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Coldiretti Informa | 19 gennaio 2022, 12:38

Dpcm flussi, Coldiretti: “Essenziale per salvare i raccolti ma è sos vaccini”

"Necessaria soluzione per non paralizzare il settore"

Dpcm flussi, Coldiretti: “Essenziale per salvare i raccolti ma è sos vaccini”

Il Decreto flussi 2021 in Gazzetta è essenziale per salvare i raccolti e garantire, con la ripresa dei contagi Covid e l’avanzare della variante Omicron, l’approvvigionamento alimentare in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri, nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. Con la piena ripresa delle attività agricole si prevede, infatti, l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne, in un momento in cui con la pandemia si è aperto uno scenario d’incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo.

Il Dpcm offre la possibilità di entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo a un numero massimo di 69.700 unita, di cui una buona parte sarà impegnata in agricoltura. L’apertura delle frontiere agli stranieri, però, rischia di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con il siero russo Sputnik o con quello cinese Sinovac, che non sono riconosciuti in Italia ed in Europa. Un limite che va superato, anche considerando il fatto che in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi che forniscono più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore, secondo il Dossier di Idos al quale ha collaborato la Coldiretti.

“E’ essenziale trovare le modalità per garantire la giusta ripartenza duratura alle attività agricole senza rischiare di paralizzare il settore a causa della mancanza di lavoratori –affermano Gianluca Boeri Presidente Coldiretti Liguria e Bruno Rivarossa Delegato Confederale- Gran parte delle persone impiegate nei campi arrivano dall’estero e, ogni anno, attraversano il confine per un lavoro stagionale, spesso stabilendo durature relazioni professionali oltre che di amicizia con gli imprenditori agricoli. Inoltre, occorre anche dare la possibilità a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati, di poter essere impiegati nei campi attraverso una radicale semplificazione del lavoro agricolo, con un provvedimento che interesserebbe almeno 25mila italiani in un momento in cui tanti lavoratori sono in cassa integrazione per via della pandemia e le fasce più deboli della popolazione sono in difficoltà”.

C.S.

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