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Sanità | 01 maggio 2021, 07:00

Facciamo una chiacchierata con i nostri geni

I consigli di Nutrigenomica di Simona Oberto

Facciamo una chiacchierata con i nostri geni

Ultimissimi studi di genomica evidenziano quanto il DNA abbia bisogno di una notevole quantità di nutrienti per funzionare al meglio. Addirittura, si parla di stabilità o instabilità del DNA che varia proprio a seconda della disponibilità di sostanze nutritive.

Ecco perchè il cibo, essendo il carburante che fa funzionare le nostre cellule e di conseguenza il nostro DNA, conquista di diritto uno dei primissimi posti tra i fattori che maggiormente influenzano il nostro stato di salute. Allora quello che dobbiamo chiederci è: “Stiamo nutrendo bene le nostre cellule?”. Direi proprio di no!

Le nostre cellule sono affamate, stanche e sono stressate! E questo perché non stanno ricevendo i giusti e adeguati i nutrienti. C’è una vera e propria epidemia di iponutrizione: organismi che funzionano ai minimi regimi, metabolismi bloccati e organi emuntori intasati.

Lo stesso Ippocrate, il padre della medicina, affermava: “Che il cibo sia la tua medicina” e il suo pensiero si basava sulla convinzione che gli alimenti fossero in grado di influenzare quello che egli chiamava “calore” dell’organismo, vale a dire lo stato infiammatorio che, quando diventa cronico, è alla base di gran parte delle patologie cronico degenerative di cui soffrono milioni di persone nel mondo.

Dobbiamo assolutamente cambiare la concezione che abbiamo nei confronti del cibo. Non è più possibile sottovalutare il danno che può apportare un cibo spazzatura, all’interno del nostro organismo. Oramai si parla di sostanze citotossiche, in grado di danneggiare le cellule e genotossiche, in grado di danneggiare i geni. Chi nega che esiste una profonda relazione tra il cibo e i geni, non ha come obbiettivo la vera salute.

Sappiamo infatti con certezza che numerosi geni si attivano o si disattivano in funzione anche della tipologia del cibo ingerito. Ad esempio, il sulforafano, contenuto nei broccoli, è un composto azotato con una forte azione battericida e anticancerogena. Agisce su una particolare proteina Nrf2 che lavora dentro e fuori le nostre cellule, monitorandone la salute.

Nel momento stesso in cui la cellula viene messa sotto attacco da un agente patogeno, questa proteina aumenta la sua velocità, diventa più efficiente e stimola la sintetizzazione di potentissimi enzimi antiossidanti e citoprotettivi. Ecco che quando decidete di arricchire la vostra pietanza con una verdura come questa, non state solo scegliendo un cibo che vi piace ma anche un cibo che vi fa bene! Stesso discorso vale per esempio, se scegliete per la vostra colazione dei succhi concentrati o estratti a freddo di frutta e verdura, perché riducono il danno ossidativo del DNA. E’ proprio così! I comuni carotenoidi contenuti nei cibi freschi, non trattati, come il beta-Carotene, l'alfa-Carotene, il Licopene, la Luteina, la Zeaxantina hanno dimostrato una potente azione anti-ossidativa e immunomodulante, in grado di influenzare l'espressione genica, migliorando la comunicazione intercellulare.

Non si parla più di calorie, ma di qualità di nutrienti, che contengono una “informazione” che viene letta dalla cellula. Il “messaggio molecolare” entra nel nostro organismo attraverso l’apparato gastrointestinale e qui viene tradotto e utilizzato, andando a influenzare tutti i processi metabolici più profondi. Purtroppo, il cibo che stiamo mangiando parla un “linguaggio” che le nostre cellule non riconoscono. I messaggi che arrivano alle nostre cellule, e nello specifico ai nostri geni, sono “messaggi discordanti”.

Questo sta causando un “disequilibrio molecolare” che nel tempo si traduce in disfunzioni e patologie che di solito hanno come caratteristiche comuni una profonda alterazione delle mucose gastrointestinali, una disbiosi cronica e una alterazione della modulazione del nostro sistema immunitario. Sto parlando di un vero e proprio “cibo funzionale” che ha la capacità di inibire o stimolare addirittura l’espressione dei nostri geni. L’instabilità dei nostri geni racconta una pericolosa e progressiva perdita di funzionalità della loro attività, un accumulo di danno e una incapacità riparativa del DNA.

Questa instabilità genomica aumenta con l’età, ma viene influenzata anche da altri fattori, tra questi sicuramente l’alimentazione. Un cibo sano può aiutare il nostro DNA a rimanere stabile più a lungo rallentando il processo degenerativo che comporta danno cellulare e quindi malattie e invecchiamento precoce. Anche l’ambiente che ci circonda ha sicuramente un impatto molto importante sull’attività dei nostri geni. La stessa Epigenetica ci racconta come i geni si adattino al mondo esterno regolando l’attività del DNA, sottolineando il fatto che, più gli agenti esterni sono stressogeni, maggiore è la possibilità che possano stimolare la genesi di patologie più o meno invalidanti.

