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Infermiere e salute | 23 gennaio 2022, 06:00

Latte, no grazie! Cosa si nasconde dietro questa affermazione?

Ritorna il Professor Giorgio Bottani con un interessante riflessione

Latte, no grazie! Cosa si nasconde dietro questa affermazione?

“Bere latte da adulti è innaturale”, infatti, gli esseri umani sono gli unici mammiferi che continuano a bere latte anche dopo lo svezzamento. Madre Natura ci insegna che gli animali smettono di dare latte ai loro piccoli appena finito l’allattamento.

In realtà il nostro organismo è “programmato” per consumare il latte materno nelle prime fasi della vita grazie a un enzima, la lattasi, che consente di digerire il lattosio (lo zucchero del latte) dividendolo nelle sue due componenti, galattosio e glucosio. Con l'avanzare dell'età, la quantità di lattasi nell’organismo spesso diminuisce, fino a scomparire quasi del tutto attorno ai 5 anni. Ecco il motivo della difficoltà di molti nel digerire latte e latticini che, può trasformarsi in una vera e propria intolleranza.

In qualche caso, in certi popoli, per modifiche genetiche avvenute nei millenni, si riscontrano buoni livelli di lattasi anche in età adulta, che consentono un’alimentazione con latte. È un esempio di evoluzione: la lattasi persiste in circa 9 adulti su 10 in Scandinavia (popolo tradizionalmente dipendente dal consumo di latte), con percentuali che si riducono spostandosi verso sud e verso est, fino ad arrivare al 15 % in Sardegna e a percentuali quasi nulle nelle popolazioni orientali di Cina e Giappone.

IL NEMICO CASEINA

L’intolleranza si sviluppa verso le proteine. Quindi la responsabile dell’intolleranza al latte si chiama in verità CASEINA, non verso il lattosio (che è uno zucchero)! La caseina è di tipo A1 quella nel latte vaccino e tipo A2 nel latte d’asina, di capra, di pecora e di bufala, che si avvicinano a quello materno.

 Acquistare e consumare latte vaccino e derivati venduti, con la lusinga del “senza lattosio”, con sovrapprezzo, per risolvere così i problemi di tipo digestivo, è inutile e immotivato, perché si evita il lattosio, ma ci si tiene la caseina.

Per non parlare dell’ultima proposta assurda: prendere integratori per digerire il lattosio. Assurdo perché evitiamo, forse, il lattosio, ma introduciamo comunque la caseina (pro-infiammatoria); introduciamo ormoni animali e ormoni sintetici (rBGH) che interferiscono con il nostro sistema ormonale umano, importanti fattori di crescita cellulare e spesso anche un bel carico di antibiotici.

Il LATTOSIO è il solo componente che l’industria può togliere dal latte durante la trasformazione, o si perde naturalmente nei formaggi stagionati. Viene il sospetto che proprio per questo l’attenzione dell’industria sia stata concentrata sul lattosio, come strumento di “distrazione” dall’ineludibile caseina.

Nei formaggi stagionati, però, la caseina non scompare, come si lascia credere, diventa soltanto più digeribile a chi ha difficoltà. Ma più un formaggio è stagionato e più la caseina si concentra. Se un formaggio non avesse più caseina, non sarebbe più un “formaggio”, né vendibile per legge come tale, ma come “latticino”.

DIFFERENZA TRA LATTE UMANO E VACCINO

Sono sostanze diverse dal punto di vista dei macro- micronutrienti. Quello umano contiene per circa l'1% proteine, per il 4% grassi e per il 7% zuccheri, mentre quello bovino contiene più proteine (3,2%), meno zuccheri (5%) e una quantità simile di grassi (4 %). Le proteine, in alcuni casi fungono da fattori di crescita, ormoni, enzimi e stimolo per il sistema immunitario. Un litro di latte bovino contiene 1.200 mg di calcio, 940 mg di fosforo, 430 mg di sodio e 580 mg di potassio, oltre a retinolo, vitamina E, biotina (vitamina B8), riboflavina (vitamina B2) e altre vitamine del gruppo B (B6 e B12). Alcune delle molecole contenute in latte, in determinate situazioni o in dosi superiori a quanto raccomandato, possono essere dannose per la salute, in particolare i grassi saturi e il colesterolo o alcuni fattori che stimolano la crescita delle cellule (il più noto è IGF1).

