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Attualità | 08 marzo 2021, 14:30

8 marzo, sono 99 le donne che nel 2020 si sono rivolte al centro antiviolenza di Imperia: "Durante il lockdown picco delle situazioni di emergenza"

Lo spiega a Imperia News Martina Gandolfo, psicologa e coordinatrice del centro. "In alcuni casi la violenza può arrivare anche dai figli", racconta

8 marzo, sono 99 le donne che nel 2020 si sono rivolte al centro antiviolenza di Imperia: "Durante il lockdown picco delle situazioni di emergenza"

Sono 99 le donne che nel 2020 si sono rivolte al centro antiviolenza di Imperia. Un numero in linea con l'anno precedente, quando a rivolgersi al centro erano state 115, ma che è aumentato durante il periodo del lockdown, quando si è registrato un picco delle situazioni di emergenza.

Lo racconta a Imperia News Martina Gandolfo, psicologa e coordinatrice del centro antiviolenza che ogni giorno accoglie donne vittime di violenza, quasi sempre psicologica, a volte anche fisica. “La violenza psicologica c'è sempre, è il fulcro dell'esercio di potere, del controllo, così come quella economica. Durante il lockdown, la convivenza forzata ha esposto le donne a una violenza 24 ore su 24”, racconta.

La violenza arriva dagli uomini, partner, ex, mariti, in certi casi anche figli. “E' successo a una donna anziana che si è rivolta al nostro centro”, continua Martina Gandolfo. Il centro quest'anno ha promosso l'iniziativa #unalucecontrolaviolenza, che invita ad accendere una candela la sera dell'otto marzo, giorno in cui si celebra la giornata internazionale dei diritti delle donne. Dei 99 accessi, 93 sono arrivate a effettuare almeno il primo colloquio, mentre per 67 è partita la presa in carico, che in totale arriva a 89 sommando le 22 donne assistite dall'anno precedente.

Il consiglio che diamo è sempre quello di denunciare e rivolgersi ai centri come il nostro, che ha la sede principale a Imperia, ma che è presente anche a Sanremo e a Ventimiglia. Tutti i nostri servizi sono gratuiti ed è garantita la riservatezza. Le donne che si rivolgono a noi sono seguite dalle nostre legali, intraprendono un percorso psicologico, sono assistite nei casi più gravi nell'inserimento in strutture protette, e in altri casi ricevono contributi per chi è in difficoltà a pagare l'affitto”, conclude la coordinatrice del centro.

Francesco Li Noce

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