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Attualità | 12 maggio 2021, 15:16

L'aglio di Vessalico sempre più vicino al marchio Igp. Il sindaco Giliberti: "Oggi riunione proficua con Anci. L'iter procede per l'importante riconoscimento"

A Genova è stato fatto il punto sul percorso avviato due anni fa. Adesso sono in corso ulteriori indagini storiche, ma a breve partiranno anche le analisi con il supporto della facoltà di Farmacia: "Un traguardo per l'intera valle Arroscia"

L'aglio di Vessalico sempre più vicino al marchio Igp. Il sindaco Giliberti: "Oggi riunione proficua con Anci. L'iter procede per l'importante riconoscimento"

“Incontro molto proficuo. Siamo molto fiduciosi, l’iter non si è mai arenato anzi siamo andati avanti lavorando costantemente. Avere questo riconoscimento non porterà giovamento solo al comune di Vessalico bensì all’intera valle Arroscia”. Soddisfatta il sindaco di Vessalico, Paola Giliberti, per l’incontro avvenuto stamani a Genova insieme a Piero Pelassa, sindaco di Mendatica e referente per l’Area Interna dell’Alta Valle Arroscia, con i vertici di Anci Liguria e l’assessorato regionale all’Agricoltura.

Durante la riunione, alla presenza del direttore generale di Anci Liguria Pierluigi Vinai, è stato fatto il punto sull’iter per far ottenere il marchio Igp, Indicazione Geografica Protetta, all’aglio di Vessalico. Una varietà unica nel suo genere che viene coltivata negli undici comuni dell’alta Valle Arroscia le cui caratteristiche uniscono l'aroma intenso accompagnato da un gusto delicato. Rinomato non solo tra gli esperti culinari, l’aglio di Vessalico -molto digeribile e da una buona conservabilità- ha una tradizione molto radicata sul territorio ed è il simbolo del grande lavoro agricolo che avviene in provincia di Imperia.

“L’iter non si è mai bloccato, ci tiene a precisare il sindaco Giliberti, abbiamo e stiamo ancora effettuando un grande lavoro di ricerca storica poiché per ottenere questo riconoscimento occorre dimostrare la presenza, attraverso documenti, di almeno 50 anni sul fronte della tradizione e produzione. Noi abbiamo nei nostri archivi comunali l’attestazione al 1760 dell’istituzione della fiera, ma questo non basta perché sono due circostanze distinti. Occorre infatti dimostrare anche la vendita del prodotto e su questo fronti abbiamo documentazione datata intorno agli anni 60”.

A breve quindi verranno depositate le conclusioni di questo secondo anno di analisi. “Con la raccolta dell’aglio a giugno successivamente, spiega il primo cittadino, verranno anche effettuati ulteriori approfondimenti chimico-organici e in questo ambito proprio nel 2021 ci sarà l’ausilio della facoltà di Farmacia dell’università di Genova che analizzerà il prodotto. Siamo quindi fiduciosi anche perché occorre arrivare con tutte le analisi svolte in modo eccepibile sia in Regione, poi al Ministero competente ed infine in Unione Europea”.

Ottenere il marchio Igp inoltre, per l’alta valle Arroscia  vuol dire anche incentivare il turismo. “Si tratta di un riconoscimento, chiosa Paola Giribaldi, che rappresenta un volano di sviluppo per l’intero comprensorio per avviare percorsi enogastronomici, ma anche di turismo esperienziale. I nostri produttori, i nostri contadini, che con grande sacrificio lo coltivano sui meravigliosi terrazzamenti liguri possono così anche essere inseriti in un circuito turistico in cui il visitatore oltre ad apprezzarlo dal punto di vista culinario può anche vedere tutte le fasi di produzione. È bellissimo vederli intrecciare manualmente e dietro quest’operazione che può sembrare facile invece, c’è tanto lavoro. A differenza degli altri agli infatti, chi lo produce salvaguardia l’intero prodotto e dopo la fase di asciugatura viene intrecciato nelle classiche "reste"; questa lavorazione ha luogo al mattino o nelle ore serali e notturne, perché la maggiore umidità delle foglie agevola l'intrecciatura dei bulbi ma comporta un grande dispendio di energie”.

Angela Panzera

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