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Sport | 26 gennaio 2021, 12:15

Covid, piscina di Imperia aperta solo per attività agonistica, Gai (Rari Nantes): "Con logica e responsabilità potremo riaprire" (foto e video)

La Rari Nantes tiene duro, organizza le attività pomeridiane dedicandosi all'agonismo, ma intanto si trova a gestire una situazione che ha portato nelle casse circa il 70 per cento di incassi in meno dall'inizio dell'emergenza

Covid, piscina di Imperia aperta solo per attività agonistica, Gai (Rari Nantes): "Con logica e responsabilità potremo riaprire" (foto e video)

"Con logica e responsabilità la piscina potrebbe essere riaperta". L'appello è di Matteo Gai, direttore generale della Rari Nantes, la società che gestisce la piscina di Imperia. L'emergenza covid si fa sentire all'interno del movimento e ora sono diversi gli impianti che hanno annunciato stop, più o meno definitivi, come le piscine genovesi di Albaro, Pra, San Fruttuoso e Sampierdarena.

La Rari Nantes tiene duro, organizza le attività pomeridiane dedicandosi all'agonismo, unica parte consentita, ma intanto si trova a gestire una situazione che al momento ha portato nelle casse circa il 70 per cento di incassi in meno dall'inizio dell'emergenza, senza dimenticare che la piscina, già prima del covid era stata chiusa diversi mesi per lavori, che sono proseguiti anche durante la riapertura degli impianti a maggio.

I costi per le società che gestiscono le piscine non sono diminuiti, e per fare un esempio per quanto riguarda la pallanuoto, agli atleti è richiesto il tampone 72 ore prima della gara, con costi a carico delle società e un piccolo contributo della Fin.

"In questo momento, dopo il Dpcm del 24 ottobre, con la possibilità che c'è stata data dalla Fin, abbiamo la piscina aperta per quello che compete la parte agonistica. - spiega Gai a Imperia News - Abbiamo concentrato tutte le nostre attività nel pomeriggio cercando di dare questo servizio molto importante, e penso molto utile a livello sociale. Sicuramente è un servizio che economicamente ha il suo impatto notevole, perché comunque la piscina non ha un tastino on/off per cui si può accendere e spegnere il riscaldamento.

Le vasche sono costantemente riscaldate, e la situazione è che da un lato siamo contenti per il servizio che possiamo dare, ma sicuramente a livello economico comincia a impattare il fatto che non avere una parte commerciale, e quindi non gestire interamente un impianto di queste dimensioni, sta cominciando a portare problemi a livello economico. Vorrei anche ricordare che la situazione in Italia, ma soprattutto in Liguria, prevede molti impianti chiusi, faccio l'esempio delle piscine di Pra, Albaro e Sampierdarena, perché fare in modo esclusivo l'agonismo per le società che gestiscono questi impianti non è un utile, è un beneficio sociale perché non si vuole perdere il movimento, per mandare avanti questo sport molto complicato, molto bello ma ahimè poco seguito dal punto di vista economico, però in questo momento, per fare soltanto la parte agonistica, molti impianti hanno scelto di bloccarsi perché i costi fissi di gestione di questi impianti sono enormi, e quindi è difficile andare a equilibrare soltanto con le entrate agonistiche
".

"Ricordo che siamo chiusi dal 9 di marzo per covid, - continua Gai - a maggio le attività sono riprese perché dal 24 maggio si era ritornati a lavorare, ma a giugno sono iniziati i lavori per il secondo lotto del comune con il rifacimento delle vasche e il pavimento. Quindi in realtà noi siamo chiusi per molto più tempo di quello che in realtà la pandemia ha generato. Questa estate abbiamo provato a fare la scuola estiva, quindi delle attività per non far morire il settore, per cercare di dare lavoro ai nostri collaboratori che in questo momento, ricordo sono tutti in cassa integrazione, chi ha potuto ha beneficiato del bonus di sport e salute, ma anche questa è una situazione complicata per il personale. Questo mi va di dirlo e ripeterlo perché queste chiusure sembra che siano passate per scontate, ma in realtà dietro c'è tanta gente che lavorava e aveva la possibilità di portarsi a casa la pagnotta. In questo momento, anche da un punto di vista del personale c'è molta gente che sta soffrendo di questa situazione. Posso dire che in un anno siamo sotto del 70 per cento di quello che si fa in un anno normale in piscina. Da quasi un anno, tra lavori e covid non stiamo lavorando, la situazione è complicata e stiamo facendo di tutto per fornire il servizio della parte agonistica, però ripeto, in questo momento in tutta Italia il mondo piscine fa un grido che è quello di non soffermiamoci alla banalità del dire che queste sono attività che non contano perché in realtà hanno un giro d'affari notevole, danno lavoro, e l'altra cosa importante che mi va di dire in chiusura è che piscine così grandi come la nostra, che hanno spazi e quindi non sono così facilmente causa di assembramenti, nel momento in cui le attività si gestiscono con prenotazione, si può fare un po' di tutto, e quindi è anche un po' questo che dispiace oggi, perché hanno voluto fare un gran calderone, ma in realtà, con il sistema delle prenotazioni si potrebbero gestire le attività anche in questo momento, perché altrimenti si dovrebbe chiudere tutto, ma infatti chiuso non c'è tutto, però in questo momento con un po' di logica e responsabilità si potrebbe tranquillamente avere la piscina aperta".

Francesco Li Noce

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