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Politica | 05 marzo 2021, 19:10

Imperia: annunci del Sindaco sulle ultime novità per la Agnesi, il pensiero nel lungo intervento di 'Sinistra Italiana'

Imperia: annunci del Sindaco sulle ultime novità per la Agnesi, il pensiero nel lungo intervento di 'Sinistra Italiana'

“Dopo l'ultima intervista fiume rilasciata dal Sindaco Scajola sui prossimi progetti della sua amministrazione, in cui ha annunciato tra le altre le ultime novità per lo stabilimento Agnesi, si prova un sentimento misto di rabbia, preoccupazione e sconforto”.

Interviene in questo modo ‘Sinistra Italiana’, che prosegue: “Rabbia perché è chiaro che il sindaco, dopo aver regalato a Colussi una nuova e più redditizia concessione edilizia nell'area delle ex ferriere come premio per aver chiuso la fabbrica e mandato a casa oltre cento operai, è pronto a concedergli il bis con lo stabilimento a cui si potrebbe dedicare lo slogan ‘Silenzio conta Colussi’. Per Scajola infatti il futuro dell'area Agnesi, per cui ci sarebbero già alcuni interessamenti, avrebbe una destinazione un po’ turistica un po’ commerciale ed un po’ industriale, come se fosse credibile che le tre destinazioni possano convivere, descrizione che quindi va tradotta in altri alloggi ed altri spazi commerciali di cui oggettivamente questa città non ha assolutamente bisogno. Considerate le anticipazioni del sindaco è chiaro che si azzererà ogni possibile rilancio produttivo dell'area, operazione possibile sfruttando la sinergia con l'infrastruttura del bacino portuale che fu peraltro uno dei fattori di successo per la fabbrica della pasta”.

“I portatori di memoria sulla storia amministrativa cittadina degli ultimi trent'anni colgono sicuramente l'inquietante analogia tra l'operazione annunciata oggi e il progetto del grattacielo nell'area ex Renzetti lanciato da Scajola nei primi anni novanta, dove ovviamente si annunciava la collocazione di un hotel di lusso (un evergreen per Scajola). Progetto che, dopo essere rimasto monco per oltre 20 anni, è stato ‘riconvertito’ in cubatura orizzontale per alloggi in gran parte ancora invenduti. Sopraggiunge quindi la preoccupazione perché è evidente come Scajola continui a far girare il disco rotto del racconto di un modello di sviluppo di Imperia che, essendo risultato fallimentare pure negli anni del boom edilizio speculativo, rischia di diventare catastrofico nella complicata fase economica del paese e della nostra città. Una cittadina di quarantamila abitanti, in calo demografico e con un'età media in rialzo non può pensare di crescere e dare occasioni di lavoro qualificate ai giovani puntando a costruire case, uffici o strutture commerciali, cannibalizzando le poche aree dove si dovrebbero invece progettare iniziative di rilancio produttivo che diano lavoro”.

“Imperia è una città con grandi qualità ambientali e rare bellezze che una politica miope non ha valorizzato e difeso ma fortunatamente non è riuscita a distruggere, però per chi vuole viverci, se non si è in pensione, bisogna che offra possibilità di lavoro e non un eccesso di case dove non risiede nessuno o nuove gallerie commerciali e uffici che già oggi sono in gran parte inutilizzati. Per progettare il recupero dello stabilimento Agnesi non servono immobiliaristi o tecnici assoldati per dare un'immagine patinata all'ennesima operazione speculativa immobiliare premiando peraltro chi ha distrutto un pezzo pregiato della storia produttiva di Imperia, ma progetti di recupero e riconversione produttiva che portino in città imprenditori seri e motivati che possano creare lavoro e investimenti innovativi e qualificati per le giovani generazioni. Ascoltando poi le parole di Scajola sul porto, che a suo dire dovrebbe essere il canale attraverso cui convogliare il turismo in città e la principale occasione di lavoro per i giovani, si arriva infine allo sconforto che si prova ogni volta in cui sente venire meno anche un'ultima speranza. In questo caso la speranza che fosse ormai archiviata una stagione di falsi proclami sulla nuova occupazione che avrebbe garantito il porto turistico, approccio che durante gli anni della sbornia di potere del centro destra del ministro Scajola ha creato le condizioni per lo sciagurato esito della sua costruzione”.

“Dovrebbe infatti essere ormai chiaro a tutti che anche quando sarà completato, il porto turistico potrà al più garantire una buona rendita per le casse comunali ora che la gestione, non certo grazie a Scajola, è tornata pubblica, ed è quindi deprimente e preoccupante sentire ancora oggi gli stessi vuoti proclami di allora. È bene che per non perdere la speranza di un cambiamento e rilancio della nostra città le forze politiche e sociali progressiste che credono ad un modello alternativo all'attuale provino a riprendere un lavoro interrotto quasi otto anni fa quando una parte scelse di inseguire un modello di alleanza trasversale che col suo fallimento ha consentito un clamoroso ritorno al passato. Il tempo, anche per Imperia, è già troppo poco”.

Redazione

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