Il latte di mucca è naturalmente adatto al vitello che alla nascita è 40-50 kg e ha una velocità di crescita 3 volte superiore a quella del bambino neonato e una necessità proteica quasi 4 volte maggiore. I reni di un bambino nutrito con latte vaccino arrivano a essere un terzo più voluminosi di quelli di un bambino nutrito con il latte umano: l’ipertrofia è determinata dal superlavoro cui sono sottoposti i reni, per l’eccesso proteico del latte vaccino che, oltre forzare i reni e il fegato, danneggia l’ipofisi, la tiroide e il surrene.

Si sa che il latte vaccino è carente di ferro perché il fosforo e il calcio che contiene interferiscono con l’assorbimento di questo minerale. 

Il latte umano oltre ad avere (in assoluto) il più basso valore proteico, è il più dolce. Il cervello umano funziona a glucosio. I glucidi del latte umano, sotto forma di lattosio, sono essenziali per lo sviluppo cerebrale del bambino; sono presenti nel latte umano in misura doppia rispetto al latte vaccino.

Solo il 25-30% del calcio presente nei latticini viene assimilato, il resto viene eliminato con le feci perché i latticini non contengono la vitamina K fondamentale per l’assorbimento del calcio.

Il latte di mucca, anche se ricco di calcio, quando è nel tubo digerente umano, in gran parte precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una piccola parte viene assorbita.

Tre quarti di tutte le allergie e metà dei problemi digestivi del bambino sono causati dall’uso del latte vaccino, oltre a casi di asma, d’insonnia e d’infezioni cutanee.

Il pediatra prof. Marcello Giovannini e il nutrizionista (mio insegnante) prof. Ermanno Lanzola sconsigliano il latte vaccino nei primi 12 mesi di vita del bambino perché: - ha troppe proteine;- ha meno lattosio del latte umano;- ha uno squilibrato rapporto di acidi grassi.

 Il latte umano ha un elevato contenuto di acido linoleico, precursore delle prostaglandine e leucotrieni antiinfiammatori. Al contrario, il latte di vacca ha azione totalmente pro-infiammatoria al 100%.

La caseina del latte, tra l’altro, è la base di una delle più potenti colle per il legno usata per la costruzione delle navi.

IL PROBLEMA DEL CALCIO

Il fosforo presente nel latte vaccino è circa 6 volte maggiore che nel latte umano e blocca l’assorbimento del calcio provocando nel lattante una tendenza all’ipocalcemia. Il fosforo serve invece all’animale per costruire rapidamente il suo scheletro che gli consente di fuggire anche da cucciolo ad un pericolo improvviso.

Rudolf Steiner sostiene che il bambino nutrito con il latte vaccino andrà incontro da anziano a sclerosi e invecchiamento precoce.

Nel 1942 un’indagine in Scandinavia sui legami tra latte vaccino e l’insorgenza dell’artrite, durata 30 anni, ha dimostrato che il latte vaccino si può considerare causa dell’artrite. Un quarto dell’umanità vive benissimo senza usare latte vaccino: Cinesi, Giapponesi e Coreani… Il libro “The China Study” del professor Colin Campbell è decisamente critico nei confronti della caseina e del danno all’apporto di calcio del latte di mucca.

