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Attualità | 08 aprile 2022, 07:14

Nell'imperiese l'influenza è ai minimi storici, il consiglio alle mamme del primario Borea (Asl 1): "Non portate subito i bimbi in ospedale, avvisate prima il pediatra"

Per l'incidenza sugli adulti ne abbiamo parlato con il direttore di Malattie infettive Cenderello: "Gel e mascherina hanno inciso notevolmente sul contagio e inoltre, è molto difficile che due virus coesistano nel medesimo ambiente"

Nell'imperiese l'influenza è ai minimi storici, il consiglio alle mamme del primario Borea (Asl 1): "Non portate subito i bimbi in ospedale, avvisate prima il pediatra"

Anche se nelle ultime settimane la curva epidemica dell'influenza e delle sindromi simil-influenzali è salita , la Liguria si colloca in fascia ‘gialla’ ossia in zona di rischio medio-basso dove il tasso di incidenza è inferiore a 9,37 ogni mille pazienti assistiti.

Questo trend si registra anche in provincia di Imperia dove rispetto all’anno scorso, e soprattutto al periodo pre-covid, si registrano molti meno casi di influenza. Nella nostra regione, nell’ultima settimana il tasso di incidenza è stato del 6,75 e su 23 mila e 711 pazienti assistiti 'solo' 160 si sono rivelati affetti da sindrome influenzale. 

La fascia maggiormente colpita è quella dei bambini sino a 4 anni dove i casi sono stati 25 e il tasso di incidenza 22,22; 31 quelli dai 5 ai 14 anni (10,22), 85 tra i 15 e i 64 anni (6,69) e 19 tra gli over 65 (2,77). I dati emergono dall’ultimo report della piattaforma InfluNet che è coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità in collaborazione con il Ministero della Salute. L’obiettivo dell’indagine è quello descrivere i casi di sindrome influenzale, stimarne l’incidenza settimanale durante la stagione invernale, in modo da determinare l’inizio, la durata e l’intensità dell'epidemia.

Per quanto riguarda la sindrome influenzale per i bambini ne abbiamo parlato con il primario di Pediatria dell’Asl 1, Riccardo Borea, il quale ha spiegato al nostro giornale come in questo momento storico “la maggior parte fa l’influenza a casa e poi guarisce. I casi sono inferiori rispetto all’anno scorso e quindi siamo sotto la media. Inevitabilmente l’uso costante di mascherine e igienizzanti, ma anche le quarantene dovute al covid che hanno ridotto la socialità, hanno fatto sì che siano diminuiti i casi. Anche in ambito pediatrico si sono ridotti di molto i contagi, già l’anno scorso la situazione era simile”.

In molti si chiedono se il costante uso dei dispositivi di protezione possa nel lungo periodo provocare un indebolimento del sistema immunitario e se quindi, di contro, “prendere” l’influenza alla fine possa 'servire' ai bambini. “Non avere l’influenza, spiega Borea, è più un bene che un male. Il bambino quando è malato nella maggior parte dei casi trasmette poi la malattia in famiglia, come ai nonni, è un portatore di germi e le complicanze possono verificarsi anche per gli altri. Per complicanze intendiamo quelle alle vie respiratorie ma anche le otiti; l’influenza trasmessa agli anziani aumenta i rischi. C’è infatti un numero consistente di morti fra la popolazione anziana. Quest’anno fortunatamente non abbiamo registrato decessi in età pediatrica”. 

In provincia di Imperia c’è un importante presidio ossia il pronto soccorso pediatrico che assiste i piccoli malati 24 ore su 24. “Solitamente si ricoverano, specifica Borea, i bambini con febbre persistente da 3-4 quattro giorni. In precedenza vengono assistiti tramite i pediatri e nelle prime 72 ore si fa quella che in gergo si chiama 'vigile attesa'. A volte capita che mamme particolarmente allarmate da una febbre alta si recano in autonomia, senza contattare quindi il medico di famiglia, al pronto soccorso. Oggi c’è una sorta di preoccupazione maggiore rispetto a 20 anni fa. Le ultime generazioni di madri sono molto attente e vogliono essere rassicurate anche quando si potrebbe tranquillamente effettuare la terapia domiciliare. Quando si manifesta la febbre è sempre consigliato avvisare prima il pediatra che conosce il bambino e dà informazioni migliori e quindi non occorre subito correre al pronto soccorso anche per non rischiare di attendere tanto e soprattutto per non 'intasare' gli accessi”.

È bene poi fare comunque distinzioni fra la febbre influenzale e altre patologie. “Il quadro è sovrapponibile con altre problematiche; si possono verificare – conclude Borea- dei focolai di polmonite che necessitano di una terapia aggressiva ossia quella via endovenosa oltre a quella orale. Quando si complica la forma virale il medico con cautela interviene anche con gli antibiotici”. 

Anche per la popolazione adulta i casi di influenza nei primi mesi del 2022 sono in diminuzione rispetto agli scorsi anni. “Non abbiamo avuti grandi casi o  casi eclatanti di ricovero, dichiara al nostro giornale il primario di Malattie Infettive Giovanni Cenderello. Gel e mascherina hanno inciso notevolmente sul contagio e inoltre, è molto difficile che due virus coesistano nel medesimo ambiente. Vi è una selezione darwiniana dove uno prevale sull’altro. Al momento quello riconducibile al covid prevale sugli altri. È un dato di fatto, evidenzia il primario. Il covid si trasmette molto più facilmente e le misure che abbiamo messo in atto hanno evitato la circolazione del cosiddetto virus stagionale”. 

“Durante la stagione influenzale, ha concluso Cenderello, abbiamo avuto pochissime polmoniti e nella nostra provincia quelle richiedono il ricovero sono state per fortuna in numero molto esiguo”. 

Angela Panzera

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