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Economia | 01 maggio 2021, 07:11

1 maggio 2021: festa dei lavoratori senza le piazze piene e senza bandiere. Fellegara (Cgil): "In provincia di Imperia aumentano gli inattivi e i giovani che abbandonano gli studi" (video)

Per il secondo anno consecutivo non si potranno svolgere, a causa della pandemia, le consuete celebrazioni. Il segretario generale della Cgil Imperia evidenzia come nel 2020 si sono "persi più di 1.600 posti, soprattutto tra gli stagionali"

1 maggio 2021: festa dei lavoratori senza le piazze piene e senza bandiere. Fellegara (Cgil): "In provincia di Imperia aumentano gli inattivi e i giovani che abbandonano gli studi" (video)

Per il secondo anno consecutivo non si svolgeranno le celebrazioni del primo maggio. La festa dei lavoratori, nata per ricordare tutte le lotte per i diritti anche nel 2021, non vedrà le piazze piene né sventolare le bandiere delle sigle sindacali, federazioni e cooperative. Un anno drammatico quello appena trascorso che insieme ai primi 5 mesi del 2021 non può che avere un bilancio negativo sul fronte economico e sociale a causa della terribile crisi scaturita dall’emergenza dovuta alla pandemia da covid-19.

“Una festa difficile per tanti motivi, dice alla nostra testata Fulvio Fellegara, segretario generale della Cgil di Imperia. Non andiamo in piazza per il secondo anno di fila. Ci manca e ci dispiace, ma è un atto di responsabilità. È un momento nel quale dobbiamo mantenere la prudenza e dare anche il nostro contributo per evitare un peggioramento della situazione; ma nonostante ciò è giusto parlare del 1 maggio, ricordarne i valori e l’importanza. È una festa e occorre usare questa giornata per fare qualche riflessione sul mondo del lavoro”.

Secondo il report dell’Istat, l’occupazione in Liguria è scesa al minimo dal 2014, 601.258 sono gli occupati; persi 10.509 occupati pari al meno 1,71%. Ad Imperia non va meglio, un calo di 1.689 occupati (-2.12%) rispetto al 2019; è la provincia che è più distante dai massimi occupazionali (-11,3% sul 2011, oltre 10mila occupati in meno.) “La provincia di Imperia è il fanalino di coda di una regione che ha già molte sofferenze- chiosa Fellegara, La Liguria non brilla nel nord Ovest e la provincia di Imperia all’interno della regione è purtroppo spesso in coda alle classifiche. Abbiamo registrato 77 mila posti di lavoro nel 2020, un numero importante ma che è calato di più di 1.600 unità rispetto al 2019: questo è stato l’effetto diretto della pandemia nonostante il blocco dei licenziamenti. La perdita è stata soprattutto nei settori stagionali dove si sono verificate quindi delle mancate assunzioni. Il blocco dei licenziamenti per fortuna è stato prorogato, ma il rischio è che quando verrà a cadere questa tutela le cose possano peggiorare. Bisogna occuparsene da subito e mettere in campo azioni per resistere e far passare questo momento”.

Imperia, però è l'unica provincia ligure in cui nel 2020 è aumentata l'occupazione femminile: +341 unità (+1.00%). L'occupazione maschile segna il calo maggiore tra tutte le province: -2.029 unità (- 4.47%). Il gap di genere è del 20.5%, il più alto dopo La Spezia. L'incidenza dell'occupazione femminile sul totale dell'occupazione è del 44.3% leggermente inferiore alla media regionale (44.6%). Nel settore delle costruzioni i dipendenti calano di ben 2.388 unità (-55.9%) un'enormità ma questo è il dato medio annuale.

Ma c’è un altro dato che allarma non poco la Cgil e il mondo del lavoro in generale. “Da un lato la disoccupazione è lievemente calata, continua Fellergara, ma c’è una dinamica altrettanto preoccupante. Molte persone hanno smesso di iscriversi ai centri per l’impiego. C’è stato un calo di persone che si sono rivolte ai canali pubblici, si è alzata la sfiducia in un momento come questo di depressione e infatti, si è alzato il dato degli inattivi ossia persone che non lavorano e ufficialmente non cercano un impiego. Siamo al 34% di inattivi, il dato più elevato della Liguria. Insieme a questo c’è il dato dell’abbandono scolastico da parte dei giovani che quindi non lavorano e non studiano. Abbiamo il numero dei diplomati e laureati più basso della regione. Questi parametri tutti insieme  ci fanno lanciare un grido d’allarme e ci dicono che dobbiamo metterci al riparo e compiere iniziative.

Per arrivare a una svolta nel vari settori si attende con ansia lo sblocco delle somme provenienti dal 'recovery fund' dove “arrivano delle opportunità. Per i miliardi che arriveranno dall’Europa, sottolinea Fellegara, la regione Liguria ha avviato un percorso con i sindacati per discutere come e dove fare sviluppo, ma questo confronto va esteso sui territori. Noi in provincia di Imperia da anni stiamo lavorando a proposte sulle infrastrutture, turismo, sulla formazione per creare opportunità di lavoro che sono fondamentali e il 1 maggio ce lo ricorda. È una data che, oltre all’spetto storico, conclude, serve a guardare al futuro e richiamare tutti a un senso di responsabilità per superare questo momento”.

Angela Panzera

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