“Gentile redazione, ho letto in questi giorni gli spazi da voi dedicati ad alcuni genitori indignati per la chiusura delle scuole nell'estremo Ponente. Mi trovo perfettamente d'accordo con quanto scritto dalla signora Kathy: le scuole vanno riaperte solo quando sarà possibile.
Sono figlia di un'insegnante e vivo quotidianamente le preoccupazioni e incertezze che derivano dall'andare al lavoro in un contesto di aule che dovrebbero avere - ma purtroppo non hanno - un sistema di areazione efficiente, magari troppo affollate e quindi con distanze mantenute per il rotto della cuffia. Le insegnanti (e gli alunni, per quanto possibile) ce la mettono davvero tutta per far rispettare le regole, ma oggettivamente, tra intere classi in quarantena e istituti che chiudevano uno dopo l'altro, dati alla mano e con i numeri da paura della nostra zona credo che la Regione abbia preso l'unica decisione possibile.
È un disagio per le famiglie? Assolutamente sì. Penso però che sarebbe ancora peggio permettere al virus di contagiarle, le famiglie; non scordiamoci che non solo la variante inglese colpisce anche i bambini, ma i bambini poi a casa inevitabilmente trasmettono il virus ai genitori. Cosa avremmo ottenuto a quel punto?
Come giustamente sottolineava la signora Kathy, l'Inghilterra e la Germania hanno chiuso le scuole ben prima di noi; vista la nostra situazione attuale, ritengo che qualunque alternativa alla chiusura sarebbe stata scriteriata, e ringrazio quindi la Regione per aver deciso in tal senso, sebbene sia stata (per tanti, ma di certo non per tutti) una decisione impopolare.
Vale”.