Da La Spezia ad Imperia sono giunte solo nelle sedi Fillea, il sindacato della Cgil che tutela i lavoratori delle costruzioni, oltre 1.000 richieste di cassa integrazione per oltre 5mila lavoratori coinvolti: in sostanza il settore si è fermato.
La Fillea Cgil, oltre all’assistenza ai lavoratori in questa condizione, è impegnata a controllare che le imprese in attività, quelle le cui lavorazioni sono state considerate dal Governo come ‘indispensabili’ e autorizzate ad operare, applichino l’avanzato protocollo siglato dalle organizzazioni sindacali nazionali e dalle parti datoriali lo scorso 24 marzo sui temi della sicurezza e che indica le misure da applicare per evitare i contagi.
La salute viene prima di ogni altra considerazione, ma è evidente che quando questo drammatico momento passerà, il settore delle costruzioni non potrà fare a meno di una massiccia campagna di investimenti pubblici. Le costruzioni sviluppano nell’economia un effetto moltiplicatore che storicamente ha rappresentato il volano per far ripartire l’economia, generare prodotto interno lordo e produrre nuova e sana occupazione.
Tante sono le strade da percorrere, anche con scrupolosa attenzione al tema della nuova frontiera dell’efficientamento energetico, dalla cosiddetta rigenerazione urbana delle città, alle periferie, dall’edilizia scolastica a quella sanitaria. Tanti sono gli esempi dai quali poter ripartire: nella nostra provincia la ciclabile, il porto di Ventimiglia, la tratta Armo-Cantarana, il consolidamento e l’allargamento della statale 28, il completamento dell’Aurelia Bis.
Andranno quindi rilanciati gli investimenti pubblici per lo sblocco delle grandi opere incompiute così centrali per la viabilità interna e per il sostegno della portualità ligure. “Ma attenzione però – evidenzia la Fillea Cgil - il sindacato non è disponibile, come invocato in più occasione da molti, a snaturare il codice degli appalti e rigetta ogni velleità di ritorno a politiche di malsano massimo ribasso. Lavorare sì, ma in sicurezza e con il rispetto dei diritti”.