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Eventi | 15 gennaio 2021, 07:11

Sanremo: un mese e mezzo al Festival, l'allestimento all'Ariston è partito tra tamponi e controlli. Intervista a Vacchino (Video)

Il 'patron' dell'Ariston è sicuro che sarà un Festival diverso ma che, da casa, avrà molti spettatori in più: "Ha una responsabilità maggiore perché può e deve interpretare tutti questi valori essenziali di un popolo civile.

L'Ariston in allestimento a Sanremo

L'Ariston in allestimento a Sanremo

Tre tamponi la settimana, misurazione della febbre all’ingresso con sanificazione delle mani e registrazione di tutti gli ingressi e le uscite dal teatro. Questi, in estrema sintesi, i maggiori controlli che vengono eseguiti al teatro Ariston da fine dicembre a tutti gli addetti ai lavori che stanno operando per l’allestimento del palco e delle strutture che, a inizio marzo, accoglieranno il Festival di Sanremo 2021.

Il Covid ha colpito anche la grande kermesse canora che, a un mese e mezzo dal primo “Signore e signori buonasera” di Amadeus, non sa ancora se avrà i pubblico, se ci saranno le manifestazioni collaterali e se bar e ristoranti del centro potranno accogliere cantanti, discografici e addetti ai lavori per le classiche cene e ‘bevute’ che fanno da corollario alle notti del Festival.

Un appuntamento che, quest’anno è stato spostato in avanti di un mese. Ufficialmente per arrivare a ridosso della stagione primaverile ma, fondamentalmente, per avere più tempo (è stato deciso nell’estate scorsa) in modo da capire dove andava a finire la pandemia. E, purtroppo, ci siamo ancora dentro ‘con tutte le scarpe’. Proprio per questo all’ingresso e all’uscita del teatro Ariston l’attenzione è massima per evitare cluster che potrebbero bloccare l’allestimento.

La prossima settimana arriverà la dirigenza Rai per fare il punto della situazione e per capire se e come saranno preparate la o le sale stampa, se ci sarà o meno il palco in piazza Colombo (anche se l’Assessore Faraldi lo ha dato già per certo) e per capire a che punto è la ‘macchina’ del Festival. Nelle ultime ore abbiamo incontrato il ‘patron’ dell’Ariston, Walter Vacchino, che ovviamente segue con attenzione l’evolversi della situazione: “Ci siamo preparando con una formula diversa, che tiene conto delle imposizioni di prudenza, responsabilità e sanitarie oltre ai Dpcm. L’operazione è sotto l’egida della Rai, con un cantiere e con tempistiche diverse. Abbiamo cominciato prima per non rimane ingolfati e la prudenza è sicuramente il filo conduttore. Il resto dovrà essere valutato da Rai e Comune per le diverse opzioni presenti”.

Da imprenditore dello spettacolo come vede un Festival che, comunque, dovrà vivere nelle ristrettezze: “Sarà sicuramente differente ma avrà anche due aspetti positivi. Se la platea in teatro sarà ridotta, quella a casa sarà molto più numerosa perché, non potendo uscire di casa, davanti ai televisori ci sarà molta più gente con l’attenzione sul Festival che sicuramente vince su tutto il resto. Voglio inoltre ricordare che la kermesse canora è l’unica manifestazione che non ha una fondazione o una struttura che, invece, si basa su un’organizzazione di carattere personale, emozionale di esperienza e capacità lavorativa. Ogni anno, come una ‘araba fenice’, si ricompone con soggetti che possono essere alla prima avventura del Festival o alla trentesima. Questo connubio di esperienze va a formare una macchina che riesce a dare un prodotto di alta qualità e in tempi tecnici straordinari. I tempi di quest’anno sono diversi ma, se l’Italia avesse la capacità organizzativa e progettuale con i valori e le tradizioni del Festival di Sanremo, noi saremmo sicuramente in una situazione migliore”.

Vacchino ha concluso elogiando un appuntamento fondamentale come il Festival, che mai come quest’anno sarà importante per Sanremo e per il paese intero: “Devo rivendicare la capacità e la passione di queste squadre che stanno operando, per fare in modo di dare un messaggio di ripartenza. Non solo per tutto il paese ma anche per il divertimento e la cultura. Senza questi e senza tradizioni non c’è un vero paese e, quest’anno, il Festival ha una responsabilità maggiore perché può e deve interpretare tutti questi valori essenziali di un popolo civile. Viva il Festival di Sanremo, ci rivediamo a marzo”.

Carlo Alessi

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