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Economia | 20 maggio 2020, 12:27

I balneari di Arma di Taggia chiedono al Comune il rinnovo delle concessioni al 2033 "Senza moriremo. Serve un atto di coraggio" (Video)

“Se non avremo l'estensione al 2033 questa potrebbe essere tragicamente la nostra ultima stagione”.

Mauro Gambino

Mauro Gambino

“Se non avremo l'estensione al 2033 questa potrebbe essere tragicamente la nostra ultima stagione”.

E’ l’allarme lanciato da Mauro Gambino, vicepresidente dell’associazione Spiagge Armesi, in merito ad una questione ben nota tanto ad Arma di Taggia quanto nel resto della Liguria: il problema del rinnovo delle concessioni demaniali. Una questione legata inizialmente alla Bolkestein e maturata fino ad oggi, con l’intero settore delle imprese balneari a rischio, non solo per i problemi legati alla ripartenza dopo il lockdown: “Esattamente. Facciamo un passo indietro è dal 2006 che lottiamo per il riconoscimento del nostro lavoro. Siamo arrivati alla fine di un percorso: la legge 145 del 2018 riconosceva il nostro diritto all’estensione al 2033. In questo periodo non è mai stato fatto il decreto attuativo" - spiega Gambino.

L'INTERVISTA A MAURO GAMBINO



"Il mese scorso, il Ministro Franceschini ha dichiarato pubblicamente che avrebbe inserito nel decreto di aprile la norma che regolava e sanciva l’estensione. - prosegue - Non è avvenuto e non se ne parlerà anche nei prossimi decreti. Dalla speranza siamo ripiombati nella disperazione e nell’incubo. Ciò significa che a fine 2020 le nostre concessioni non avranno più titolo per esercitare. Senza una presa di coscienza il settore balneare morirà”.

Un problema che secondo il rappresentante dei balneari di Arma di Taggia, potrebbe essere risolto grazie a un provvedimento comunale. “L’amministrazione è sempre stata vicino ai balneari. Riconosciamo il merito e lo sforzo fatti dall’amministrazione. Il Comune riconosce il valore e l’importanza delle spiagge di Arma di Taggia, come volano dell’economia ma a questo punto chiediamo come balneari, uno sforzo in più, portando avanti l’estensione al 2033 come atto dovuto. Noi abbiamo già pagato in anticipo il conguaglio dell’imposta di registro fino al 2033. A questo punto manca solo una firma. - dichiara Gambino - Qualora questa estensione venisse impugnata dal Governo centrale o da altri organi, siamo disposti a non rifarci sull’amministrazione in nessun modo. Se non avremo l’estensione questa potrebbe essere tragicamente la nostra ultima stagione”.

Oggi i balneari ‘lottano’ per cercare di riaprire in tempo e nella speranza che si riesca a lavorare nonostante le restrizioni. La possibilità concreta di una mancata apertura offre un’ulteriore chiave di riflessione: “Abbiamo già presentato una istanza sia al Comune che alla Regione e al Governo. Qualora uno stabilimento non possa riaprire, per le restrizioni o per i problemi economici, perchè non si può obbligare le persone a riaprire in certe condizioni, c’è un articolo, il 47 del codice della navigazione che inchioda il balneare alla sua responsabilità e per la mancata apertura rischia che gli venga tolta la concessione. Chiediamo di poter andare in deroga come segnale forte di vicinanza ai balneari” - aggiunge Gambino. 

In questo momento si gioca una partita decisiva sull’economia del paese: se non apriranno le spiagge anche il paese rimarrà chiuso. Le spiagge sono un volano economico per tutti, ad esempio, gli alberghi, i ristoranti e le gelaterie. E’ doveroso essere vicino ai balneari e garantirgli un futuro e un modo sereno di lavorare. Come si può lavorare sapendo che entro fine anno tutto finirà, in più, in un contesto di pandemia e restrizioni. - conclude il vicepresidente dell’associazione Spiagge Armesi - Chiediamo al Comune una firma per avere una garanzia. Siamo disposti a tutto ma dateci questa estensione che è vitale per noi e per tutte le altre attività. Serve un atto di coraggio e noi sappiamo che questa amministrazione comunale può  farlo come ha dimostrato in tante altre occasioni”.

Stefano Michero

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