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Attualità | 15 maggio 2021, 12:59

Da Torino a Zerni (Badalucco), giovane famiglia scommette sulla rinascita del piccolo borgo - L'intervista

Sono gli unici residenti fissi di questo piccolo gruppo di case dove puntano a creare un'economia circolare. Inoltre, hanno avviato anche una raccolta fondi per aiutare i musicisti fermi dall'inizio della pandemia.

Lasciare la grande città per scommettere su Zerni e fare rinascere questo borgo dimenticato. Dov'è Zerni? E' una frazione di Badalucco, nella vallata lungo il fiume Oxentina.

Questa è la storia di Antonio Caputo, della sua compagna Roberta Ughetti e di Raame. Lui è un sound designer di Torino che ha scelto di lasciare la grande città per tornare a vivere nel paese delle vacanze con i nonni: Zerni. Questa una volta era una comunità viva, con almeno una cinquantina di persone, oggi è un gruppo di una decina di case e fino all'arrivo di Caputo, nessun abitante fisso. 

Ora questa famiglia è l'unica residente di questo borgo rurale. "Il nostro è un progetto di vita - ci racconta Antonio - stiamo cercando di far rinascere Zerni. Raame oggi è soprattutto una vetrina per far vedere che cosa facciamo qui. Vorremmo diventare una associazione culturale ma per il momento siamo già molto impegnati nel prenderci cura di questo paese". 

Mettiamo per un attimo da parte l'idea romantica della vita all'aria aperta a contemplare i paesaggi e oziare un po'. "Esatto - replica - non bisogna pensare che qui ci si annoi, anzi. C'è un grande lavoro dietro per mettere in sicurezza, ripulire aree e prati, ad esempio vicino al fiume e quindi migliorare la vivibilità. Qui la natura mette dei limiti forti. La vita è dura, ci vuole un po' di conoscenza di base che per fortuna ho appreso dai nonni e tanto spirito di adattamento. Ci piacerebbe essere il più possibile autosufficienti e scendere a valle il meno possibile".  

"Zerni - sottolinea Caputo - è un posto che ti può dare tante soddisfazioni. Da soli è impossibile e per fortuna qua abbiamo stretto amicizia con tante altre piccole realtà autonome.  All'occorrenza ci si aiuta e si è vicini anche se si è lontani. Penso a Bussana Vecchia o a Glori dove abbiamo trovato tanti amici. La nostra è davvero una vita dinamica, ci occupiamo di tenere vivo questo borgo, facciamo manutenzione, coltiviamo e condividiamo esperienze e conoscenze anche grazie al woofing (Una pratica conosciuta soprattutto all'estero che porta volontari in queste comunità rurali o nelle fattorie dove con una compartecipazione alle attività di lavoro quotidiane si ottiene in cambio ospitalità, ndr). Grazie agli incontri con chi c'è venuto a trovare abbiamo imparato tantissimo sulla vita in campagna e sulla natura circostante. Puntiamo a creare un sistema circolare che guardi all'autoproduzione con la coltivazione di varietà locali legate alla storia di questa frazione, come il pomodoro o i piselli. Creando anche aree con piccoli ecosistemi, ad esempio per la produzione di frutti come ribes e lampone, nel sottobosco e senza mai forzare la terra con qualcosa che non appartiene a questa zona". 

Sempre in un'ottica di rinascita, c'è anche il progetto 'Prati Dispari' (LINK - con tutti i dettagli). "Sì, noi siamo anche operatori turistici e abbiamo lanciato una campagna di crowdfunding finalizzata alla realizzazione di un evento per aiutare i musicisti, professionisti che sono fermi da quando è iniziata la pandemia. Con questa raccolta fondi vorremmo riuscire a pagare i musicisti, per 3 weekend a luglio, in modo che possano passare qui tempo creativo e aggregativo fornendo performance.  In quei giorni, ospiteremo i musicisti e con l'aiuto di Date Night Radio Show trasmetteremo gli spettacoli musicali in podcast in tutto il mondo. - conclude Antonio Caputo - Un'iniziativa per permettere a chi vive di musica di riconnettersi. Se raggiungeremo l'obiettivo della raccolta (2mila euro ndr) metteremo a disposizione il villaggio".

Stefano Michero

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