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Politica | 19 maggio 2020, 12:42

Lo Statuto dei Lavoratori compie cinquant’anni, la storia della nascita e della sua paternità

A raccontare l'inizio dell’importante documento è il segretario territoriale della Uil Fpl Milena Speranza

Milena Speranza

Milena Speranza

“Il 20 maggio 2020 lo Statuto dei Lavoratori compirà cinquant’anni e vogliamo ricordarne le tappe ma ancor più chi ne fu il Padre”. A raccontare la nascita dell’importante documento è il Segretario territoriale della Uil Fpl Milena Speranza.

“A partire dalle proteste popolari contro il Governo Tambroni avviate a Genova nel giugno del 1960 il quadro generale dell’Italia cambia velocemente e gli equilibri politici conoscono un’evoluzione con la nascita dei governi di centro-sinistra a partire dal 1962. Nel dicembre del 1963 si ha la formazione del primo governo presieduto da Aldo Moro. Nel discorso alle Camere, il presidente del Consiglio dichiara il proposito di definire, sentite le organizzazioni sindacali, uno Statuto dei diritti dei lavoratori al fine di garantire dignità, libertà e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il 15 luglio 1966, intanto, il Parlamento approva la legge 604 sui licenziamenti, che prevede la giusta causa e l’obbligo di un indennizzo monetario, non quello della riassunzione, in caso di licenziamento ingiustificato.

Probabilmente l’iter della legge avrebbe avuto un andamento molto più accidentato, se nel frattempo non fosse scoppiato nel Paese il Sessantotto. In questo contesto di mobilitazione collettiva e di eccezionale fermento culturale, il dibattito sullo Statuto si accende.

Nel dicembre 1968 l’On. Socialista Giacomo Brodolini (Padre dello Statuto dei Lavoratori) diventa Ministro del Lavoro ed il 4 gennaio 1969, parlando a Avola, annuncia un disegno di legge per varare lo Statuto del sindacato nell’impresa che garantisca i diritti della persona nei posti di lavoro. Il 9 aprile la polizia spara sui lavoratori a Battipaglia mentre è in corso la protesta per la chiusura del locale tabacchificio: Brodolini, anche se gravemente malato (morirà a Zurigo l’11 luglio 1969 all’età di 49 anni), forza i tempi e con una febbrile attività affronta i più importanti punti del suo programma politico e sociale dando risposte certe e concrete al superamento delle gabbie salariali, alla ristrutturazione del sistema previdenziale, alla riforma del sistema pensionistico e alla riforma del collocamento e detta le premesse fondamentali dello statuto dei lavoratori.

Gli succede nel Ministero l’On. Carlo Donat Catin e l’11 dicembre il disegno di legge del governo è approvato in prima lettura dal Senato con i voti favorevoli dei partiti di centro-sinistra, si astengono Msi da una parte, e Pci dall’altra.

Il giorno dopo, 12 dicembre, esplode la bomba alla Banca della Agricoltura a Milano: è la strage di Piazza Fontana. Il 14 maggio 1970 la Camera dei deputati, con 217 voti favorevoli, 10 contrari e 125 astenuti, approva definitivamente la legge nel testo del Senato.

Il 20 maggio il testo è pubblicato sulla Gazzetta ufficiale e cosi la Legge 20 maggio 1970, n. 300 – Norme sulla tutela della libertà e dignità dei lavoratori, della libertà sindacale e delle attività sindacali nei luoghi di lavoro e norme sul collocamento – entra in vigore, l’infaticabile impegno di Giacomo Brodolini viene così portato a termine”.

C.S.

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