L’interazione gene-ambiente porta allo sviluppo di certe malattie, attraverso mutazioni che si producono nei geni in seguito a un danno al DNA. Questo danno può essere generato da più fattori esterni come il fumo di sigaretta, gli additivi tossici alimentari, le radiazioni ionizzanti, i virus o da fattori endogeni come i radicali liberi e le tossine metaboliche. In parole povere, il nostro stato di salute/malattia dipende dall’interazione di elementi esterni con i geni che governano le funzioni vitali. 

Più il nostro stile di vita è squilibrato, maggiore è la probabilità che l’ambiente esterno possa favorire le condizioni di base per lo sviluppo di cellule mutagene all’interno del nostro corpo. Epigenetica e biochimica della nutrizione ci stanno raccontando che sarà possibile nel tempo individuare la strategia migliore per prevenire molte malattie e ritardare l’invecchiamento precoce. Nell’ultimo decennio si sono moltiplicati gli studi e le ricerche in campo Nutrigenomico, attraverso l’elaborazione di test genetici volti a svelare le mutazioni, responsabili di alcune delle più comuni e gravi patologie, come il diabete, l'ipercolesterolemia e le intolleranze alimentari.

L’impegno è rivolto soprattutto a una attenta indagine sui reali benefici che alcune categorie di alimenti apportano, se consumati giornalmente. Insomma, la genetica può essere influenzata dalle abitudini alimentari, aprendo una nuova strada alla medicina del futuro. Il cibo non è più visto come un semplice mezzo per apportare calorie, ma come uno strumento in grado di influenzare la qualità e la durata della nostra vita. Ecco che quindi diventa fondamentale diminuire l’apporto di cibo iperprocessato e povero di micronutrienti, smettere di fumare, aumentare l’apporto di verdure e frutta di stagione. 

Bisogna evitare cibi che contengono sostanze potenzialmente cancerogene, come quelli “bruciacchiati” sulla brace o fritti, utilizzando oli scadenti che, una volta superato il punto di fumo, producono sostanze tossiche; bisogna limitare al massimo i grassi saturi, idrogenati e transgenici. Via libera invece a tutti quei cibi freschi che contengono: triterpeni, betaglucani, acidi nucleici, glicoproteine, acidi grassi essenziali, oligoelementi, enzimi digestivi e polifenoli, oltre che vitamine liposolubili, aminoacidi, sali minerali. Pensate che ci sono cibi che contengono nutrienti definiti potenti adattogeni, perché hanno un’azione specifica che va ad aumentare la resistenza allo stress. Cibi con funzione antinfiammatoria o di stimolazione detossicante. Cibi in grado di regolare e modulare l’equilibrio del sistema ormonale, nervoso e cardiocircolatorio.

Insomma, alimenti che potremmo definire a tutti gli effetti un ottimo “cibo cellulare” in grado di riparare, nutrire e potenziare il nostro terreno biologico. Purtroppo, viviamo in un mondo molto inquinato, un ambiente esterno che sta mettendo a dura prova la capacità adattativa dei nostri geni. Stanno avvenendo delle modificazioni e alterazioni genetiche importanti. Difetti che ci condannano a patologie sempre più invalidanti a tutte le età.

I nostri geni controllano il flusso di informazioni che regola ogni aspetto della nostra biochimica e fisiologia. Per fare ciò hanno bisogno di interagire con le informazioni provenienti dall’ambiente esterno. Questa interazione permette di regolare ciò che viene chiamata “espressione genica”, cioè il livello di attività dei geni, attività che si traduce sempre in una specifica azione biologica. Perché questa attività venga solta nel migliore dei modi occorre che non ci sia discordanza tra le informazioni che arrivano dall’esterno e le reali necessità regolatrici dell’ambiente interno. Lo squilibrio porta sempre alla malattia.

Pensateci, ogni volta che decidete di mangiare un cibo iper-processato; quando abusate di droghe o di alcool; quando reiterate comportamenti stressanti o vi fate schiacciare dalle emozioni pericolose come la paura patologica. Queste non sono scelte banali, ma sono scelte che possono cambiarvi la vita per sempre. Ricordatevi che: non state “solo” mangiando una merendina, perché quel gusto zuccheroso vi gratifica; o fumando una sigaretta per smorzare la tensione; o lavorando 12 ore al giorno senza pause, perché siete in carriera o dovete fare il doppio turno; o peggio vi state facendo schiacciare dalle emozioni, perché non avete il coraggio di reagire.

No, state commettendo tutte azioni che stanno portando un pericoloso squilibrio all’interno del vostro organismo: state modificando la vostra genetica e questo non può essere ridotto a una banalità!

Redazione

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