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Economia | 24 giugno 2020, 15:46

L'allarme della Cna: i centri di revisione sono già in crisi acuta. No a misure che possano metterli ko"

Per l'associazione "occorre rivedere il sistema di revisione mezzi pesanti ed in particolare occorre ampliare il novero delle attribuzioni dei 9 mila centri di controllo privati"

L'allarme della Cna: i centri di revisione sono già in crisi acuta. No a misure che possano metterli ko"

"I centri di revisione sono già in crisi acuta: evitare le misure improvvisate che possano metterli ko definitivamente". Questo l'allarme lanciato dalla sezione provinciale di Imperia della associazione degli artigiani e delle imprese. "Si tratta, è scritto in una nota stampa, di un'occasione per rivedere il sistema di revisione mezzi pesanti ed in particolare occorre "ampliare il novero delle attribuzioni dei 9 mila centri di controllo privati, ricomprendendo la revisione dei mezzi pesanti e dei rimorchi, estendere l’efficacia della relativa autorizzazione ai collaudi ed aggiornare le tariffe".

Sono queste le priorità sottolineate da artigiani e piccole imprese della Cna, indiscusso pilastro del mercato delle revisioni. I centri di controllo, pur essendo tra le attività consentite, a seguito delle disposizioni restrittive imposte alla popolazione e della proroga delle scadenze delle revisioni da eseguire entro il 31 luglio al 31 ottobre, hanno subito un crollo pressoché totale dell’attività.

“L’esame del decreto rilancio, dichiara Rocco Cardoville, presidente territoriale dell’unione servizi alla comunità, che accoglie i centri revisione, può costituire l’occasione per approntare soluzioni più efficaci. Soltanto così potranno essere superati intoppi burocratici, abbattuti tempi di attesa, che per i veicoli pesanti possono arrivare fino ad un anno, e assicurati i livelli essenziali di sicurezza stradale. La sicurezza stradale è un valore prioritario, che va garantito sempre.In questo quadro, la paventata ipotesi di attribuire agli ispettori l’intera gestione degli accertamenti tecnici rappresenterebbe una sterzata normativa incomprensibile, incoerente rispetto all’itinerario normativo fin qui percorso. Una ricetta maldestra e improvvisata, sprovvista di una qualsiasi giustificazione e convenienza pratica.

La Cna, come più volte espresso, chiede di ripartire, piuttosto, dalla necessità di soddisfare ordinatamente la domanda di revisioni, procedendo allo scaglionamento dei termini rinviati a causa dell’emergenza epidemiologica, in modo da evadere il più ampio numero di pratiche entro l’estate.Occorre con urgenza una riformulazione delle scadenze, per redistribuire il lavoro e consentire alle imprese di lavorare con tranquillità e nel rispetto dei protocolli di sicurezza. 

Oltre alle normali autovetture ad uso privato, circolano mezzi pesanti per il trasporto di persone e di merci (anche pericolose) e altri alimentati da gas metano o GPL, la cui necessaria verifica periodica non può essere considerato un mero adempimento e quindi soggiacere alle straordinarie misure adottate per mitigare i devastanti effetti economici della pandemia. Per questi motivi, conclude Cardoville, il Governo dovrebbe avvalersi senza ulteriori attese della facoltà concessa dal Regolamento Ue, in base alla quale uno Stato membro può comunicare alla Commissione la decisione di non applicare il sistema di proroghe previsto a livello europeo, avendo adottato misure nazionali adeguate a superare le difficoltà del momento”.

Redazione

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