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Attualità | 18 giugno 2020, 18:31

Indagine Cna: dopo la riapertura gli acconciatori e le estetiste hanno perso un terzo dell’attività

Sei clienti in meno e due ore in più di lavoro ogni giorno per estetisti e acconciatori

Indagine Cna: dopo la riapertura gli acconciatori e le estetiste hanno perso un terzo dell’attività

Lavorano due ore di più al giorno e hanno sei clienti in meno: questa la giornata tipo di un acconciatore o di un estetista rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. A fotografare questa condizione una indagine condotta dal Centro studi CNA in collaborazione con CNA Benessere e Sanità su un campione di titolari di centri di acconciatura e di estetica associati: un campione che ben rappresenta il settore a livello nazionale per dimensione, specializzazione, localizzazione.

Costi alle stelle, aumenti irrisori: meno di un quarto delle imprese intervistate ha incrementato i prezzi e mediamente, appena dell’1,5%. Un’inezia rispetto ai costi che saloni e centri estetici hanno dovuto sopportare già in queste prime settimane di lavoro, considerando, oltretutto, che sono state le prime attività a dover chiudere e le ultime a poter riaprire. Dall’analisi emerge infatti che acconciatori e estetisti hanno riversato sulle spalle dei clienti solo in modo molto contenuto gli oneri sostenute per le spese straordinarie.

I costi in più da sopportare non sono solo quelli per igiene e sicurezza: la doccia fredda è stata veder aumentare anche il prezzo di prodotti standard, quali shampoo e smalti. Quasi un’impresa su due (44%) lamenta tali aumenti. Sette acconciatori ed estetisti su dieci dichiarano, però, che la spesa è cresciuta non oltre il 5% nel periodo di chiusura forzata. Ben più pesante il conto dei dispositivi di protezione individuale (dpi) - mascherine, guanti, camici monouso e così via - denunciato dall’84,6% delle imprese intervistate. Con rincari superiori al 10% rilevati da un’impresa su due.

La scure del lockdown: rispetto al periodo precedente il lockdown, il calo delle attività incide per un terzo sul totale. Eppure estetisti e acconciatori non sono rimasti a guardare, ma hanno aumentato di oltre un quarto le ore lavorate: oggi circa due in più rispetto a prima che scattasse la chiusura forzata. Serve soprattutto più tempo per gestire un singolo cliente, per informarlo sulle norme da rispettare all’interno dei locali, per prepararlo con i necessari dispositivi di protezione individuale, per compilare l’elenco presenze. Se prima nei centri estetici e nei saloni entravano mediamente 18 clienti ogni giorno, oggi ne entrano sei in meno. Nonostante quasi sei titolari di centri di acconciatura e di estetica su dieci (57%) dichiarino di aver allungato gli orari e adottato turnazioni, non riescono a gestire quotidianamente più di dodici clienti.

Tra adeguamenti e sanificazioni: l’adeguamento dei locali è stato necessario per il 70% delle imprese. Di queste, per il 47% è costato nell’ordine dei 500 euro, per il 34% tra i 500 e i mille euro. Complessivamente, le spese per la messa in sicurezza dei locali, per la igienizzazione degli stessi e per i dispositivi di protezione individuale hanno prodotto un aggravio dei costi mensili calcolato intorno al 30%. Quasi il 90% delle imprese, però, continua a offrire gratuitamente alla clientela mascherine e guanti. 

“La Cna si è posta sin da subito al fianco delle imprese associate del settore - dichiara Luciano Vazzano, Segretario territoriale Cna della Provincia di Imperia - un impegno costante che continua oggi ancor di più, in una fase così delicata di ripresa, cui si uniscono condizioni finanziarie affaticate. Tanti i sacrifici per non deludere i clienti. A fronte dei timori affrontati fin dall’inizio dell’emergenza con le chiusure, le nostre imprese hanno messo al primo posto il rapporto di fiducia con i clienti, mostrando così un atteggiamento responsabile e rispettoso delle loro esigenze, mantenendo pressoché inalterati prezzi e facendosi in massima parte carico dell’incremento di costi e della riduzione della produttività”.

Redazione

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