Al Direttore - 16 settembre 2020, 07:25

Sanremo: dissesto statico in alcuni edifici del centro storico, nuova disamina del nostro lettore Giuseppe D'Orsi

Con la richiesta di integrazione e risanamento igienico-sanitario puntuale in via del Popolo e in via Tapoletti.

Torna a scriverci Giuseppe D’Orsi, facendo seguito alla sua lettera pubblicata a inizio settembre:

“Il geologo Marco Abbo, proprio il 1° settembre, ha finalmente dato inizio ai lavori, ma trascrivo nuovamente per chi non li avesse ancora voluti  intendere, i concetti essenziali della Relazione tecnica conclusiva dell’Ingegnere edile Fabio Martini, scritta due anni or sono, a seguito del monitoraggio di cui aveva ricevuto incarico da privati e dalla P.A. attraverso l’amministratore di condominio: ‘La problematica strutturale nasce dal sottosuolo e appare imprescindibile a questo punto richiedere l'intervento di un geologo al fine di svolgere delle prove in sito al fine di determinare la corretta stratigrafia del terreno (omissis) fornendo i parametri necessari alla futura progettazione geotecnica di consolidamento che sarà da realizzare al fine di bloccare i cinematismi alla base del dissesto statico dell'area in oggetto (omissis). L’indagine geologica della quale dovrebbe farsi carico il comune di Sanremo, come verbalmente aveva indicato l’Ing, Burastero, durante una riunione congiunta tra le parti interessate dall'Ordinanza e il Comune di Sanremo, dovrà poi a giudizio del sottoscritto prevedere anche un approfondimento nel quale analizzare come ad oggi sono intercettate  e regimentare le acque bianche a monte della zona oggetto di analisi. (omissis)”.

“In ogni caso – prosegue il nostro lettore - ai miei occhi di cittadino appare incredibile già il solo fatto che nelle aree limitrofe ai fabbricati danneggiati, e da anni oggetto di Ordinanze Sindacali, contingibili e urgenti, di pericolo per la pubblica incolumità, per dissesti di archetti di controspinta e di facciate, nonostante  le richieste, dell’Ingegnere edile Fabio Martini, che lasciavano intendere, soprattutto, carenze fognarie e non, che non siano stati a tutt'oggi integrati e completati, gli importanti lavori stradali già realizzati, nelle vicinanze dei fabbricati danneggiati, dall’Impresa Marino, dopo il 24 dicembre 1997, su ordine del Comune di Sanremo di risanamento igienico sanitario di via Capitolo e via Porte Santa Maria, Ester Bongioanni, architetto progettista e altri collaboratori. Infatti, dopo circa 70 anni, dall’epoca dalla realizzazione delle fognature nella città antica, in via Tapoletti troviamo oggi solo una condotta superficiale delle acque bianche, nel perimetro dei Giardini Regina Elena, che riceve, da un unico foro non ostruito, ricavato nella muratura, in una caditoia senza grata, tra i civici 27/29, una piccola parte delle acque meteoriche, provenienti  dai giardini medesimi, mentre le altre passano sotto i muri ciclopici, di contenimento dei giardini, e vanno a rinforzare le acque sorgive o altre, già indicate, nella Tav. 3 - Carta idrogeologica dei Piani di Recupero del Centro Storico redatti dal Geologo Dott. Roberto Castellano Carnovale ed altri: con quattro frecce diritte, come linee di deflusso idrico principali in direzione ESE, e due frecce curve, come linee di deflusso idrico secondarie in direzione SSO. Ma ancora, non proprio ovviamente,  le condutture di acque nere e miste, sia di via Tapoletti che di via del Popolo (inclusa quelle sottostanti alla scalinata di collegamento tra Via del Popolo e via Capitolo) non sono mai state ricostruite ne’, come appare, mantenute. Dovrebbero vincere il record di durata storica, nonostante i tecnici, siano consapevoli che detti manufatti avessero una vita media  e funzionale di non oltre 40 anni”.

