familiare un clima di vessatoria prevaricazione ai suoi danni e rendeva assolutamente intollerabile la prosecuzione della convivenza”.
La moglie infine sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali e diverse minacce. Essendo senza regolare permesso di soggiorno l’imputato le paventava l’ipotesi che “l’avrebbe cacciata di casa per costringerla ad acquistare sostanza stupefacente del tipo cocaina dai suoi fornitori con i quali concordava gli incontri in piazza Colombo o nei pressi di alcuni supermercati di Sanremo”. Alla donna venivano consegnati dai 250 ai 500 euro e in mancanza di denaro veniva minacciata di doversi “prostituire per pagargli la droga”.