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Attualità | 26 ottobre 2021, 10:17

Cassette vuote per protesta, gli agricoltori imperiesi chiedono aiuto per i danni provocati dai cinghiali (Foto e Video)

La manifestazione è stata organizzata da Cia Liguria per spingere alla modifica della legge regionale

Le immagini della protesta davanti al Palazzo del Parco

Le immagini della protesta davanti al Palazzo del Parco

Mercatino delle cassette vuote questa mattina a Bordighera nella zona antistante il Palazzo del Parco, in pieno centro.
La protesta con tanto di raccolta firme è stata lanciata da Cia Liguria per sensibilizzare sui danni che i cinghiali stanno provocando agli agricoltori, affinché la legge regionale venga al più presto modificata ed ottenere così giusti rimborsi e maggiore tutela per questa categoria di lavoratori. Lanciata anche la raccolta firme che questa mattina a Bordighera ha raccolto le prime adesioni.

Gli agricoltori di Cia sono scesi in piazza per non lasciare campo ai cinghiali. Le cassette sono vuote, nessun prodotto a simboleggiare quel raccolto che non c'è e che non ci sarà se non viene risolta la problematica. Una vera e propria emergenza, oltre alla pandemia, che ha messo in profonda crisi l'economia del Paese, ora il pericolo corre su quattro zampe e distrugge i raccolti.

Perché questo è quello che rischiano gli agricoltori liguri e i consumatori se non si limiterà il fenomeno della presenza insostenibile dei cinghiali sul territorio e ormai in tante strade cittadine” dichiarano i promotori dell'iniziativa.

Le interviste

Gli agricoltori liguri aderenti a Cia Agricoltori italiani sono scesi in piazza. Per non lasciare campo ai cinghiali e lanciare una raccolta firme, coinvolgendo cittadini e istituzioni, per cambiare la legge regionale.
Negli stand nessun prodotto. Perché questo è quello che rischiano gli agricoltori liguri e i consumatori se non si limiterà il fenomeno della presenza insostenibile dei cinghiali (e di tanti altri selvatici) sul territorio dell'entroterra cosi come in tante strade cittadine. E non si darà una soluzione definitiva al rimborso dei danni.

Nonostante le ripetute denunce non sono stati assunti provvedimenti adeguati - ha sottolineato Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria - c'è bisogno di rimborsi giusti e più tutela per il lavoro degli agricoltori. Si continuano ad affrontare le problematiche insistendo sulla gestione "venatoria" che si dimostra inadeguata ed insufficiente a governare il problema. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: l'attività venatoria non riesce a controllare il proliferare dei capi, con il risultato che cresce il numero dei danni che l'agricoltura subisce. Danni molto spesso riconosciuti con tempi e somme che riteniamo inaccettabili e che hanno allontanato molti danneggiati a presentare domanda di risarcimento”.

I dati parlano chiaro. Dal 2018 al 2021 le domande di rimborso sono aumentate del 40%. Ma le risorse disponibili sono rimaste le stesse: circa 300 mila euro all'anno. Risultato: la maggior parte degli agricoltori rinuncia a chiedere il rimborso dei danni che Cia Liguria stima intorno ai 5 milioni annui (si pensi solo alla distruzione dei muretti a secco) nella nostra regione.
Danni provocati in particolare dai cinghiali, senza dimenticare quelli causati da altri selvatici come caprioli, tassi, istrici, lupi.
Le problematiche legate al proliferare dei cinghiali nella nostra provincia stanno assumendo contorni davvero preoccupanti - spiega Stefano Roggerone, presidente di Cia Imperia e vicepresidente regionale - ci preoccupano i danni che subiscono le nostre aziende agricole, ma ci preoccupa molto anche l'aspetto della sicurezza dell'intero nostro territorio. Ogni giorno abbiamo segnalazione della presenza dei cinghiali sia nei centri abitati più piccoli sia nelle città. CIA con questa iniziativa di raccolta firme non solo lancia un grido di allarme per la situazione che si è venuta a creare, ma indica anche alcune soluzioni al problema e soprattutto sottolinea l'esigenza di non lasciare soli gli agricoltori che subiscono danni alle loro infrastrutture ed alle loro produzioni. Per questo chiediamo si possa ampliare l'uso dei sistemi di cattura tramite gabbie o recinti in modo da contenere il più possibile sotto controllo gli ungulati, ma soprattutto chiediamo che i danni subiti dalle aziende siano rimborsati totalmente”.

Le risorse regionali che si possono destinare al rimborso danni all' agricoltura rappresentano infatti circa il 25% dell'introito complessivo proveniente dai tesserini venatori. In sostanza su un introito di circa 1,5 milioni di euro/anno al risarcimento dei danni vanno appunto circa 300mila euro/anno.

Una cifra inadeguata - spiega Aldo Alberto - la nostra proposta è di costituire un fondo dedicato che venga alimentato sia dalle risorse previste dall' art. 42 delle Legge Regionale, raddoppiando le risorse, tratte dall'introito dei tesserini, dedicate alla prevenzione ed al risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole. E prevedendo risorse aggiuntive da trovare nel bilancio regionale”.

Cia Liguria chiede, grazie alla raccolta firme, anche di modificare la delibera che regola il controllo degli ungulati.
In particolare, che l'uso di impianti di cattura fissi (recinti e gabbie) debba essere semplicemente comunicato, e non autorizzato, dalla Regione Liguria seguendo ovviamente le istruzioni operative fornite dall'ente stesso.

Occorrono procedure più snelle per far fronte all'emergenza - conclude Aldo Alberto - la cronaca segnala sempre più incidenti e conferma tutti i giorni che il problema, anche dal punto di vista della sicurezza, coinvolge ogni parte del territorio. Con questa raccolta firma vogliamo portare tutti gli attori ad assumersi le proprie responsabilità”.

Tante le firme oggi nei primi quattro stand che Cia Liguria ha approntato nelle diverse province. Un'iniziativa che ha avuto la conferma del sostegno di molti amministratori pubblici locali che hanno già firmato presso gli stand e che nelle prossime settimane ospiteranno nuove iniziative di Cia Liguria nei diversi paesi dell'entroterra a sostegno della petizione.

Diego Lombardi

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