Attualità - 11 maggio 2022, 07:02

Domani è la 'Giornata internazionale dell'Infermiere': l'Opi imperiese "Possiamo produrre salute a 360 gradi"

"Questa è la più grossa lezione che dobbiamo trarre da questa pandemia e soprattutto non dobbiamo dimenticare, ma guardare avanti"

Verrà celebrata domani anche nella nostra provincia la 'Giornata internazionale dell’Infermiere' e coincide con la data di nascita di Florence Nightingale la “fondatrice dell’assistenza infermieristica moderna”. Nata nel 1820 fu l’Infermiera che propose l’organizzazione di ospedali da campo e che per prima utilizzo il metodo scientifico attraverso la statistica.

L'ordine di Imperia sottolinea, in questa giornata: "Una maggiore valorizzazione delle professionalità che lavorano accanto al paziente. In quanto se riconosciuti adeguatamente da un punto di vista sociale ed economico, agendo in condizioni da poter svolgere servizi utili alla comunità, possono produrre salute a 360 gradi. Questa è la più grossa lezione che dobbiamo trarre da questa pandemia e soprattutto non dobbiamo dimenticare, ma guardare avanti, in quanto l’Infermiere è:
- VITA – senza Infermieri la mortalità sale del 30%
- RELAZIONE – senza Infermieri non c’è prossimità territoriale e le cure del paziente rischiano di essere abbandonate
- FUTURO – senza Infermieri il nostro Servizio Sanitario Nazionale non cresce".  

VITA: ad oggi si stima una carenza di circa 60.000 Infermieri in tutta Italia, in Liguria sono 2.040 gli Infermieri mancanti, di cui 971 sul territorio e 1.069 negli ospedali. La media di Infermieri per popolazione over 75 in Italia è di 47,45, mentre la media di Francia, Germania, Spagna e Gran Bretagna è di 97,55, più del doppio (rapporto CREA Sanità 2022). Lo studio RN4CAST ha stimato, in Italia, la presenza di un Infermiere ogni 9,54 pazienti mentre la letteratura propone un Infermiere ogni 6 pazienti. La carenza di Infermieri si ripercuote sulla mortalità dei pazienti. L’OPI ha fortemente richiesto l’implementazione dei posti per il corso di Laurea in Scienza Infermieristica per il Polo Infermieristico Imperiese. 

RELAZIONE - la prossimità delle cure è il pilastro fondante del PNNR missione 6, gli Infermieri saranno protagonisti in vari ambiti, l’OPI ha sostenuto l’istituzione del primo Master di Infermiere di Famiglia e Comunità presso il Polo Universitario Imperiese per attuare:
· Le Case di comunità oggi non raggiungono le 500 unità (489), ma la previsione è che ce ne sia una ogni 20mila abitanti (quindi circa 3mila) e grazie ai fondi del Recovery ne potranno essere attivate quasi altre 1.300 e per il 2026 (anno di termine per il PNRR) quando si arriverà a 1.777. E avranno un team multidisciplinare di: medici di medicina generale, specialisti, infermieri di famiglia e comunità, altri professionisti della salute e potranno ospitare anche assistenti sociali;
· Per le cure domiciliari, tutte da potenziare, già oggi nell’Adi gli infermieri impegnano circa il quadruplo delle ore per paziente delle altre professioni, e sono altrettanto rilevanti e presenti nelle reti di cure palliative (sempre a domicilio), ma saranno presenti con l’infermiere di famiglia e comunità in modo massiccio e tale da rispettare la previsione del 10% almeno di over 65 assistiti a casa (oltre 1,5 milioni di cittadini, sempre al 2026);
· Infermieri di famiglia e comunità che saranno anche nelle centrali operative territoriali destinate a coordinare la presa in carico del cittadino/paziente e raccordare i servizi e i soggetti coinvolti nel processo assistenziale nei diversi setting assistenziali: attività territoriali, sanitarie e sociosanitarie, ospedaliere e della rete di emergenza-urgenza;
· L’ ospedale di comunità è già previsto che sia a gestione infermieristica e ce ne dovranno essere almeno 1.205 (1 ogni 50mila abitanti) con oltre 10mila posti letto: si punta al 2026 (ultimo anno del PNRR) per realizzare i quasi 400 che mancano con oltre 7.600 posti letto.

Per fare tutto questo è necessaria una rete sanitaria territoriale capillare con un approccio proattivo che assicuri anche un minor rischio di sviluppo, di riacutizzazione e di progressione delle condizioni croniche, una riduzione dei ricoveri ad alto rischio di inappropriatezza, quali ad esempio diabete, scompenso cardiaco, malattia polmonare cronica ostruttiva e ipertensione.

“Maggiore appropriatezza quindi – sottolinea Barbara Mangiacavalli, Presidente della Federazione Nazionale Ordini Professioni Infermieristiche (FNOPI) – e integrazione sociosanitaria con la possibilità di rispondere in modo personalizzato alle necessità della persona e della famiglia. Per questo sarà necessario, tra l’altro, personale sanitario specializzato e formato, con compensi e possibilità di carriera adeguati e dedicato soprattutto ai fragili per una migliore presa in carico della comunità di riferimento. E soprattutto in numero sufficiente alle esigenze del nuovo modello”.

- FUTURO – senza Infermieri il nostro Servizio Sanitario Nazionale non cresce. Il ruolo dell’Infermiere, che prende in carico il paziente, è fondamentale per il nostro Servizio Sanitario Nazionale, che in carenza di questi non cresce ma anzi regredisce.

Redazione