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Attualità | 27 ottobre 2021, 16:56

Anziani e crisi, l'allarme della CGIL: "30 mila senza possibilità di curarsi" (Foto)

L'incontro, avvenuto a Genova, è stato organizzato dal sindacato pensionati CGIL. In Liguria 141 mila anziani hanno una pensione lorda inferiore a mille euro al mese

Anziani e crisi, l'allarme della CGIL: "30 mila senza possibilità di curarsi" (Foto)

Oggi ha avuto luogo, a Palazzo Ducale a Genova, un incontro organizzato dal Sindacato pensionati CGIL sulle problematiche inerenti all'invecchiamento della popolazione in Liguria, “Gli anziani e le loro esigenze”. Sono state toccate svariate questioni, dal progressivo invecchiamento della popolazione italiana e  ai mutamenti delle strutture delle famiglie che riducono lo scambio degli aiuti informali.

Nello stesso tempo si ricorda, i processi di globalizzazione, le crisi economiche dopo, e infine la crisi sanitaria dovuta alla pandemia, hanno aumentato le situazioni di disagio economico, modificato tempi e forme di vita sociale, cambiato equilibri tra diverse generazioni. Aumento dell'età media, ma anche riduzione del numero dei nuovi nati contribuiscono a definire questo problema e richiedono nuove prospettive e modalità d'azione.

L’invecchiamento della popolazione viene spesso presentato come un fattore solamente negativo, per il welfare, il sistema sanitario e non solo, perdendo di vista il valore di una conquista sociale come l’aumento della durata della vita. Certo non si può negare che l’aumento della speranza di vita implichi una ricerca costante di nuove soluzioni per tenere in equilibrio il sistema previdenziale, così come l’aumento della popolazione anziana comporta nuove sfide per i servizi sanitari, socio assistenziali, dell’offerta abitativa, del sistema dei trasporti, dei servizi in generale, degli spazi di socialità e dell’inclusione quindi richiede forti innovazioni culturali e sociali.

Il Sindacato pensionati chiede quindi un'inversione di tendenza rispetto ai tagli che il welfare ha subito negli ultimi anni in ossequio a politiche neoliberiste, e interventi da parte delle istituzioni a vari livelli. Leggi quadro a livello nazionale, ovviamente, ma anche politiche più attente a livello locale, considerato anche i pochi investimenti che i Comuni liguri fanno sul tema, anche considerando le difficoltà sopravvenute negli ultimi anni.

Molti anziani non possono ricevere cure domiciliari, con tutte le difficoltà e i traumi dell'essere trasferiti in case di cura, senza contare i numerosi casi di anziani che hanno rinunciato a farsi curare per ragioni economiche, 30mila secondo l'Istat, un dato allarmante che ci parla di un disagio diffuso e di molti anziani che non possono contare su un sostegno familiare per potersi curare dignitosamente (su un totale di 475 mila pensionati in Liguria 141 mila circa, pari al 29,75%, hanno una pensione lorda inferiore a 1.000 euro al mese).

Le strutture residenziali, peraltro un business interessante e soggetto a speculazioni, non rappresentano certamente una soluzione adeguata, costose e inevitabilmente destinate a produrre isolamento, perdita di identità e decadimento della persona anziana, senza contare le numerose irregolarità riscontrate e l'uso di mezzi di contenzione e l'abuso di farmaci, trattamenti che provocano sofferenza, riduzione dell’attività dell’anziano, aumentando la morbidità e i casi di mortalità. Bisogna lavorare per il superamento di queste strutture poco rassicuranti, progettare soluzioni più efficaci per rendere possibile il permanere delle persone anziane nella propria casa, per supportarle nel quotidiano e nei bisogni sanitari, per rallentare il processo di regressione e per preservare più a lungo autonomia e indipendenza.

Viene suggerito tra le altre cose di promuovere altri modelli residenziali come quello del co-housing, modelli in cui ogni anziano, o coppia di anziani ha una propria casa, ma condivide spazi e servizi comuni, supportati da una rete territoriale di servizi, di assistenza socio sanitaria per ricevere aiuti in base alle proprie condizioni di autonomia, come dimostrano i tanti esempi di buone pratiche presenti in alcune regioni del nostro paese e nei Paesi europei più avanzati. Si suggerisce di riconvertire a queste finalità case popolari e altri manufatti, oggi inutilizzati perché inagibili, bisognosi di interventi di ristrutturazione e adeguamento, sfruttando anche le risorse rese disponibili dal PNRR. Inoltre si chiede di intervenire per rendere la città più accessibile agli anziani, con spazi di condivisione e socialità e per avere cure mediche più prossime.

I problemi da affrontare sono tanti, c’è molto da fare per promuovere una cultura rispettosa degli anziani, attenta alle loro esigenze e per offrire supporto nelle comunità in cui vivono.

Federico De Salvo

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