Attualità - 26 novembre 2021, 09:43

Imperia, arbitro aggredito, Savioli: "Adesso basta! Occorre inasprire le sanzioni"

Il presidente insieme al consiglio direttivo e agli arbitri della nostra provincia intervengono dopo quanto accaduto al 23enne domenica scorsa durante Nuova Sanstevese - Real Santo Stefano

"Adesso basta! Sono già due i casi avvenuti agli arbitri della nostra provincia in questo inizio di stagione sportiva. Gli arbitri non devono essere neanche sfiorati. Sbagliano e continueranno a sbagliare ma, non devono più essere la valvola di sfogo di persone che nulla hanno a che fare con lo sport e con il calcio". Così il presidente Alessandro Savioli, il Consiglio Direttivo e gli arbitri della nostra provincia in merito all'aggressione subita domenica scorsa dal direttore di gara, il Fabio Foriello. 

Il giovane 23enne durante Nuova Sanstevese - Real Santo Stefano, gara valida per la quarta giornata del girone A del campionato di Seconda Categoria, è stato colpito con un pugno al volto da un giocatore della squadra ospite. 

"I nostri arbitri come Akif e Fabio sono giornalmente impegnati nella formazione tecnica, evidenziano, atletica e umana e ci ritroviamo costretti a consolare i ragazzi e confortare i loro genitori perchè, sui campi di calcio, continuano ad esserci delinquenti e maneschi che meriterebbero esclusivamente pesanti sanzioni disciplinari e, soprattutto, penali. Gli arbitri sbagliano e sbaglieranno sempre, perchè come chiunque, sono esseri umani e possono essere più o meno bravi. Se sbagliano, lo fanno sempre in buona fede, perchè sfidiamo chiunque a trovare ragazzi dalla faccia pulita che a 15 anni decidano di fare un ruolo difficile come quello dell’arbitro, con l’ambizione di calcare i campi della Serie A e della Champions League, seguendo le orme dei nostri colleghi internazionali Davide Massa e Stefano Alassio". 

"A differenza di qualcuno, chiosano, i nostri arbitri imparano ad essere professionisti a 15 anni e lo restano per tutta la vita. Questi violenti devono essere emarginati e isolati e non meritano in alcun modo di far parte del nostro mondo civile fatto di amore e passione per questo meraviglioso sport. Con queste parole accogliamo con positività le parole del Presidente dell’AIA Trentalange in merito alla proposta di un inasprimento delle sanzioni e di avanzamento di ricorsi contro le sentenze non adeguate, agendo a livello legale, amministrativo e magari anche legislativo. Concordiamo inoltre con il Presidente dell’AIA l’urgenza di lavorare a livello culturale, spiegando cosa ci sia dietro ai ragazzi che scendono in campo e cosa significhi essere un arbitro".

Redazione