Economia - 18 novembre 2021, 18:02

Controlli antifrode: settore casa in allarme, CNA si attiva con l’Agenzia delle Entrate per evitare lo stallo delle attività

Continuare a complicare il quadro di accesso alle misure compromette inevitabilmente la forza degli incentivi che sinora hanno tanto contribuito alla ripresa

Venerdì scorso è entrato in vigore il Decreto Legge n. 157/2021, il cosiddetto Decreto Controlli antifrode, finalizzato alla prevenzione ed al contrasto delle frodi nell’utilizzo degli incentivi per la riqualificazione e l’efficienza energetica degli edifici. 

«Segnali di allarme ci stanno arrivando da decine di micro e piccole imprese, soprattutto da parte di impiantisti e serramentisti. In assenza di chiarimenti e di necessarie modifiche, potremmo trovarci, a breve, di fronte al fermo di molti lavori”, esordisce Luciano Vazzano, Segretario territoriale CNA Imperia. «Le misure adottate nei giorni scorsi, introdotte per far fronte alle evasioni legate agli sconti in fattura e cessioni del credito, stimate dall’Agenzia delle Entrate in 800 milioni di euro, hanno modificato lo scenario di applicazione dei crediti fiscali».

Che cosa cambia? In base al decreto, al fine di avere la possibilità di optare per lo sconto in fattura e la cessione del credito nel caso di lavori diversi da quelli cui è applicabile il Superbonus 110% (interventi di recupero del patrimonio edilizio, efficienza energetica, rischio sismico, impianti fotovoltaici e colonnine di ricarica), è necessario:

  • richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta per gli interventi;
  • ottenere dai tecnici abilitati l’asseverazione della congruità delle spese sostenute.

Sono esentati solo i soggetti che usufruiranno direttamente della detrazione in dichiarazione dei redditi o in compensazione.

La CNA, al fine di impedire che questi nuovi adempimenti oltre a comportare maggiori costi potessero, come sta accadendo, bloccare l’attività di tutte le imprese coinvolte nel settore casa (edili, impiantisti, serramentisti), si è prontamente attivata con l’Agenzia delle Entrate per avere chiarimenti immediati. Ha chiesto che innanzitutto si sblocchi la procedura telematica, ad oggi sospesa, per l’invio delle opzioni e che, inoltre, si chiariscano alcuni punti fondamentali, in dettaglio:

  • per la congruità dei costi delle detrazioni per lavori edili anche diverse dal 110%, si ribadisca che si possa fare riferimento ai cosiddetti listini DEI;
  • per le pratiche già formate per cui è già stato fatto un preventivo, emessa fattura ed effettuato pagamento alla data dell’11 novembre 2021, per cui il modello di opzione, alla stessa data, non è stato ancora trasmesso, dovrebbe essere esclusa l’applicazione della nuova disciplina. Secondo la CNA si può e si deve fare riferimento alle disposizioni generali previste dall’articolo 3, comma 2 dello statuto del contribuente (legge 212/2000) in base alle quali le nuove disposizioni entrerebbero in vigore tra 60 giorni. In effetti si tratta di nuovi adempimenti (asseverazione della congruità dei costi e visto di conformità) che non possono essere imposti prima del trascorso del 60esimo giorno dalla loro entrata in vigore.

Sul controverso tema delle asseverazioni, la CNA ha inoltre chiesto:

  • di identificare con precisione chi le possa rendere, nell’ambito delle attribuzioni dei rispettivi albi e quali siano le competenze specifiche nelle materie oggetto di asseverazione;
  • quale sia il contenuto dell’asseverazione. La norma parla di congruità della spesa effettuata; si potrebbe sostenere che in ragione dei lavori come descritti sui documenti di spesa ovvero nei capitolati (ove presenti) l’asseveratore ne verifichi la congruità;
  • di specificare che, non esistendo un modello di asseverazione, si possa predisporre un modello libero, purché riporti la frase di rito in merito alle responsabilità penali assunte.

«Prevenire gli abusi e l’uso distorto degli incentivi del settore casa è indispensabile per tutelare i tanti contribuenti e le innumerevoli imprese, che operano con correttezza sul mercato e che rappresentano la stragrande maggioranza», continua Vazzano. «Comprendiamo l’obiettivo e l’urgenza dell’intervento, ma rileviamo a gran voce che le misure così come determinate in questo decreto-legge bloccano di fatto l’utilizzo delle detrazioni e delle cessioni dei crediti e ne modificano fortemente l’utilizzo. Riteniamo incomprensibile l’obbligo di asseverazione per tutti gli interventi, senza nessun limite di spesa: la sostituzione di una semplice caldaia o anche solo di una finestra, per poter beneficiare dello sconto in fattura, determina l’obbligo di sostenere la doppia spesa del visto di conformità e dell’asseverazione, con la conseguenza che il nuovo onere rischia di superare l’importo del beneficio fiscale».

«Chi e come dovrà rilasciare la prevista asseverazione? Quali contenuti deve avere? – conclude il Segretario CNA - Continuare a complicare il quadro di accesso alle misure senza tener conto del loro impatto compromette inevitabilmente la forza degli incentivi che sinora hanno contribuito in maniera robusta alla ripresa. Nell’iter di conversione in legge del decreto “antifrode” che dovrà essere effettuato entro 60 giorni e di approvazione della Legge di Bilancio, prevista nell’ultima decade di dicembre, CNA continuerà a battersi affinché siano apportati i giusti correttivi: non possiamo rischiare di bloccare il trend positivo, di raffreddare pesantemente la fiducia delle tante imprese oneste e di non raggiungere gli obiettivi di transizione green tanto auspicati».