“Premesso tutto ciò, non sarei sorpreso, sia sott’inteso che, nelle incombenze implicite date dalla P.A. al geologo Abbo, ci fosse, anche: la ricerca della perfetta tenuta degli allacci dei fognoli e dei pluviali privati alle condotte comunali, così come da regolamento vigente. Ebbene, è sotto gli occhi di tutti che il 99% dei pluviali della città antica scaricano le acque meteoriche, ad angolo retto, direttamente sulla superficie delle pubbliche vie, ad eccezione notevole di almeno un pluviale ‘dimezzato’ che, sempre ad angolo retto, a seguito di una carente ristrutturazione edilizia, da circa 20 anni, subito dopo la rivolta, tra piazza Capitolo e via Capitolo, scarica le piogge, dall’altezza di 17 metri, direttamente sui malcapitati passanti. Il geologo, ovviamente, dovrà escludere da responsabilità gli allacci ammalorati dei pluviali dei privati, poiché inesistenti, mentre non potrà, di certo, escludere che le acque meteoriche possano produrre danni, per infiltrazione, dalle superfici stradali, prive di adeguata manutenzione,  ai rinfianchi ed alle medesime condotte storiche fatiscenti. E’ documentato da: ‘Metodologia per la ricerca perdite nelle fognature di Maglionico Marco – Dipartimento DICAM, Università di Bologna  01/06/2012 13998’ che ‘Il deterioramento dei collettori fognari porta a problematiche sia di tipo ambientale, sia di tipo gestionale. La tenuta idraulica e l'efficienza funzionale sono requisiti fondamentali per un sistema fognario che però, a causa dell'invecchiamento, di scarsi interventi manutentivi e vecchie tecniche costruttive, al giorno d’oggi non sono più garantite. Tra le problematiche più evidenti si possono riscontrare fenomeni di infiltrazioni in rete (Infiltration) e fuoriuscite di portate reflue (Exfiltration). (omissis) (omissis) Il fenomeno dell'Exfiltration si verifica in corrispondenza di fratture, aperture, ecc. di una tubazione, soprattutto quando il livello della falda è inferiore a quello idrico nella fognatura. Esso costituisce per gli acquiferi un inquinamento di tipo diffuso caratterizzato da microrganismi di origine fecale, virus, ammoniaca, nitrati, nitriti, ecc. (omissis)’. A mio avviso, pertanto, per una esauriente localizzazione e mappatura dei sottoservizi, dovranno essere realizzate, soprattutto, le opportune indagini: con GEORADAR detta anche G.P.R. (Ground penetrating radar), ovvero, con FLOW RADAR misuratore di portata per fognature, ma dubito che, detta strumentazione, verrà  mai adottata  dal geologo incaricato, per limiti di spesa”.

“E’ noto, inoltre, che  i ficus macrophylla, detti ‘alberi stritolatori’, provenienti dalle foreste pluviali australiane , in passato, sono stati ritenuti utili per il compattamento degli edifici del centro storico la Pigna, demoliti in concorso di colpa, tra il terremoto del 1887 e il genio civile, rivelatosi  poco geniale; ma è altrettanto noto che, questi alberi producono  notevoli danni sia per la spinta del peso proprio e delle enormi radici, che per effetto vela della loro chioma. Sul sito www.giardinaggio.it si può leggere esemplarmente: ‘(omissis) L'albero di Ficus macrophylla è una pianta che, per il suo sostentamento ideale, ha bisogno di ricevere elevati quantitativi di acqua, allo stesso modo di quanto accade per tante altre piante australiane. Proprio per  tale ragione, si dovrebbe evitare un impianto all'interno di zone urbane, dal momento che le radici di questo maestoso albero possono anche provocare un gran numero di danni alle tubazioni idriche; allo stesso modo, è meglio evitare di piantare tali alberi in zone che presentano un basso livello per quanto riguarda le risorse idriche’. In conclusione,  senza più perdere altro tempo prezioso, chiedo che: vengano ricostruite, tutte le condutture, sia delle acque bianche che delle acque nere, in Via del Popolo e in vicolo e via Tapoletti, adeguatamente dimensionate; soprattutto chiedo che venga finalmente modificato e dirottato lo scarico dell’intera fognatura di via Tapoletti che, attualmente defluiscono, nelle  condotte vetuste e fatiscenti, sotto la scalinata che unisce via del Popolo a via Capitolo. Cose di cui sono certo sia consapevole la P.A”.

“Allego uno stralcio del Progetto di risanamento igienico-sanitario via Capitolo e via Porte Santa Maria Tavola 3 in scala 1:1000 (Progetto esecutivo via Capitolo - Planimetria quotata impianti  Fognatura e acque bianche - Ester Bongioanni architetto progettista e altri collaboratori, del 24 dicembre 1997), che  inquadra parte della zona oggetto di indagini, dove è anche  visibile parzialmente  il mancato completamento dell’intero risanamento igienico sanitario dovuto, nella zona”.

Carlo Alessi