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Al Direttore | 28 luglio 2021, 16:04

Le nostre lettrici Cesira e Anna Cristina raccontano la loro gita alla Melosa: "troppi intoppi per strada"

Madre e figlia evidenziano la presenza di pietre e detriti in parecchi punti nonchè "la presenza di tante buche che rappresentano un pericolo per auto, moto e bici"

Le nostre lettrici Cesira e Anna Cristina raccontano la loro gita alla Melosa: "troppi intoppi per strada"

Le nostre lettrici, Cesira Ansaldo e Anna Cristina Meinardi, madre e figlia, scrivono alla nostra redazione per raccontare quanto accaduto durante una escursione alla Melosa.

"Una assolata domenica di fine luglio, un cielo terso, il richiamo verso verdi frescure montane, ed ecco che con mia figlia, scrive Cesira Ansaldo, si è deciso di tornare alla Melosa, splendida perla del nostro entroterra, fitta di vegetazione, incastonata tra le vette del Toraggio, di Pietravecchia, di cima Marta, percorrendo l’ampio sterrato che porta ai Grai e ai Balconi di Marta ed anche per trascorrere momenti piacevoli nella calda accoglienza del Rifugio Allavena. Ma. Parecchi intoppi lungo la strada. Per iniziare: salendo lungo la statale della Valle Argentina, abbiamo costeggiato il fiume e abbiamo notato che sono ancora rimasti, lungo la riva e il  letto del fiume, numerosi accumuli di pietre e detriti che in, parecchi punti, ostacolano lo scorrere dell'acqua; inoltre, la strada che conduce alla Melosa  avrebbe urgente bisogno di essere sistemata, vista la presenza di numerose e profonde buche, che rappresentano un serio pericolo per auto e soprattutto per moto e biciclette".

"E ancora, proseguono, si dovrebbe intervenire dove si trovano delle frane sia pure di piccola dimensione; occorre pure considerare che, soprattutto i motociclisti, percorrono la strada molto velocemente, ignorando le elementari leggi della prudenza lungo i numerosi tornanti (si ricorda che in diversi punti la strada è senza protezione a valle)  rischiando di causare gravi incidenti (e si parla per esperienza diretta). E' anche necessario, che -almeno durante il  week end-  vigili del fuoco  o polizia stradale siano presenti al Colle dove si trovano numerose vetture (circa un centinaio)  parcheggiate lungo la strada; inoltre, sulla strada sterrata che conduce al rifugio Grai si accavallano macchine, jeep, ciclisti e motociclisti; specie quest'ultimi sono pericolosi  per coloro che percorrono  lo sterrato a piedi poichè parecchi salgono in gruppo molto veloci".

"Chi si reca in montagna, conclude, dovrebbe apprezzare la serenità dei luoghi ed essere interiormente animato da un senso di pace e aperto a contemplare la bellezza  che offre la natura nei boschi, nei fiori, nei profumi. Non certo incoraggia un traffico polveroso e potenzialmente pericoloso ed incontrollato. La montagna è di tutti, certo, tuttavia non è la natura ad appartenere all’uomo, piuttosto il contrario: salvaguardia ambientale, difesa del territorio, messa in sicurezza dei percorsi sono un dovere per le Amministrazioni, il rispetto per la Natura è un dovere per tutti".

Redazione

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