Sport - 08 aprile 2021, 09:45

Intervista Paolo Ricchebono ex giocatore internazionale e direttore tecnico del Sanremo Rugby

Un anno difficile ma tanti progetti per il futuro che ci racconta nell’intervista.

Intervista Paolo Ricchebono ex giocatore internazionale e direttore tecnico del Sanremo Rugby

Paolo Ricchebono, ex rugbista a livello nazionale ed internazionale, dalla stagione 2020-2021 è responsabile tecnico del Sanremo Rugby. Un anno difficile ma tanti progetti per il futuro che ci racconta nell’intervista.

I tuoi inizi al Sanremo Rugby: “Nascono nel 2020, in una stagione particolare sotto tutti i punti di vista. Ho avviato con soddisfazione la mia collaborazione con la società sanremese che non solo ha un grande carico di ambizione, ma soprattutto è predisposta a crescere. A suo favore due elementi principali: la struttura e il parco dei dirigenti, molto attento e pronto per poter dare nuove risorse al rugby. Ho cercato di portare a Sanremo la mia conoscenza rugbistica con l'obiettivo di far diventare il Sanremo Rugby un punto di riferimento italiano e non solo”.

Come sta andando questa avventura? “Il campo è decisamente appetibile così come la club house e i ragazzi che la stanno frequentando la vivono molto bene. Continuando ad aumentare i numeri dei partecipanti avremmo la possibilità di allenarci in modo sempre più performante per ogni categoria. Sarà importantissimo, trascorsa l'emergenza Covid, che tutta la famiglia del Sanremo si metta a disposizione per far sì che oltre alla qualità, già presente, aumenti anche la quantità degli aderenti. E' un nostro obbiettivo dichiarato”.

Come si gioca a rugby in epoca Covid? “Praticando lo sport all'aria aperta ci siamo autolimitati dal momento che non è possibile avere un vero contatto, come prevede il rugby. Con le giuste attenzioni che abbiamo messo in pratica, questo sport diventa interessante anche per i bambini che sono rimasti tagliati fuori dalle attività di palestra. Il rugby è una realtà nuova e dal momento che incontra non si abbandona più, perché ha il suo stile e la sua cultura di accoglienza e rispetto. Invitiamo tutti a venire a provarlo”.

Come vedi il Sanremo Rugby fra 10 anni? “Sarà una società completa che avrà l'autonomia in ogni suo settore, avendo già da ora una buona base. Il Sanremo Rugby può diventare un grande punto di riferimento, sia per la struttura, sia per il clima, sia anche per la vicinanza con la Francia dove la cultura del rugby è molto sviluppata. Tutto questo grazie ai dirigenti che si occupano della società con una grande passione che è quella che nel rugby fa la differenza: una società nuova e in crescita fatta di perone che non hanno alcun interesse economico ma vivono per questo sport e la sua crescita”.

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