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Economia | 12 ottobre 2020, 07:11

Emersione del lavoro nero, Liguria 'maglia nera' tra le regioni del Nord Ovest: 81.800 sono gli irregolari (Video)

Preoccupano i risvolti economici derivanti dalla pandemia da covid-19. Nella nostra regione il fenomeno riguarda il lavoro domestico, il settore delle costruzioni, quello agricolo e la pesca. A rischio anche il turismo e il terziario

Emersione del lavoro nero, Liguria 'maglia nera' tra le regioni del Nord Ovest: 81.800 sono gli irregolari (Video)

Preoccupano ancora i risvolti economici derivanti dall’emergenza sanitaria da covid-19. In particolare è allarme per i dati del lavoro nero sull’intero territorio nazionale ed in particolare in Liguria, 'maglia nera' di tutto il Nord Ovest. Secondo l’Istat, infatti, entro la fine di del 2020 circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro e parallelamente l’Ufficio studi della Cgia segnala che una parte di questi esuberi verrà sicuramente “assorbita” dall’economia sommersa. Un esercito di lavoratori 'invisibili' per lo Stato che lavorerà per poche centinaia di euro alla settimana, pagati poco quindi e in contatto, senza alcun versamento di imposte, contributi previdenziali e assicurativi.

Se la contrazione del Pil sarà del 10% assisteremo ad una riduzione quasi doppia rispetto a quella registrata 11 anni fa ossia il 2009 definito dagli addetti ai lavori e non solo come l’ 'annus horribilis' dell’economia italiana degli ultimi 75 anni. È molto probabile infatti, che dal momento in cui verranno meno la cassa integrazione, introdotta nel periodo Covid, e il blocco dei licenziamenti, che il tasso di disoccupazione assumerà dimensioni molto preoccupanti. Ad “ammortizzare” la perdita di posti di lavoro ci penserà l’economia sommersa. Gli ultimi dati disponibili ci dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero e il 38 per cento del totale è nelle regioni del Sud. Nessun settore è esente dal fenomeno. Si stima circa la produzione di 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso.

L’Ufficio studi della Cgia ha stimato come si ripartiscono a livello regionale i 78,7 miliardi di valore aggiunto in nero all’anno prodotto da questi lavoratori abusivi. A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno, ossia il 34% del dato nazionale. L'area meno investita dal fenomeno, però è il Nord Est: il valore aggiunto prodotto dal sommerso è pari a 14,8 miliardi di euro. La media nazionale è pari al 13,1%. Se Calabria, Campania e Sicilia sono ai vertici della classifica le situazioni più virtuose, invece, si registrano nel Nord Est. In Liguria siamo al di sotto della media nazionale ossia al 12,1% (81.800 di irregolari), ma la nostra regione è quella che desta più preoccupazione rispetto alle altre del Nord Est in termini di rapporto tra percentuale e popolazione. In Emilia Romagna il tasso di irregolarità è al 10,1% (216.200 irregolari), in Valle d’Aosta è al 9,3% (5.700), in Veneto al 9,1% (206.400) e nella Provincia autonoma di Bolzano si attesta al 9% (26.400). In Piemonte invece, il tasso è del 10,6% (200.200 irregolari). 

“In Liguria incide fortemente la presenza diffusa di imprese di piccole dimensioni, di lavoro poco qualificato, dice alla nostra testata Marco De Silva responsabile dell' ufficio economico della Cgil Liguria, e di tre grossi ambiti in cui l’economia non osservata o il lavoro irregolare è particolarmente presente nel quale è difficile intervenire. Come il lavoro domestico, quello relativo alla cura delle persone, il settore delle costruzioni, quello agricolo e della silvicoltura e della pesca, ma anche in alcuni ambiti del turismo e del terziario. Questi tre però sono sicuramente gli ambiti in cui è più presente, conclude De Silva, dove è più marcato il fenomeno del lavoro irregolare".  

Redazione

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