Sono state tante le ore dedicate all’obbligo di green pass sul luogo di lavoro, che scatta oggi, da parte delle associazioni di categoria della provincia di Imperia per studiare nei dettagli le decisioni del governo. Tutti si dicono pronti ad affrontare l’esordio senza, però, che restino dubbi e incertezze, in particolare sul sistema dei controlli. Altro tema scottante, e fonte di preoccupazione, è la difficoltà eventualmente, di reperire personale in sostituzione all’obbligo di green pass sul luogo di lavoro di dipendenti sprovvisti del documento.
“Abbiamo risposto a centinaia di domande - spiega Paolo Della Pietra direttore di Confindustria Imperia – predisposto e inviato tutta la documentazione agli associati. Alcuni interrogativi rimangono. C’è preoccupazione in merito alle assenze dell’ultimo minuto. Come si sostituisce chi non è vaccinato e non ha il tampone? Molti si stanno vaccinando, ma altri no. Siamo moderatamente tranquilli, ma gli effetti si vedranno tra qualche settimana”.
“Permangono molti dubbi applicativi, dice invece, Claudio Roggero (Confcommercio), vedi rispetto, per esempio, all’ingresso del fornitore in negozio. Il green pass, in questo caso deve essere controllato? Il lavoratore sprovvisto deve essere sospeso? I certificati devono essere controllati tutti i giorni? Il problema principale è il dipendente che rimane sulla propria posizione. Come faccio a sostituirlo?”.
“Ci stiamo lavorando ormai da tempo, afferma Luciano Vazzano (Cna), cercando di semplificare le procedure al massimo per i nostri associati. Abbiamo stipulato una convenzione con le farmacie che hanno calmierato il prezzo dei tamponi che grava sullo stipendio, anche se alcuni associati hanno pensato di darlo al lavoratore come benefit. La preoccupazione maggiore riguarda la difficoltà di dover sostituire il lavoratore in attività delicate come quelle artigianali, ma anche eventuali ritardi, visto che le farmacie per i tamponi hanno prenotazioni fino a fine anno”.
“È stata nostra premura fornire il massimo della documentazione e del supporto ai commerciati, dichiara Ino Bonello (Confesercenti), sulla base delle indicazioni del governo che fanno riferimento a noi. Sicuramente sarà un disagio. Non si comprende per quale motivo il cliente dell’albergo, per esempio, possa entrare senza green pass mentre il dipendente deve esserne dotato". "Il problema è l’interpretazione della norma, chiosa il segretario della Confesercenti Sergio Scibilia. Non si capisce, poi, se deve essere tenuto o meno il registro presenze”.
“Le linee guide non chiariscono i tanti dubbi che sono stati manifestati, afferma infine, Massimiliano Pirrello della Cia Imperia. Un aspetto che crea non pochi dubbi è quello delle imprese agricole condotte da un solo nucleo familiare, che convive già sotto lo stesso tetto. Per loro vale l’obbligo del green pass per lavorare? O, dato che sono congiunti, non è necessario?”.
“Ci sono parecchie nostre aziende che utilizzano manodopera dei Paesi dell’Est e, dichiara infine Domenico Pautasso (Coldiretti), molti lavoratori provenienti da quei paesi non si vogliono vaccinare. Immaginiamo che ci sarà un impatto probabilmente negativo. La norma parla di ambiente di lavoro, quindi, per raccogliere le olive devi avere, non solo tutti i dispositivi, ma anche il green pass. Non sarà una situazione semplice da gestire”.
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