Attualità - 06 aprile 2020, 07:35

Una piccola 'oasi botanica' a Camporosso: ecco il 'Giardino selvaggio' di Marco Damele (Foto)

Esiste nelle Braie di Camporosso un piccolo 'giardino selvaggio' con decine di specie botaniche rare e insolite, un'oasi nel deserto del cemento che resiste da decenni, dove le piante nascono, crescono e muoiono da sole, dove ritorno ad essere un semplice spettatore della meraviglia che la natura è capace di offrirci.

Il 'giardino selvaggio' dove si nasconde la storia di Marco Damele, l'agricoltore-scrittore con la passione per le erbe, le piante ed i fiori. L'allievo di Libereso Guglielmi ci apre il cancello al suo giardino a Camporosso Mare, raccontandoci cosa vuol dire coltivare e curare la terra rispettando la natura e la biodiversità.

"Gli alberi e le piante attorno alle serre mi rallegrano gli occhi e lo spirito in queste giornate strane, surreali e lontane dal mio modo di vivere. Anche curare il giardino è un modo per valorizzare e tutelare il nostro patrimonio vegetale e sperare in un futuro migliore. Oggi che molti giovani conoscono a malapena il nome delle piante,  il colore degli alberi in autunno, il profumo dell'erba tagliata in estate o il sapore di un frutto raccolto direttamente dalla pianta, un pezzo di terra può trasformarsi in uno spazio di vita da conservare con amore e regalare alla natura".

"Amo immaginare il giardino come cura di bellezza e protezione dello spirito: insieme ci arricchisce giorno dopo giorno, ci si emoziona e soddisfa, utile come esercizio fisico: si cammina si spostano pesi si muovono le braccia e le mani, ci si china, si respira, si annusano fiori e piante, si assaggiano erbe e foglie. Quando curi un giardino diventi protagonista delle proprie idee dimenticandoti il presente con le sue preoccupazioni e paure".

Esiste nelle Braie di Camporosso un piccolo 'giardino selvaggio' con decine di specie botaniche rare e insolite, un'oasi nel deserto del cemento che resiste da decenni, dove le piante nascono, crescono e muoiono da sole, dove ritorno ad essere un semplice spettatore della meraviglia che la natura è capace di offrirci. "L'osservazione che il giardino mi rappresenta non è tanto una tecnica quanto un modo di pensare, perchè salvare anche un piccolo angolo di verde significa salvare in sé la biodiversità, la libertà, l'equilibrio e tanto altro".

Redazione