Le Alpes Maritimae, ampliate sino all'alta valle della Durenza, furono una delle province componenti la Diocesi Viennese, che aveva il suo centro a Vienna sul Rodano, e non fecero parte della diocesi Italiciana, in cui furono comprese le antiche città di Albingaunum e Albintimilium. Ben presto anche Cemenelum perdette la dignità di metropoli della provincia, che fu trasferita ad Eburodaunum, cioè Ambruno.
Tutto questo avveniva per ragioni di riorganizzazione strategica e militare, se pur come conseguenza innegabile del fatto che, durante i secoli dell'Impero, la splendida civiltà della Provenza aveva esercitato una forte attrazione su tutta la Liguria occidentale, ed aveva creato le premesse della loro scissione. Anche il centro dell'ebraismo ligure, prevalentemente di origine romana e nordafricana, si era esteso organizzativamente dal Ponente ligure verso la Provenza, seguendo le nuove linee amministrative di Diocleziano, pur mantenendo ancora forti presenze a Ventimiglia, Sanremo, Porto Maurizio, Alassio e Genova. Si creò allora, proprio in seguito alla detta riforma, per la prima volta quella barriera della Turbia, lungo il contrafforte che dal Clapier scende al mare, lungo la quale durante il Medio Evo e sino ai giorni nostri doveva svolgersi incessante lotta tra le forze politiche eredi della tradizione italica e della tradizione gallica, di qua delle Alpi.
Si creò in un momento in cui, essendo perfettamente allivellati i territori italici e gallici sotto un unico ordinamento imperiale, nessuno poteva prevederne le conseguenze; ma quello fu il punto di partenza da cui presero le mosse le tormentate vicende della nostra regione di confine, che, a lungo nei secoli, non hanno mai trovato una loro definitiva risoluzione.
Pierluigi Casalino