Negli USA, infatti, il latte vaccino è da poco bandito dalle mense scolastiche, come alimento inappropriato. Questo per l’intervento dell’Associazione Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) che ha presentato una petizione indirizzata all’USDA (United States Department of Agriculture) dimostrando come il consumo di latte non sia in grado di prevenire le fratture, né negli adulti né nei bambini. Inoltre il latte vaccino rappresenterebbe una delle fonti principali di grassi saturi assunti dai bambini attraverso l’alimentazione. Secondo quanto dichiarato da Susan Levin, direttore dell’associazione PCRM, l’abitudine dei genitori e delle mense scolastiche di somministrare latte ai bambini durante i pasti ostacolerebbe l’inserimento nella loro alimentazione di quei cibi realmente in grado di contribuire alla formazione delle ossa, come legumi e vegetali a foglia verde.  L’uomo del paleolitico non usava latte vaccino ma aveva ossa robustissime con una dieta basata su cereali, verdure e frutta.

 Il latte vaccino contiene circa 59 tipi di ormoni (ipofisari, steroidei, sessuali etc.) tra cui, il più importante, l’ormone della crescita veloce dei vitelli.

Il latte può essere contaminato da prodotti chimici, soprattutto antibiotici, pesticidi, pus proveniente dalle mastiti, virus, batteri, prioni… o arricchito con additivi, vitamine e minerali sintetici, semi, piante, frutti, proteine, acidi grassi.

Le sostanze tossiche che con più frequenza si possono trovare in un bicchiere di latte di mucca sono:- Metalli e plastica;- Detergenti e disinfettanti;- Pesticidi e fertilizzanti;- Micotossine: provenienti dal mangime che si dà alle mucche;- Diossine.

Negli Stati Uniti, il paese maggior consumatore mondiale di latte, c’é una grande incidenza di osteoporosi tra la sua popolazione.

Il Progetto di nutrizione Cornell Oxford-Cina, salute e ambiente, che si iniziò nel 1983 con uno studio delle abitudini quotidiane di 6.500 abitanti di 65 province disperse nella Cina rurale, una delle ricerche più rigorose effettuate in materia di salute, accertò che le donne che non bevevano latte di vacca non soffrivano di osteoporosi. Quando cambiavano questa dieta e introducevano il consumo del latte di mucca, i loro livelli di calcio si abbassavano e aumentava l’incidenza della patologia.

Le ricerche svolte dal dottor John McDougall (nutrizionista al ST. Helena Hospital di Napa California, USA) dimostrarono che le donne dell’etnia Bantú che non bevono latte di mucca, pur avendo una media di 10 figli allattati per lunghi periodi, non soffrivano di osteoporosi.

Vari studi pubblicati dall’American Journal of Clinical Nutrition stabiscono che l’eccesso di proteine del latte é uno dei fattori più importanti nello sviluppo dell’osteoporosi. E’ dimostrato che fino all’età di 65 anni le donne che non bevevano latte ed erano vegetariane, avevano solo il 18% di perdita ossea, mentre le onnivore che associavano il latte avevano una perdita ossea del 35%.

Il dottor Jean Seignalet-ematologo, biologo e cattedratico di Medicina all’Università di Montpellier, riferisce che, a proposito del latte di mucca, nel tubo digerente umano, la gran parte di esso precipita sotto forma di fosfato di calcio e viene eliminato attraverso le feci. Solo una minima parte del calcio è assorbita.

Il calcio assimilabile è apportato in quantità più che sufficiente dai vegetali, ortaggi, legumi secchi, verdure, frutta secca e fresca. Eliminare dalla dieta il latte animale non provoca carenza di calcio. Al contrario, il regime alimentare che esclude i derivati del latte, 70 volte su 100, blocca l’aggravarsi dell’osteoporosi e permette di recuperare parte di quanto perso.

 

 

                                                                                  Prof. GIORGIO BOTTANI

 

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L'Infermiere è un professionista sanitario laureato il cui compito è la somministrazione della cura, il controllo dei  sintomi e la  cultura all’ Educazione Sanitaria.

 

                                                                                                          Roberto Pioppo

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