Infermiere e salute - 05 aprile 2020, 08:24

Coronavirus: cronache dal fronte, l’esperienza continua

Passano i giorni, le settimane, ma il nostro lavoro in prima linea in Rianimazione non si ferma.

Coronavirus: cronache dal fronte, l’esperienza continua

Passano i giorni, le settimane, ma il nostro lavoro in prima linea in Rianimazione non si ferma.

Non si ferma perché la speranza di poter aiutare, salvare, far uscire più persone da questo incubo è la nostra mission.

Rimaniamo come sospesi in un limbo dove il tempo sembra non passare mai : a volte sembrano anni che affrontiamo questa situazione, a volte ore.

Chiusi nei nostri sudari, nelle nostre maschere, a volte talmente appannate da non riconoscere il collega che lavora con te da anni.

Il lavoro è sempre tantissimo per poter seguire in maniera tecnica, umana, coinvolta,  tutti i nostri degenti.

Nessuno è lasciato indietro, per noi, sono come fossero i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri amici.

La gratitudine e la riconoscenza che l’Italia, la Liguria, Sanremo ci stra dimostrando, ci colpisce profondamente ed è la forza che funziona meglio di qualsiasi medicina contro la stanchezza, il mal di testa, la tristezza che nel nostro animo alberga ogni giorno, ogni ora : anche quando siamo in famiglia, tra i nostri cari non riusciamo mai a staccare davvero da quello che stiamo vivendo.

Noi siamo infermieri, lo siamo sempre stati, ed il nostro modo di aiutare a salvare vite è sempre lo stesso. Non siamo diversi, non siamo più bravi, noi c’eravamo anche un anno fa; con le nostre difficoltà, con i turni sempre più pesanti e con tutte le problematiche di un Paese che deve sempre fare i conti con bilanci, soldi, a volte a scapito di noi operatori.

E’ meraviglioso vedere come l’Italia scopra che anche noi infermieri svolgiamo  un ruolo importante nella catena assistenziale, siamo laureati, siamo professionisti, molti anche anche numerosi master.

Ma noi eravamo così anche ieri, e molte volte, un poco offuscati da pregiudizi, vecchi stereotipi che negli anni ci hanno accompagnati.

In rianimazione, ormai da sempre terra di frontiera tra la vita e la morte abbiamo affrontato tanti drammi, tante persone che non ce l’hanno fatta, e credetemi, quel dolore, anche se nessuno se ne accorge ce lo portiamo dentro : ogni uomo, ogni ragazzo che ci lascia per noi è una sconfitta, un enorme disagio che non ci fa dormire, ci fa riflettere se abbiamo dato davvero tutto, e, a volte, il non essere capiti dai concittadini, dal popolo ci fa davvero male.

In questo buio periodo di covid, noi non ci siamo tirati  indietro mai , abbiamo,  e stiamo dando tutto quello che c’è da dare, ore, giorni a servizio del cittadino e dei loro congiunti che, dietro un telefono sperano di non ricevere mai “quella” telefonata : ed ogni volta che accade è un momento dilaniante.

Ma noi lavoriamo per vincere, per sconfiggere questo virus : lavoriamo senza sosta perché quello è il nostro obbiettivo, riportare a casa più persone possibili, per non fare mai e poi mai la telefonata che lacera l’aria, noi telefoneremo per dirvi che ce l’abbiamo fatta, e per ogni dolore subito, per ogni colpo accusato in pieno volto, noi reagiremo, più stanchi, ma più forti di prima.

E’ il nostro lavoro, è il momento di dare tutto, ed il resto non ci importa: seppur ogni giorno un nostro collega, riceve la notizia di essere contagiato, anche noi siamo fatti di carne e anima, anche noi abbiamo paura di infettarci e magari morire, siamo persone come tutti voi.

Ma voi potete fare la differenza : aiutarci. Aiutarci restando a casa, non uscendo se non necessario. Pensate ad ogni volta che uscite senza motivo : Vanificate il nostro sacrificio e non rendete onore alle tante persone che hanno perso la vita. Pensate che potreste essere voi a passare il virus a qualcuno, se non siete responsabili : questo vi fa dormire lo stesso? E se foste voi in un letto di rianimazione, forse, e dico forse, perché qualcuno irresponsabilmente è uscito di casa e vi ha infettato : sareste contenti?

E se foste positivi, con ‘obbligo di domicilio e usciste lo stesso, con che miserrima scusa andreste in giro? Infettando povera gente inerme, quelle persone che io vedo ogni giorno, ogni ora per cui spendo fatica,  paura,  certezza, non vi fa pensare al gesto ignobile che state facendo?.

Chiudo ringraziando tutti, dal primo all’ultimo, che con lettere, pensieri, gesti di vicinanza, cibo, donazioni per le apparecchiature stanno danno il massimo : noi stiamo ricevendo il vostro cuore che, assieme al nostro batte all’unisono, più forti, più determinati nel dirvi che insieme ce la faremo, siamo un grande popolo, siamo i più generosi del mondo nelle difficoltà, e noi, dalla nostra parte siamo infermieri, da sempre pronti a sfidare tutto e tutti per farvi riabbracciare i vostri cari,

 

Con enorme affetto, Il vostro infermiere, Roberto Pioppo

 

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