Al Direttore - 19 aprile 2021, 07:05

Lotta al Covid: cosa vuol dire vaccinarsi? Il racconto di un 'settantino' di Badalucco "Organizzazione perfetta"

La testimonianza di Carlo Michero: "Perché ho voluto scrivere questo? Perché spesso sono critico. E mi ha fatto piacere provare, con mano, qualcosa che funziona".

Lotta al Covid: cosa vuol dire vaccinarsi? Il racconto di un 'settantino' di Badalucco "Organizzazione perfetta"

Vi proponiamo la testimonianza di Carlo Michero di Badalucco che sabato era tra i settantenni chiamati a vaccinarsi contro il Covid-19. Ecco com'è andata.

"Sabato a Badalucco si è svolta la terza serie di vaccinazioni per il contrasto alla pandemia. Stavolta è toccato ai settantini, come direbbe Camilleri. Sono uno di questi. Così mi sono ritrovato insieme a tanti amici del paese all'interno della grande palestra delle scuole. L'appuntamento è stato gestito dal Comune che mi aveva pianificato la vaccinazione. Anche attraverso un'applicazione. Sapevo da giorni orario e tutto. Quando mi sono trovato all'interno dello stanzone enorme, adeguatamente distanziato dagli altri, mi è venuta alla mente un'altra scena. Altri tempi. Altra vaccinazione. Correva il 1976. All'arrivo in caserma per il servizio di leva eravamo tutti in fila per la vaccinazione di rito. Un centinaio. Mezzi nudi. Avanti un altro. E pazienza se qualcuno cadeva come una pera. Per la paura dell'ago".

"A Badalucco tutto è stato pianificato alla perfezione. Identificazione all'ingresso con il sorriso. Poi dieci minuti di attesa per l'intervista del medico. Malattie e medicine. Allergie. Poi altra attesa, non più di dieci minuti. Infine la puntura. Nel mio caso con il vaccino Moderna. Nessun problema. Una bravissima infermiera. Simpatica. Competente. E rassicurante. Dopo 15 minuti sono potuto tornare a casa, con in tasca una certificazione del vaccino e l'appuntamento per la seconda dose. Il tutto è avvenuto in un'atmosfera rassicurante perché rapida e amichevole. Con la supervisione efficiente e discreta del dirigente del servizio sanitario locale, addetto alla vaccinazione e con i volontari della protezione civile".

"Perché ho voluto scrivere questo? Perché spesso sono critico. E mi ha fatto piacere provare, con mano, qualcosa che funziona. Grazie alla sinergia di Stato, Regione,  Asl e volontariato. Senza dimenticare i miei coetanei che non si sono tirati indietro. "Che altro possiamo fare per combattere questa pandemia che per troppo tempo ci ha cambiato la vita?" Nulla. Dobbiamo fare la cosa giusta. E per farlo non c'è bisogno di loghi e  archistar. Bastano l'unione, il buon senso e la buona volontà. Così anche una palestra può essere una valida trincea per la 'guerra' che stiamo combattendo anche noi, ragazzi e ragazze del 50 o giù di lì".
 

S.M.

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