Slc-Cgil, Fisascat-Cisl e Snalc-Cisal, dopo gli incontri con i capigruppo consiliari della settimana scorsa, tornano con alcune considerazioni sullo sciopero che hanno attuato ormai da tre settimane al Casinò di Sanremo.
“Abbiamo preso atto positivamente della richiesta di alcuni Capigruppo di intercedere con il Cda del Casinò per l’apertura di un tavolo tecnico tra sindacati, azienda e Sindaco per arrivare ad una mediazione. Siamo però sorpresi che i dati chiesti al consiglio di amministrazione (a noi mai pervenuti), siano stati costruiti solo per confutare i nostri dati andando indietro di ben 425 settimane (circa 8 anni). Un confronto paradossale e incongruo visto che nel frattempo si sono ridotti i tavoli e il personale di almeno due terzi. C’è anche stata la Pandemia e, comunque seppur in maniera meno eclatante siano comunque a favore delle proprie tesi. Qualsiasi attività commerciale non programmerebbe mai una strategia di marketing basandosi sui dati di mercato di 8 anni fa”.
Secondo i sindacati di categoria nessuna strategia di rilancio e di sviluppo a medio-lungo termine ha accompagnato i documenti forniti alla proprietà: “Oggi più che mai c’è l’esigenza di un tavolo trasparente, serio e tecnico in cui si possano discutere le proprie tesi, senza posizioni basate sul preconcetto. Con lo sciopero, che prosegue dal 30 ottobre, abbiamo potuto appurare che le slot machine hanno avuto una flessione dal 1° al 19 novembre di circa 400mila euro rispetto allo stesso periodo del 2019 dimostrando che i tavoli dei giochi tradizionali trainino i giochi elettromeccanici. E’ la conferma che il nostro Casinò non è una sala bingo”.
“In seguito alla mancanza di un tavolo di trattativa – terminano i sindacati - abbiamo perso la presenza dei pregiati clienti della roulette francese, quindi gli incassi diretti per il Casinò e indiretti per la città (attività commerciali, bar, ristoranti, alberghi, taxi). Hanno perso giornate di lavoro anche i dipendenti degli appalti (Multiservice, Elior e Skp), già in sofferenza, all’interno della casa da gioco. Con solo 5 lavoratori interinali al giorno avremmo potuto far fronte all’apertura dei tavoli francesi e, contestualmente, alla sperimentazione dei tavoli di fair roulette che l’azienda sta mettendo in campo, aumentando oltretutto l’offerta di gioco, a fronte di un risparmio di circa 20.000 euro al mese”.
I sindacati confermano di rimanere in attesa dei tavoli tecnici: “Sicuri di poter portare le nostre istanze senza temere il confronto”.